Costituzione, dubbi sciolti
Alla Camera è iniziata la discussione sulla formazione della Commissione per le riforme costituzionali. In Senato l’istituzione del Comitato è già stata votata e prevede che sia composto da venti senatori e venti deputati, nominati dai Presidenti delle Camere, in accordo tra loro, tra i membri delle Commissioni Affari costituzionali del Senato e della Camera. Oltre ai componenti nominati, fanno parte di diritto, i Presidenti delle predette Commissioni cui è affidata congiuntamente la Presidenza del Comitato.
Per quanto mi riguarda, ricorderete che qualche mese fa avevo anch’io sottoscritto un documento con le criticità di questo percorso assieme ad altri 44 parlamentari del Pd. Le preoccupazioni riguardavano un ampio cambio della Costituzione e un passaggio dalla democrazia parlamentare ad un presidenzialismo o un semi-presidenzialismo.
Ebbene, con soddisfazione posso dire che le modifiche per una reale riduzione del numero dei componenti delle Camere, l’abolizione del Senato per superare il bicameralismo perfetto,sono già state accettate ed è stata anche prevista una norma di salvaguardia dell’art. 138 della Costituzione, quello che parla dei referendum: la validità dell'articolo viene confermata dalla possibilità di svolgere il referendum popolare anche con la maggioranza assoluta del Parlamento. Questo consente di poter vigilare su questo percorso anche con un Parlamento eletto non più in modo proporzionale ma maggioritario.
Grilli sul tetto
Cosa diverse è il modus operandi dei grillini. Adesso si sono inventati di occupare il Parlamento, salendo sul tetto del palazzo. Sono 12 deputati del M5S che venerdì si sono piazzati in cima a Montecitorio per manifestare contro il disegno di legge sulle riforme costituzionali. Con pochi viveri, qualche coperta e uno striscione su cui campeggia la scritta “La Costituzione è di tutti”, pensano di fare il loro dovere.
Francamente stanno un po’ stancando: non solo è grave che questi parlamentari, eletti a rappresentare gli italiani occupino il Parlamento, ma non penso proprio che sia questo il modo per cambiare le regole. Dimostrino che si danno da fare realmente, in Aula, studiando e lavorando. E le proteste eclatanti le lascino fare a chi – come tanti lavoratori disperati – ne ha veramente bisogno e ragione.
Aziende in crisi: presidio alla Form
L’ennesima fabbrica che chiude e centinaia di lavoratori a casa. Si tratta della Form di Cormano che produce e commercializza getti in alluminio per il settore automobilistico europeo. Lunedì 9 settembre, a partire dalle h. 9.30, il Partito Democratico organizza un presidio davanti ai cancelli dell’azienda, già in amministrazione straordinaria, a sostegno dei 266 lavoratori che potrebbero perdere il lavoro in seguito alla crisi aziendale.
Il gruppo Form è in fase di liquidazione ed è gestito da un commissario. La situazione potrebbe avere risvolti drammatici per il piano occupazionale dell'intero territorio. L'azienda è attualmente sottoposta ad un piano di vendita attraverso un bando pubblico, che scadrà il 16 settembre. Dall'esito del bando dipenderanno le sorti del futuro dell'azienda e dei lavoratori.
E' importante e necessario che soprattutto ora tutte le forze politiche, sindacali e sociali si stringano attorno ai lavoratori che cercano di mantenere il loro posto. Ecco perché è prioritario esserci.