Verso il congresso
Dopo l'assemblea di sabato scorso, sta partendo il percorso congressuale del Partito democratico. Faccio su questo fondamentale passaggio per il Pd alcune mie considerazioni sui punti tematici che secondo me sono da affrontare per cercare di dare più respiro al partito.
Un primo punto è tornare a dare dignità alle assemblee, alle direzioni a ogni livello e alle segreterie, riducendo drasticamente il numero dei componenti. Solo in questo modo possono diventare un luogo decisionale serio, dove il confronto può anche essere aspro, ma dove si può arrivare a fare scelte chiare e trasparenti, anziché rimandarle ad altre sedi.
Il secondo aspetto deve essere la separazione netta tra percorso politico e istituzionale con ruoli di ‘dipendenza o funzionariato’ partitico. Trovo che sia l’unico modo per cercare competenze, destinate al cammino istituzionale, selezionate direttamente dalla società civile e non imposte da una selezione interna ai dipendenti del partito.
Debiti Pa: i soldi, finalmente
Finalmente il Governo ha sbloccato i pagamenti della pubblica amministrazione, sul fronte degli enti locali. La Camera dei deputati ha approvato (450 favorevoli, nessun contrario e i 107 astenuti del MoVimento 5 Stelle) il decreto che rende spendibili 40 miliardi di euro. Per la cronaca sono 17mila le amministrazioni locali che attendono fondi e il debito stimato da Bankitalia è di 90 miliardi di euro.
Per ora il Ministero dell’Economia ha comunicato che sono state accolte 1.500 richieste e che ha concesso tutto il plafond disponibile di 3,6 miliardi per le domande presentate entro il 30 aprile. In totale, le domande richiedevano un importo complessivo di circa 5,76 miliardi di euro. Il Ministero ha fatto sapere che il plafond è stato determinato secondo il criterio proporzionale, sulla base di una percentuale pari a circa il 62% dell'importo richiesto. Ora, le erogazioni delle anticipazioni, pari a 1,8 miliardi per il 2013 e 1,8 miliardi per il 2014, saranno effettuate dalla Cassa depositi e prestiti, con il perfezionamento dei relativi contratti con gli enti locali interessati.
Voglio sgombrare il campo da un dubbio: le domande accolte riguardano tutte piccole e medie imprese che attendevano da ormai troppo tempo di venir pagate per un servizio dato a un determinato ente locale (nella quasi totalità dei casi Comuni, ma anche qualche Unione di Comuni, Comunità montana e Provincia). Non è, dunque, come erroneamente pensa qualcuno, un modo per dar soldi alle banche, ovvero a quelle imprese che avevano ceduto i debiti alle banche. Per dirla in soldoni, qui si tratta proprio di riconoscere il giusto compenso alla piccola ditta – di solito si tratta di lavori pubblici – che ha lavorato per il municipio del suo paesello.
Il Governo sostenga l’agricoltura
Sappiamo tutti bene che viviamo in un momento di pressoché totale stagnazione degli investimenti e di incapacità di autofinanziamento delle imprese italiane. Per contro, le aziende produttrici hanno necessità di un incremento del fabbisogno finanziario. E a risentirne di più sono le imprese agricole. L’indebitamento bancario per il settore agricolo rischia però di diventare un onere gravoso, soprattutto in questa fase di difficoltà economica e di restrizione creditizia. Eppure, molte di queste realtà avrebbero semplicemente bisogno di riequilibrare la loro posizione finanziaria attraverso l’accensione di operazioni di ristrutturazione dei debiti bancari. A Stato e Regioni meglio nemmeno chiedere, per mancanza di risorse e per i limiti posti dalla Commissione europea.
Ecco perché, assieme ad altri colleghi parlamentari, ho presentato al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali una question time sul tema in cui chiediamo di sapere “quali iniziative intenda assumere il Governo per facilitare l’accesso al credito delle imprese agricole e il ricambio generazionale”. Secondo noi, l’obiettivo deve essere di sostenere sia le aziende in difficoltà che quelle che intendono rilanciare la propria attività mediante il ricorso a investimenti innovativi. E di favorire politiche di aggregazione e di integrazione per il ricambio generazionale, anche utilizzando i fondi comunitari destinati ai Piani di sviluppo rurale.