Come ti dono il cibo
Contro lo spreco alimentare la Camera c’è. Questa settimana abbiamo, infatti, approvato, in prima lettura, le disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi. Ora il testo passa all’esame del Senato.
La finalità del provvedimento è quella di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici o di altro genere, attraverso il perseguimento di diversi obiettivi. Tra questi, vi è il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari ai fini dell’utilizzo umano, e di prodotti farmaceutici e di altro genere, ai fini della solidarietà sociale; la riduzione della produzione dei rifiuti, la promozione del riuso e del riciclo attraverso l’estensione del ciclo di vita dei prodotti; la promozione delle attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei cittadini, con particolare riferimento ai giovani; il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.
Vengono semplificate le misure per la cessione gratuita degli alimenti che favoriscano la solidarietà sociale e destinata a favore di persone indigenti. Le eccedenze alimentari non idonee al consumo umano possono essere cedute, inoltre, per il sostegno di animali o per altre destinazioni, come il compostaggio. È poi consentita la cessione a titolo gratuito delle eccedenze di prodotti agricoli in campo o di allevamento, idonei al consumo umano e animale.
Sono previste specifiche disposizioni per i prodotti finiti della panificazione e per i derivati dagli impasti di farina prodotti negli impianti di panificazione che non necessitano di condizionamento termico. Gli alimenti dovranno essere selezionati in base ai requisiti di qualità e di igiene. Ancora, viene ampliata la platea dei soggetti autorizzati a effettuare le distribuzioni gratuite e le categorie dei prodotti che possono essere cedute gratuitamente alle persone indigenti. Il provvedimento detta infine disposizioni dirette a incentivare la donazione alle Onlus di medicinali non utilizzati, correttamente conservati e non scaduti.
Non più auto blu
Alla Camera abbiamo approvato, in prima lettura, con 387 voti favorevoli, 19 astenuti (Fi) e nessuno contrario, la proposta di legge sulle disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, le cosiddette auto blu. La nuova disciplina conferma l’obiettivo di riduzione della spesa relativa a queste macchine.
In particolare, viene prorogato al 31 dicembre 2017 il generale divieto per tutte le amministrazioni pubbliche di acquistare autovetture o di stipulare contratti di leasing per averle. L’uso dell’auto è consentito solo per singoli spostamenti per ragioni di servizio, escludendo in ogni caso gli spostamenti tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio.
Le pubbliche amministrazioni comunicano, entro il 31 dicembre di ogni anno, al Dipartimento della funzione pubblica e pubblicano sui propri siti istituzionali il numero e l’elenco delle autovetture di servizio. E in caso di inottemperanza a questo obbligo è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 500 a un massimo di 10mila euro a carico del responsabile della mancata pubblicazione.
In Europa qualcosa non va
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi è intervenuto alla Camera, come è consuetudine, prima della seduta del Consiglio europeo.
Renzi ha subito ricordato che l’incontro sarebbe stato il terzo in un mese, segnale che qualcosa non va e che non si stanno prendendo le decisioni necessarie in tema di migrazione, ma anche in altri settori meno visibili della vita quotidiana delle istituzioni europee.
La questione migratoria è, dunque, la principale nell’agenda di molti Paesi. Perciò andrebbe reinserita in un quadro più chiaro, più normale, più logico. Ma sembra sia piuttosto difficile, in presenza di una mancanza di attuazione delle decisioni, che pure l’Unione europea aveva preso segnando un passo in avanti non banale, quando aveva finalmente accettato l’idea degli hotspot, delle relocation, dei rimpatri. Gli hotspot sono stati fatti, le riallocazioni e i rimpatri no. È evidente, dunque, che questo è il primo tema da affrontare: quanto si riesca a dar corso alle decisioni prese.
Il secondo tema è l’accordo con la Turchia. Mentre l’Italia ha sempre tenuto la stessa posizione, a prescindere dai Governi, almeno nel primo decennio di questo secolo, non altrettanto si può dire per altri Paesi. Oggi la situazione è tale per cui, in sintesi, è giusto cercare di fare l’accordo con la Turchia, ma non a tutti i costi. Ci sono dei principi che per noi sono inderogabili: i diritti umani, la libertà di stampa, i valori costitutivi, l’identità del nostro continente. C’è bisogno di un’Europa che, quindi, agevoli la conclusione dell’accordo con la Turchia, mantenendo salda la propria coerenza e la propria fedeltà ai valori costitutivi.
E a proposito di Turchia, Renzi ha ribadito, ricordando gli attentati terroristici della scorsa settimana, l’approccio italiano al problema: investimenti nel campo della sicurezza, della cyber security, della presenza di forze dell’ordine, accanto all’attenzione ai fenomeni culturali, educativi, di investimento nelle periferie.
Infine, il Consiglio europeo, secondo noi, deve affrontare in maniera diversa le questioni della crescita. Renzi ha ricordato che nei primi mesi del mandato italiano siamo riusciti ad affermare il principio della flessibilità e il tema degli investimenti, che sono la chiave per cambiare la politica economica in Europa. Altre strade, si stanno rivelando fallimentari.
Ratificati estradizione e titoli di studio
Settimana di ratifiche, questa. Abbiamo, infatti, discusso e approvato la Ratifica ed esecuzione del trattato di assistenza giudiziaria in materia penale e del trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013, già approvato dal Senato; la Ratifica ed esecuzione del Memorandum d’intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 30 gennaio 2013, anch’esso già approvato dal Senato; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo che istituisce un’associazione tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l’America Centrale, dall’altra, fatto a Tegucigalpa il 29 giugno 2012; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, con Allegati, firmato a Pechino il 4 luglio 2005, già approvato dal Senato.
Una moratoria che dà sollievo
Durante questa settimana, il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha sottoscritto, assieme al presidente dell’Abi Antonio Patuelli, un protocollo d’intesa per il rilancio del settore lattiero caseario, decidendo una moratoria di 30 mesi dei debiti bancari degli allevatori italiani.
Posso solo dirmi soddisfatto, perché si tratta di un altro intervento diretto che aiuta i nostri allevatori da latte in questo momento di grave crisi. Più volte avevano chiesto di intervenire per una moratoria sui debiti e dare, in questo momento difficile, un momento di respiro alle aziende.
Coloro che hanno fatto investimenti in questi anni e hanno migliorato le proprie aziende con interventi strutturali, si sono trovati, infatti, in grave difficoltà con il calo del prezzo del latte. E finalmente, ora, questo accordo consente agli allevatori di guardare al futuro senza l’assillo dei debiti contratti.