La lezione inglese
Dopo un lungo periodo in cui le forze di centrosinistra progressiste hanno subito sconfitte in tutta Europa, rappresentando con grande difficoltà le proprie proposte, l’esperienza di ciò che è avvenuto nel Regno Unito ci deve far riflettere. Dobbiamo, cioè, capire se è iniziato un ciclo, e se può essere stimolo anche per le altre forze progressiste dell’Europa. È vero che in Gran Bretagna i laburisti non hanno avuto un aumento consistente della percentuale del numero dei voti, ma sono riusciti, all’interno dei propri collegi, a ottenere una maggioranza, convincendo soprattutto quegli elettori scontenti e in difficoltà dopo la Brexit e in seguito alle politiche attuate in questi anni.
Da tutto ciò emerge chiara una indicazione: cogliere quello che avviene nella società, le difficoltà che ci sono, cominciare a proporsi con delle proposte che possano andare incontro ad esse, deve essere la costante attenzione delle forze progressiste. La strada non è certo inseguire, come è stato fatto in questi anni dai populisti, i mal di pancia degli elettori, proponendo facili soluzioni, vedi Brexit , ma che ben presto, rivelano tutti i loro limiti.
Povertà e crisi: le ragioni di una sconfitta
La vittoria dei progressisti era nell’aria ed era immaginabile leggendo i dati economici e sociali. Basti pensare che le statistiche, pochi mesi fa, dicevano che nel 2022 nella sola Inghilterra oltre 3mila persone avevano dormito per strada almeno una notte. Circa il 26% in più rispetto al 2021. Secondo i numeri ufficiali 40mila persone erano registrate come senza fissa dimora, con un picco numerico nella città di Londra.
Un altro dato allarmante riguarda i bambini britannici: risultano tra i più bassi rispetto a quelli di altri Paesi del mondo. Le cause sarebbero da ricercare nella malnutrizione che affligge milioni di minorenni nel Regno Unito, soprattutto nelle famiglie e nelle comunità più povere del Paese. Il motivo è presto detto: il cibo nutriente che favorisce lo sviluppo dei più piccoli senza farli ingrassare, cioè legumi, pesce, frutta e carne magra, se lo possono permettere, ormai, sempre meno famiglie britanniche. I dati disegnano, insomma, una crisi epocale con l’inflazione alle stelle e il costo della vita insostenibile.
Eppure, solo un paio di mesi fa era arrivata la notizia attesa da tutti: la Gran Bretagna era uscita dalla recessione, l’economia era tornata a crescere dopo due trimestri consecutivi di contrazione, ma crescendo oltre le previsioni degli analisti, facendo subito salire la sterlina. Gli economisti si attendevano un +0,4%, ma nel primo trimestre 2024 il Pil britannico è aumentato dello 0,6%.
Non è servito: il Governo conservatore ha subito ugualmente una serie di sconfitte prima nelle elezioni suppletive e amministrative, e ora nelle politiche, proprio a causa della crisi economica e del carovita.
Per una sanità inclusiva
A fine giugno, la Camera ha approvato all’unanimità la proposta di legge del Partito Democratico per rendere il nostro sistema sanitario più inclusivo garantendo l’assistenza sanitaria anche ai senza dimora. Fino a poco tempo fa, infatti, se un individuo risultava senza iscrizione all’anagrafe comunale, perdeva il diritto fondamentale alla tutela della salute, venendo meno l’assistenza sanitaria, escluse le prestazioni di emergenza in Pronto soccorso.
Questo provvedimento tutela: i padri di famiglia che si separano e finiscono a dormire in macchina, le donne vittime di violenza che scappano di casa e vanno a vivere da amici, le persone che perdono il lavoro con esso anche la possibilità di pagare un affitto. Tutte queste situazioni e altre che non ho citato, secondo la legislazione vigente, comportano il venire meno di un pieno accesso al diritto alle cure perché senza residenza non si può avere un medico di base, ai Sert, ai consultori, ai centri di salute mentale.
Secondo l’Istat, dati 2022, in Italia queste persone sono circa 96mila, dei quali circa 65mila uomini e 31mila donne. Il 62% è di nazionalità italiana, con un’età media di 40 anni, il 38% sono cittadini stranieri, provenienti in oltre la metà dei casi dal continente africano. Le persone senza tetto e senza fissa dimora censite si concentrano per il 50% in 6 comuni: Roma (23%), Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%).
Il testo iniziale prevedeva di assegnare a tutti i senza dimora un medico di famiglia. La maggioranza di centrodestra e il governo hanno sollevato un problema di costi aggiuntivi a carico del servizio sanitario nazionale e di esatta individuazione della platea dei beneficiari. L’accordo che è stato raggiunto, e che ha permesso l’approvazione all’unanimità della Camera, prevede di avviare una sperimentazione di due anni, 2025 e 2026, per quanto riguarda le 14 città metropolitane con uno stanziamento complessivo di 2 milioni di euro. Dal 1° gennaio 2025, quindi, le persone senza dimora potranno iscriversi nei registri delle aziende sanitarie e accedere al medico di base. Con questo compromesso si raggiunge oltre il 60% delle persone senza dimora che attualmente sono prive dell’assistenza sanitaria territoriale.
Con Fontana Trenord peggiora
I documenti ufficiali di Trenord e di FNM relativi al 2023, di recente approvazione e pubblicazione, permettono di fare un bilancio negativo dei 5 anni di gestione del periodo di competenza del presidente Fontana e delle sue due Giunte. Lo ha dimostrato il Gruppo regionale del Pd, dati alla mano, che ha evidenziato come in una situazione di riduzione di servizio erogato e di contrazione del numero di passeggeri quotidianamente trasportati, le performance siano peggiorate sia in termini di puntualità che di affidabilità. L’unica cosa che è cresciuta in modo consistente e costante è la remunerazione del direttore generale di Fnm, nonché amministratore delegato di Trenord, Marco Piuri (per il 2023, 663.503,67 euro, + 34% rispetto al 2019).
I numeri dimostrano che se si confrontano le performance di Trenord del 2017 con quelle del 2023, si vede una riduzione dei chilometri percorsi, quindi dell’offerta ferroviaria, del 6,4%, e una riduzione dei passeggeri trasportati del 7,3%. Eppure, ha una flotta rinnovata e questo dovrebbe portare a meno soppressioni e maggior puntualità. Invece, è palese una riduzione della puntualità dal 2017 a oggi del 2,2% e un raddoppio delle linee a bonus, cioè sotto standard. Tant’è che nel 2023 c’è stato un boom di reclami formulati a Trenord, il 25% in più dell’anno precedente. Per i Lombardi si contano 12 milioni di ore perse per disservizi ferroviari, un valore che vale una perdita economica di 168 milioni di euro per l’economia regionale.
Paolo Cova