On. Cova: “Peste suina: l’assessore Bertolaso faccia collaborare Ats, veterinari pubblici e privati e operatori. La diffusione va assolutamente fermata”

“In queste settimane e, soprattutto, in questi ultimi giorni stiamo vedendo nuovi casi di focolai di Peste suina africana all’interno delle aziende agricole e delle porcilaie della Lombardia. E questo è un problema enorme: scoprire la presenza della Psa all’interno delle porcilaie vuol dire che non sono solo i cinghiali che hanno portato la malattia, ma ci sono altri vettori. Questo ci deve far riflettere, perché potrebbe voler dire che il virus non è controllato e non è tracciato”, lancia l’ennesimo allarme Paolo Cova, ex parlamentare del Pd, già componente della Commissione Agricoltura della Camera e oggi vicesegretario nazionale del Sivelp, il Sindacato veterinari liberi professionisti, di fronte alle notizie quotidiane di nuovi focolai di Psa in Lombardia.

“È necessario che l’assessorato regionale alla sanità si attivi veramente per mettere in atto quella rete di epidemio-sorveglianza che possa stabilire come la Psa è arrivata sui territori e come evitare che si diffonda ancora. In Italia c’è questa rete, istituita con ClassyFarm (il sistema informatico del Ministero della Salute per il monitoraggio degli allevamenti e la loro caratterizzazione in base al rischio, ndr) nel 2017, ma Regione Lombardia non la usa. Ci sono tutti i protocolli e le check list sul tema della biosicurezza nelle aziende zootecniche, e in particolare in quelle adesso interessate dei suini”, fa sapere Cova.

“Allora a questo punto fra le Ats, i veterinari pubblici dipendenti, i veterinari liberi professionisti e gli operatori servono veramente una grande collaborazione e un continuo confronto gestiti dalla Direzione veterinaria regionale. Se questi passaggi non avvengono, non riusciremo a capire come la Psa si trasmette all’interno delle aziende e soprattutto come poter evitare che la malattia si diffonda, naturalmente sempre attuando le norme di sicurezza e di biosicurezza. È urgente sapere e procedere correttamente, ma deve essere fatto nel più breve tempo possibile, perché in Lombardia c’è la metà del patrimonio zootecnico suinicolo italiano”, conclude l’esperto.

Milano, 7 agosto 2024

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