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Il Governo Letta
Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, siamo ora a un altro passaggio difficile e complicato. Il conferimento dell’incarico a Enrico Letta è la via trovata da Napolitano per cercare di uscire da questo quadro politico frazionato. Letta ha risposto a questa responsabilità scegliendo donne e uomini che in parte segnano una discontinuità con il passato. Il PD ha messo in campo competenze nuove con uomini e donne anche alla loro prima esperienza. Non sono sordo alle preoccupazioni di “inciucio” che ricevo ma limitarsi solo ai “se” e ai “ma”, non ci porta lontano. Questa è la situazione e deve essere affrontata. Mi auguro che non ci si fermi a fare solo ipotesi e supposizioni, ma si guardi alla realtà della situazione del nostro Paese. Questo mi sento di chiederlo anche ai cittadini che spesso parlano di politica lontana dalla realtà e che ora non possono chiedere alla politica di ragionare su scenari che non ci sono o su possibili alternative che non si sono realizzate in questi mesi.Guardo a questo passaggio stretto con la speranza che sia un cambio di ritmo e di collaborazione tra più forze politiche.
Rodotà e la Costituzione
In questi giorni ho ricevuto molte richieste di spiegazioni sui motivi che hanno indotto il Pd a non scegliere e votare Stefano Rodotà come nuovo Presidente della Repubblica. Faccio perciò alcune mie personali considerazioni e vi espongo quale ragionamento ho seguito nello sposare questa decisione.In Italia, fino a che non si voti un cambio della Costituzione, siamo in una democrazia parlamentare e non presidenziale. Ciò significa che non esiste l'elezione diretta del Capo dello Stato.
Pertanto, fare quelle che il M5s ha definito “Quirinarie” per scegliere il futuro Presidente, vuol dire snaturare lo spirito della nostra carta costituzionale ancora vigente. Se proprio vogliamo, almeno Silvio Berlusconi aveva proposto la stessa cosa, ma prima modificando, appunto, la Costituzione.
Beppe Grillo non è interessato neanche a fare questo e, come è ormai suo costume, supera le leggi ignorandone il contenuto.E d’altra parte, il candidato Rodotà stesso, che di fronte a una situazione come questa non capisce che si sta cambiando lo spirito costituzionale, dal mio punto di vista non è più un garante della nostra Carta. Lo dimostra chiaramente il fatto che noi del Pd non abbiamo indetto e tenuto primarie per il presidente.
E se mai le avesse fatte Berlusconi, a quest’ora saremmo stati tutti in piazza a sventolare la Costituzione.
Società liquida: migliorarla è possibile
Una riflessione mi sorge dopo questo primo mese di attività parlamentare. Parliamo di questa società che viene definita “liquida” per la sua estrema facilità a scappare e scivolare via, quasi incontenibile e incontrollabile come l’acqua che scorre e va.
Tutto cosi semplice e sempre a portata di mano, tantissime volte basta un solo click e si apre un mondo davanti a noi.
Ogni informazione è per tutti e con un semplice Pc ci si connette ad ogni informazione. Poi scopri che la realtà è molto più complessa, non è come appare.
Non è vero che tutto è a portata di mano e non tutti riescono e possono accedere a questo mondo fantastico.La complessità della vita si esplica maggiormente quando ti devi confrontare con altre persone, e persone con idee diverse dalle tue. Si entra in quel mondo complesso che ci ha divisi in questi anni, nel tifo e in quello slogan bruttissimo, “Una precisa scelta di campo”, che ha creato solo tifosi e ha chiuso spazio al dialogo.
Certo tornava utile per compattare i propri di tifosi.Allora non è più una società liquida, ma complessa da gestire e decifrare.
Quando metti in campo ragionamenti inizia la difficoltà a seguirti e a comprendere, si preferisce slogan, parole d’ordine. Risultiamo incapaci di masticare alcuni passaggi e spesso vengono liquidati come “gli inciuci” con “le lotte di corrente”.Personalmente credo che prima di una scelta ci stanno dei passaggi e delle riflessioni, ci stanno argomentazioni anche opinabili da altri, ma argomentazioni nate dall’esperienza e dalla conoscenza.
Non bastano semplici informazioni, serve una conoscenza e un sapere.
Liberiamo questa Italia con ragionamenti che raccolgano la complessità della situazione e non cedano alla semplificazione eccessiva.
Ministro, ad Agrate si rischiaLa situazione della St Microelectronics di Agrate e la sua storia recente, che sta portando a una riorganizzazione che investe direttamente il personale, è al centro di un’interrogazione che ho appena presentato.
Per chi non la conoscesse, St Microelectronics è un’azienda multinazionale leader nello sviluppo e nella produzione di semiconduttori su scala mondiale, con 50.000 dipendenti nel mondo e 20.000 in Europa, di cui 8.000 in Italia, e un fatturato di circa 10 miliardi di dollari nel 2011.
Ma varie vicissitudini e cessioni, hanno portato oggi il sito di Agrate in un contesto di riorganizzazione tale che determina incertezza per i lavoratori e le lavoratrici coinvolti.
Al Ministro dello Sviluppo Economico, che era stato parte attiva nell’ambito degli accordi passati, chiedo “se non ritenga necessario confermare il carattere strategico che la St Microelectronics ha per il nostro Paese; quali urgenti e concrete iniziative intenda adottare per garantire la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali nel sito di Agrate; se non ritenga di doversi attivare nei confronti dell'azienda; se, in qualità di azionista pubblico, non ritenga opportuno intervenire presso la Micron affinché predisponga un piano di investimenti che dia una prospettiva certa al sito di Agrate; se non ravvisi la necessità di attivare urgentemente un tavolo istituzionale tra Governo, Regioni e soggetti interessati”.Infine, vorrei sapere dal Ministro se non pensi di verificare la correttezza dei comportamenti messi in atto e che si giocano, come sempre, sulla pelle dei lavoratori.