L’appuntamento di Milano è una sfida per il Paese. Il risultato che avremo a Milano avrà una valenza nazionale.
Per questo, come ci richiama spesso il Segretario provinciale Cornelli, abbiamo una grande responsabilità.
1. Ma vincere a Milano non sarà solo il frutto del logoramento del Sindaco Moratti da parte della sua maggioranza, della percezione di stanchezza degli elettori che da 15 anni votano PdL e Lega al governo di Milano…
2. ma non sarà neppure il risultato di un bel programma- che ci vuole-,
3. starà piuttosto nella capacità di ridare un’anima a questa città , di dare ai suoi cittadini la speranza di un’idea e di un progetto che faccia uscire da una progressiva depressione. In questi anni è stato seminato l’individualismo delle persone rompendo lo spirito ambrosiano della generosità, costruito nei secoli. Milano esempio di laboriosità e di solidarietà, l’ingegno che ha portato alla nascita di tante piccole imprese.
Milano ha perso il suo volto e la sua vocazione annegando nella paura di non farcela e nel timore di chi non è simile nella razza e nella fede.
Diamo un anima a questa città che dovrà affrontare sfide impegnative nei prossimi anni e deve ritornare ad essere un modello di speranza per l’Italia. E di fatto a Milano una voce di speranza per uscire dal torpore viene proprio dai suoi Vescovi come Martini e Tettamanzi.
Raccogliamo anche noi questa sfida di portatori di speranza
Ma per essere portatori di speranza dobbiamo essere credibili, e dobbiamo diventare capaci di rischiare di più.
Diventare credibili significa renderci consapevoli dei nostri limiti e superare le nostre contraddizioni: non più presunzioni di avere sempre capito tutto mentre gli altri non hanno capito nulla, basta cumuli di cariche e di impegni, occorrono competenze vere nelle nomine, bisogna recuperare il volontariato della politica rispetto al professionismo di chi la identifica con il proprio lavoro.
Capaci di rischiare di più: meno tempo alla tutela di spazi nel partito e più presenza nella vita civile, attenzione a quanto nasce e si muove attorno a noi.40 circoli in città, 108 in provincia, 12.000 iscritti, tantissimi militanti e simpatizzanti. Con loro riusciamo a essere presenti sul territorio con banchetti.Essere convinti per convincere, metterci la faccia. Capire le nuove attenzioni e farsi capire da esse. Il Laboratorio di Change Milano va in questo senso e deve essere una risorsa preziosa per sperimentare. Ma questo avviene se matura il senso dell’insieme e superiamo il fascino della frantumazione, dove al frammento possiamo dare il nostro nome.
In questa ottica va quanto delineato nella sua relazione dal nostro segretario Cornelli quando ci richiama ad un Partito Unito ed uno sforzo organizzativo che lo faccia camminare insieme.
– Un coordinamento politico delle iniziative dei diversi attori del partito per evitare dispersioni di tempo ed energie
– gestione della comunicazione che va ulteriormente rafforzata in accordo con i gruppi consiliari e il Partito Lombardo
– individuazione e condivisione di un percorso chiaro di Una città aperta, innovativa e solidale
2. Molti sono i settori che richiamano la nostra attenzione: lavoro, professioni, servizi per famiglia e minori, casa, …e diverse sono le fasce sociali che aspettano da noi un segno per darci nuovamente attenzione e fiducia.L’individualismo di questi anni ha reso insicure molte fasce di persone che hanno difficoltà ad accedere ai servizi alla persona essenziali, lasciando un senso di smarrimento e paura.
Liste di attesa ai nidi e scuole materne lunghissime, stessa situazione per accedere a case di Edilizia Residenziale Popolare, pochissimi alloggi ad affitto convenzionato. Poliambulatori, RSA.
Recuperare lo spirito ambrosiano e solidale di questa città passa dall’attenzione ai suoi cittadini e alla capacità di integrazione e non a guardare gli interessi di pochi.
La sfida dell’integrazioni fra una città di persone anziane e giovani che vengono a vivere questa città, e nei prossimi anni saranno sempre più extracomunitari.
La sfida di integrazione di una città che dovrà confrontarsi con l’arrivo di nuove sensibilità religiose ma anche con nuovi integralismi religiosi o anti religiosi.
Milano si avvia a divenire una città multiculturale e multireligiosa e dovrà affrontare con lungimiranza questo tema.
Milano capitale del volontariato e poco ascoltata in questi anni dalla politica potrebbe essere una risorsa per dare un volto a questa città. Il volontariato non può essere tenuto fuori dalla porta.
Prima il progetto e le alleanze, dunque, da definirsi negli aspetti fondamentali entro l’estate. Poi, all’interno di questo percorso, si deciderà insieme alle forze politiche, sociali e civiche il cammino verso le primarie, rispettando appieno il nostro Statuto che parla anzitutto di primarie di coalizione.
Paolo Cova