NEWS DAL PARLAMENTO

Primo giorno di scuola

Il gran giorno è arrivato e ho cominciato la mia nuova avventura. Con ancora più entusiasmo e voglia di fare, se è possibile. Sono entrato per la prima volta nel palazzo che rappresenta il cuore dello Stato italiano, quello dove, da quasi settant’anni, si decide il destino di questo Paese complicato e straordinario. Sono ufficialmente un parlamentare della Repubblica italiana e lunedì 11 marzo 2013 è iniziato il mio cammino alla Camera dei Deputati per la XVII legislatura.

Mica facile, però: il percorso è stato lungo, è durato quasi 4 ore per la registrazione, le foto, persino la misurazione dei polpastrelli per le votazioni, la firma digitale e i servizi informatici. Assolutamente da segnalare la gentilezza dei commessi che hanno accompagnato me e gli altri neo deputati nei primi passi. Per quanto riguarda il mio futuro impegno nel lavoro sui tavoli romani, ai funzionari del Gruppo Pd ho segnalato come interesse le Commissioni XIII Agricoltura, VIII Ambiente e XII Affari sociali.

In questa prima fase ho conosciuto tanti volti nuovi, soprattutto del Pd, e altri più noti della politica italiana. Devo confessare che tutto questo mi ha procurato una certa emozione che è aumentata notevolmente venerdì 15 marzo, quando, alle 10.30 in punto, sono iniziati i lavori d’Aula.

Tutti i nomi dei presidenti

All'ordine del giorno della prima giornata di lavori c’erano la costituzione dell'Ufficio provvisorio di Presidenza; la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione di deputati subentranti; l'elezione del Presidente che ha avuto luogo per scrutinio segreto. In base a quanto disposto dal Regolamento, la seduta è stata presieduta dall'onorevole Antonio Leone nella sua qualità di vicepresidente più anziano per elezione tra quelli della legislatura precedente. Come sapete tutti, la Presidente della Camera oggi è Laura Boldrini, una figura di spicco a livello internazionale. Quello che si conosce meno è il nome dei vicepresidenti: si tratta dei due parlamentari del Pd Marina Sereni, che ha preso 311 voti, Roberto Giachetti (253 voti), Luigi di Maio del Movimento 5 Stelle (173 voti) e Maurizio Lupi del Pdl (145 voti).

Sono poco noti anche i nomi e i ruoli dei tre deputati definiti questori, ovvero i neo eletti Paolo Fontanelli (Pd), Gregorio Fontana (Pdl) e Stefano Dambruoso (Scelta civica). Avranno il compito di curare collegialmente il buon andamento dell’amministrazione, vigilando sull'applicazione delle relative norme e delle direttive del presidente. Inoltre, il Collegio dei Questori elabora annualmente il progetto di bilancio interno, che è sottoposto successivamente all'esame dell'Ufficio di Presidenza (di cui i deputati questori fanno parte) ed è poi discusso e approvato dall'Assemblea. I questori sovraintendono alle spese della Camera, al cerimoniale, al mantenimento dell'ordine e alla sicurezza delle sedi della Camera.

L’Italia vista dall’Europa. Secondo Monti

Nella seduta di questa settimana il Presidente del Consiglio uscente Mario Monti ha illustrato ai parlamentari quanto emerso dalla importante riunione del Consiglio Europeo, tenutasi nei giorni 14 e 15 marzo. Dalle sue parole è emerso come l’Europa chieda agli Stati di ridurre il debito pubblico, mentre per altri è possibile anche percorrere strade diverse. Una richiesta potrebbe essere quella di usare tutti gli strumenti disponibili per superare il Patto di Stabilità e ottenere così maggior equilibrio tra imposizione fiscale e crescita. Monti ha detto a chiare lettere che l’Europa suggerisce all’Italia di restituire parte del debito della pubblica amministrazione, cosa peraltro già messa in programma.

Le considerazioni espresse da Monti sembrano elogiare il suo operato e ricordano i toni della campagna elettorale più che quelli di una esposizione di fatti e indicazioni da seguire. Mi ha colpito il fatto che non ha parlato delle problematiche e dei nodi irrisolti del suo Governo. E non ha preso minimamente in considerazione le richieste avanzate dai Gruppi parlamentari che suggeriscono minor rigore fiscale in modo da favorire la ripresa economica.

Terzi, La Russa e i marò

Come è noto, il Ministro degli Esteri Giulio Terzi ha formalizzato le sue dimissioni in Aula, suscitando non solo grande sorpresa, ma anche molte perplessità. Mi chiedo – e non sono il solo – perché la decisione sia stata comunicata con queste modalità e perché il Ministro non sia rimasto al suo posto, pensando così al bene dell’Italia e non al suo interesse personale. E ciò al di là di ogni valutazione della sua posizione, che sarebbe dovuta venire in subordine al senso e al principio di unità del Consiglio dei Ministri.

Non solo: sulla questione marò ho notato come vi sia stata una notevole incoerenza e mancanza di coesione da parte dei parlamentari di centrodestra, nonostante il Pdl e le forze a esso vicine, come Fratelli d’Italia,abbiano fatto della vicenda una bandiera. Gli onorevoli Ignazio La Russa e Fabrizio Cicchitto, che sono intervenuti sul tema, paiono essere gli unici realmente interessati alla sorte dei due militari: quando l’altro giorno si è affrontato l’argomento, in Aula vi erano davvero pochi parlamentari del Popolo della Libertà. Devo dire, invece, che gli altri gruppi parlamentari erano comunque in buona sostanza presenti, mentre proprio coloro che si fanno paladini dei due militari italiani detenuti in India, poi, in realtà, disertano la seduta in cui se ne parla.