“Il nuovo stadio del Milan a San Donato è il vero processo di sostenibilità per i cittadini che abitano in quel territorio? Personalmente credo proprio di no, perché questa struttura verrebbe edificata in un territorio che ha una valenza culturale e spirituale molto alta”, lo dichiara Paolo Cova, ex parlamentare del Pd, già componente della Commissione Agricoltura della Camera e vicesegretario nazionale del Sivelp, il Sindacato veterinari liberi professionisti. “Costruire uno stadio di queste dimensioni tra il borgo di Chiaravalle e i confini di San Donato comporta un’altra abominevole cementificazione di parte del Parco Agricolo Sud”, gli fa eco Vito Maino, segretario del Circolo Pd Corvetto.
“Ricordo la comunità di Nocetum, quella di Chiaravalle, la comunità di Viboldone, in un percorso che è quello della Valle dei Monaci, un territorio dove insiste una dimensione culturale e spirituale, nel cuore del paesaggio agrario, in mezzo all’agricoltura, tra percorsi escursionistici ricchi di sentieri – insiste Cova –. È evidente che un progetto del genere andrebbe a impattare sull’aspetto ambientale, in particolare sulla rete idrogeologica, con tutti i rischi che sappiamo. Il fatto di continuare a impermeabilizzare il terreno, soprattutto ai confini di Milano, dove già è tutto costruito e cementificato, creerebbe problemi per i cittadini, ma soprattutto per il territorio di Chiaravalle, San Donato e Corvetto”.
E Maino fa presente che “migliaia di metri quadri di ecosistema verranno coperti da cemento. Come cittadini del quartiere Corvetto di Milano, confinante con lo storico borgo di Chiaravalle, siamo preoccupati non solo delle conseguenze disastrose in termini ambientali, ma anche viabilistiche: lo stadio e l’enorme quantità di persone che esso richiama potrà causare gravi ripercussioni sulla rete viaria del quartiere, da sempre interessato dal traffico in entrata e in uscita dalla città”.
Dunque, “è prevedibile la realizzazione di un nuovo reticolo di strade per collegare l’impianto sportivo alla viabilità ordinaria e alla tangenziale. Chi conosce questa zona sa benissimo quanto sia complicato e come siano le dimensioni e il calibro delle strade in quel territorio. Non possiamo assolutamente permetterlo”, conclude Cova.
Milano, 24 giugno 2024