Ai vertici dell’agricoltura
La XIII Commissione Agricoltura della Camera, quella cui appartengo, ha eletto il suo ufficio di presidenza. Quasi interamente appartenenti al Partito democratico – tranne Andrea Zaccagnini (M5S) uno dei due vicepresidenti,–, gli onorevoli dell’ufficio di presidenza che si faranno carico di dirimere le questioni agricole italiane, sono Luca Sani, presidente, Massimo Fiorio, l’altro vicepresidente, e Luciano Agostini, segretario.
Mi rimane qualche perplessità sul fatto che proprio il Presidente di questa Commissione non sia esattamente un esperto del settore. Caratteristica che per me è abbastanza fondamentale.
Spero di ricredermi.
Per inciso, segnalo che le 28 vicepresidenze che spettavano alla minoranza, sono andate tutte al Movimento di Grillo, che – grazie ai numeri – non ha ritenuto di dover lasciare almeno un posticino a Sel o alla Lega, ad esempio. Il buongiorno si vede proprio dal mattino.
Un Modello da cambiare
Sempre su tema agricolo è la mia nuova interrogazione, questa volta indirizzata al Ministro della Salute perché il nocciolo della questione ha a che fare con la farmacovigilanza sugli animali e il modo in cui sono trattati e alimentati.In buona sostanza, per il trasporto delle specie suina, bovina, ovina, caprina, equina, bufalina e altri animali da cortile, come volatili e conigli, serve un documento che si chiama Modello 4 o Foglio Rosa.
Ma in questi anni di lavoro che ho svolto proprio nell’ambito dell’allevamento di bovini da latte, mi sono accorto che la compilazione di una parte del modello – modificata nel 2006 – genera negli allevatori una notevole confusione visto che le voci sembrano essere discordanti tra loro.
E spesso si incorre in errori. Ma sbagliare questo documento significa sanzioni amministrative e addirittura penali.
Ho constatato che questo avviene in quanto la formulazione del Modello 4 è ancora legata a un vecchio schema, in cui il sistema della farmacovigilanza non era cosi attento come ora. In sintesi, il documento chiede correttamente agli allevatori il rispetto dei tempi di sospensione dei trattamenti prima del trasporto, ma anche se è stato effettuato un trattamento nei 90 giorni antecedenti, chiarimento che diventa superfluo e inutile.
Si può immaginare in quale difficoltà si mettono gli operatori del settore.
Per questo chiedo al Ministro di modificare quel passaggio del modello 4 e di sapere quante siano, dal 2006 a oggi, le sanzioni riscontrate relative all’errata compilazione.
Estia aiuta chi è dentro
Domenica scorsa ho partecipato, nel carcere di Bollate, alla festa per l’anniversario della fondazione dell’associazione milanese Estia, un gruppo di volontari che lavora, appunto, nell’istituto penitenziario.
Sono rimasto colpito positivamente non solo dall’attività di queste persone con coloro che stanno scontando la pena a Bollate, ma anche dal modo in cui la struttura è tenuta e condotta. Forse è noto che questo è un carcere modello. E mi viene da pensare che probabilmente persegue l’unica via in grado di dare una seconda chance a chi vi è detenuto.
Ma sappiamo anche che Bollate è uno dei pochi casi in Italia. Per il resto, le carceri sono ciò che di peggio si può pensare: vecchie, cadenti, superate come infrastrutture e in termini di sicurezza, soprattutto incredibilmente sovraffollate.
Qualsiasi cosa si possa pensare di una persona che si trova ristretta, non è certo il modo per farle scontare umanamente una pena e procedere a un auspicabile recupero. Sono convinto che senza una prospettiva e una dignità anche nella detenzione, chi ha compiuto atti contrari alla legge non potrà che ripeterli e così l’annoso problema carceri, in questo Paese, non si risolverà mai.
Giù le mani dal verde
La Giunta provinciale di Milano ha deliberato l’approvazione del Piano di governo del territorio del Comune di Pogliano Milanese. Ma non senza prescrizioni.
Soprattutto per quanto riguarda le aree verdi e agricole. In particolare, la Provincia ha chiesto di prevedere idonee fasce di mitigazione paesistico/ambientale lungo il confine comunale con Vanzago e in particolare con il sito del Bosco Wwf. E’ stata poi molto chiara sul rispetto del corridoio ecologico della Rer (la Rete ecologica regionale) e sulla diminuzione del perimetro del Parco Basso Olona: per Palazzo Isimbardi non è condivisibile sottrarre ulteriori aree a queste zone, visto che poi, nel Pgt, non assumono alcuna destinazione specifica.Infine, la Giunta “tira le orecchie” al Comune anche sul consumo di suolo: la previsione è di un 2,9% di superficie urbanizzata in più e rosicchiata alle aree agricole.
La Provincia chiede una verifica precisa tra la richiesta di Pogliano e le valutazioni contenute nel piano territoriale provinciale. Perché a quanto pare i conti non tornano.
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