Cosa serve al Corvetto
Le cronache di questi giorni hanno portato alla ribalta il quartiere in cui, da molti anni vivo. La morte di un ragazzo, i disordini che ne sono seguiti hanno fatto sì che si dicessero e scrivessero moltissime parole alcune condivisibili, il più della volta superficiali e allarmiste. Posto nella periferia sud di Milano, il Corvetto è certamente un quartiere complesso, caratterizzato da “chiari e scuri”, dove impegno, volontariato, accoglienza, coesistono accanto al degrado, all’abbandono, a vere e proprie forme di povertà. Qui sono cresciuto, c’è la parrocchia e il Circolo che frequento, la società sportiva dove in passato ho giocato, le amicizie di una vita. Qui ho iniziato a fare attività politica a spendermi per migliorare, almeno un po’, la situazione di molti. Per questo credo di poter leggere quanto accaduto in modo diverso.
Da quando la gestione dell’Aler, negli anni Novanta, è passata in mano al centrodestra, che governa la Lombardia e quindi anche l’azienda delle case popolari, gli edifici e gli alloggi, molto presenti nel mio quartiere, sono andati sempre più in decadimento. Il degrado è continuato anche con i contratti di quartiere, gestiti male, e poco efficaci in un contesto in cui grandi occupazioni avvenivano quasi indisturbate.
Per non parlare poi dei criteri di assegnazione di questi appartamenti, chiaramente da rivedere e ripensare. Fino a metà degli anni Novanta qui ci abitavano insegnanti, dipendenti statali e comunali, poliziotti. L’assegnazione in base al reddito sempre più basso, ha fatto sì che i locatari storici lasciassero, creando, come già detto, spazio ad occupazioni e illegalità.
Molti dei problemi del mio quartiere nascono da qui: una politica di centrodestra che non agisce in prima persona, ma che, nel nome di un mal interpretato spirito liberista, lascia fare, nella convinzione che comunque i cittadini si arrangeranno e troveranno una soluzione.
In un simile contesto sono comprensibili i fatti di cronaca di questi anni. Abbiamo vissuto altre due volte vicende simili, ma non sono mai state un fenomeno di reazione, di banlieue. I disordini sono alimentati dalle forze antagoniste che, quando vedono delle difficoltà, si insinuano, spaventando la popolazione e creando insicurezza. Quindi, in sintesi, bisogna ripensare i criteri dell’assegnazione, ristrutturare le case e contrastare fortemente l’occupazione abusiva.
Dopo di che, ritengo importante sottolineare l’atteggiamento da parte della famiglia di Ramy, che ha cercato subito di stemperare il clima rovente che si stava creando. Proprio perché vive il quartiere, sa le difficoltà che ci sono e, soprattutto, come evitare di essere strumentalizzati da chi, non guarda in faccia nessuno nemmeno il dolore per la perdita di un figlio.
Decreto fiscale senza risposte
Il decreto-legge sulle “Misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali”, tassello fondamentale della legge di Bilancio, è stato approvato, ma si tratta dell’ennesimo provvedimento privo di elementi di urgenza e “omnibus”, nonostante i ripetuti richiami del Capo dello Stato. Inoltre, al Senato ha fatto emergere le divisioni profonde e strutturali all’interno della maggioranza, andata sotto su due emendamenti: il taglio del canone Rai, sostenuto dalla Lega e bocciato da Forza Italia che ha votato insieme alle opposizioni; la sanità in Calabria, con la Lega che per ripicca si è astenuta, impedendo l’approvazione della proposta di modifica di Forza Italia.
Per il Pd quindi questo è un clamoroso flop, che non risponde a nessuna vera esigenza o necessità degli italiani: non migliora la sanità, non fa crescere il Paese, non sostiene i più deboli, non contrasta la povertà, peggiorerà i conti.
Un esempio su tutti, il concordato preventivo: si amplia ulteriormente e in modo ingiustificato la possibilità di usufruire del “ravvedimento speciale”, cioè il versamento di un’imposta sostitutiva, che si è già capito che avrà una bassissima adesione. Dunque, siamo di fronte a un ennesimo condono. Di fatto si continuano a premiare gli evasori a danno di chi paga regolarmente le tasse con il rischio che in futuro si potrebbero creare problemi sotto il profilo della tenuta dei conti pubblici e dell’equità sociale.
Lo dimostra anche il fatto che si rinvia, per il solo periodo d’imposta 2024, il versamento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi. Anche qui, per noi è chiaro che non si tratta di sostenere giovani che aprono la partita Iva e iniziano un’attività, ma a essere ancora una volta agevolati, nei tempi e nei modi, sono tutti i professionisti con ricavi fino a 170mila euro.
Altra misura insufficiente è quella relativa al cosiddetto “bonus Natale”, l’indennità una tantum di 100 euro, per il 2024, a favore dei lavoratori dipendenti con redditi inferiori a 28mila euro. L’estensione alle coppie di fatto non cambia la realtà di una misura che ha un importo non in grado di coprire l’incremento dei costi della vita. E per il resto, con risorse veramente limitate si finanziano alcune misure che devono essere per forza coperte.
Ok alla mozione Pd per la disabilità
Proprio nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, il consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione del Gruppo del Pd che impegna la Giunta a implementare i servizi a sostegno delle persone con disabilità e a sostenere l’attività svolta dai caregiver familiari e professionali. La Regione ha dato riscontro così alle sollecitazioni e alle battaglie, dentro e fuori dall’Aula, assieme alle associazioni e alle famiglie dei disabili, dei nostri consiglieri con uno stanziamento integrativo di fondi regionali a sostegno della disabilità, nel prossimo bilancio, di circa 21 milioni di euro.
Questi i punti chiave della mozione: proseguire le interlocuzioni già avviate con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali al fine di garantire, per quanto concerne sia l’attuale Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024, sia la nuova programmazione del Fondo nazionale per la non autosufficienza 2025-2027, l’attuale contributo economico in favore dei caregiver; implementare i confronti e gli incontri informativi con gli Ambiti territoriali dei Comuni, le Ats, le Asst e gli enti del terzo settore impegnati nella progettazione ed erogazione dei servizi a favore delle persone con gravissima e grave disabilità; investire le risorse aggiuntive previste dal bilancio di previsione 2025-2027 per accogliere tutte le richieste di accesso alle misure B1 che emergeranno nel corso dell’anno 2025, per implementare i servizi e per sostenere le persone con disabilità e i loro caregiver nel modo più completo possibile; valutare una revisione delle attuali modalità di rimborso; avviare una riflessione sui risultati raggiunti e l’efficacia dell’impiego dei fondi destinati alla misura B2; istituire un tavolo di lavoro interassessorile che affronti con urgenza la carenza di personale e di servizi per tutte le fragilità.