La mia lettura degli eventi della scorsa settimana
Sono sotto gli occhi di tutti le immagini di quanto accaduto alla Camera la scorsa settimana. Ho vissuto personalmente gli eventi anche alla Commissione Affari Istituzionali, la mattina dell’approvazione del testo sulla legge elettorale. Ma prima di raccontarvi la fase finale di questa triste pagina di storia parlamentare, faccio un passo indietro, perché mi sembra molto importante spiegare bene come siamo arrivati ai fatti di questi giorni.
Credo che nessuno di voi abbia sentito parlare del Decreto su Imu e Banca d’Italia nei mesi scorsi, eppure questo provvedimento era già stato approvato dal Senato senza alcuna forma di protesta o ostruzionismo da parte del M5S. Mi sarei aspettato un ostruzionismo maggiore al Senato dove la maggioranza ha numeri più risicati. Ma niente di tutto questo è avvenuto perché non era la priorità.
Per quale motivo? La mia personale lettura è che l’interesse del M5S era rivolto a bloccare il percorso della legge elettorale più che del Decreto Imu-Bankitalia. Nel mese scorso non era sul tavolo la legge elettorale, mentre ora è iniziato l’iter alla Camera. Inscenare questo ostruzionismo voleva dire impedire che la legge elettorale arrivasse in Aula. Per anni si sono tutti lamentati che nulla era stato fatto in questo senso e che la riforma che cambierà il metodo delle elezioni veniva tenuta ferma apposta. Ora che si sta arrivando ad un cambiamento, solo il M5S sta provando a bloccare tutto.
Infatti, giovedì mattina i grillini hanno tentato di occupare l’aula della Commissione per impedire che si votasse e che i parlamentari potessero uscire, di fatto sequestrandoli.
Imu, seconda rata abolita
Alla fine il decreto è passato, ma non sono mancati insulti pesantissimi, schiaffoni, gestacci e le azioni di protesta portate al limite dell’accettabile in un consesso democratico che tutti avete visto. E’ definitivamente approvato alla Camera il disegno di legge sulle disposizioni urgenti concernenti l'Imu, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia.
Cosa contiene questo vituperato provvedimento, i cui reali contenuti sono passati in secondo piano di fronte all’opinione pubblica? In sintesi, dispone l'abolizione della seconda rata Imu 2013, aumenta gli acconti Ires e Irap 2013 per gli enti creditizi, finanziari, assicurativi e per la Banca d'Italia, semplifica le norme per la dismissione degli immobili pubblici, autorizza l'aumento di capitale della Banca d’Italia, individuando le categorie di investitori che possono acquisire le relative quote e modificando l'assetto e la governance dell'istituto. Sono, infine, dettate norme in materia di accisa su birra, prodotti alcolici intermedi e alcol etilico.
In sostanza, quello che interessa tutti noi, è che grazie a questo decreto non si pagherà la seconda rata dell’Imu, che avrebbe rappresentato per i cittadini un esborso, sulla prima casa, di 2,2 miliardi.
Cos’è il decreto su Bankitalia
Sebbene sia materia ostica, provo a spiegare cosa cambia per Bankitalia. Il punto principale è che il decreto ha disposto la rivalutazione delle sue quote in quanto il capitale sociale della Banca d’Italia è di 156.000 euro, cioè quello fissato nel 1936. Già ora le quote di Bankitalia sono in mano a banche private e assicurazioni per il 97%, senza che per questo ne siano proprietarie, in quanto lo statuto prevede l’indipendenza di Bankitalia.
Quindi, per legge, si autorizza l’aumento di capitale fino al raggiungimento di 7,5 miliardi di euro tramite l’utilizzo di riserve statutarie. Infatti, la nostra banca nazionale emetterà obbligazioni a termine per un valore di 6 miliardi che le banche private dovranno restituire negli anni. Non ci sono aggravi sui conti pubblici, anzi la rivalutazione delle quote porterà al pagamento delle tasse su questo plusvalore, entrata che servirà allo Stato per pagare la rata Imu che lo stesso decreto abolisce per i cittadini italiani. Questo è il motivo per cui i due provvedimenti, Imu e Bankitalia, sono stati messi insieme.
Vengono, inoltre, disposti la limitazione dei diritti economici dei partecipanti alla distribuzione dei dividendi annuali, l’individuazione dei soggetti legittimati a detenere quote del capitale di Bankitalia, l’introduzione di un limite individuale al possesso di quote del capitale. E in questo modo nessuno potrà avere più del 3% delle azioni: gli azionisti che oggi ne hanno di più dovranno vendere. Le quote potranno essere acquistate da banche e imprese assicurative comunitarie, quindi europee, ma anche fondi pensione, fondazioni bancarie, enti e istituti di previdenza che hanno sede in Italia.
L’Ucraina è scesa in piazza
Per un Paese in piena democrazia che fa barricate sul nulla, ce n’è un altro che lotta per una vera libertà di scelta. L’Ucraina è scesa in piazza, dopo anni di attesa, manifestando duramente contro il presidente ucraino Viktor Yanukovich e la sua posizione smaccatamente filorussa e antieuropeista. Il risultato delle proteste e degli scontri di piazza è stato che Yanukovich ha dovuto accettare le dimissioni in blocco del premier Mikola Azarov e di tutto il governo. Inoltre, il parlamento ucraino ha dovuto abrogare le leggi anti-proteste approvate pochi giorni prima.
Proprio in settimana, ho potuto ascoltare dalla viva voce di testimoni, ricevuti in Commissione Affari esteri della Camera, cosa sta accadendo e perché. E per farvi capire come la pensa il popolo ucraino, vi dico solo che le proteste sono iniziate un paio di mesi fa dopo che il governo Yanukovich ha fatto marcia indietro sulla firma dell’accordo di associazione con la Ue, rilanciando le relazioni economiche con la Russia. Immediatamente migliaia di persone si sono riversate nelle strade pacificamente, chiedendo al presidente di ripensarci.
Un Ministro via l’altro
Cosucce di casa nostra: alla fine la Ministra dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo ha dovuto dimettersi. Scelta giusta, troppo clamore sul suo caso, troppe cose da chiarire. Io aggiungo anche troppi cambi di Ministri negli ultimi 6 anni a questa benedetta Agricoltura, che tra l’altro è un comparto oltre modo prezioso, soprattutto se pensiamo che sarà grande protagonista di Expo. Purtroppo, è stato gestito senza lungimiranza, proprio a causa del continuo turn over di responsabili del dicastero e mi sono augurato, pubblicamente, che ora venga scelta una persona competente, che sappia dare una svolta anche rispetto a tutte le questioni che coinvolgono Agea e lo stesso Ministero, in primis la vicenda delle quote latte. Si deve inoltre tener conto dell’importanza dei prodotti agroalimentari italiani che sono di alta qualità e ci vengono invidiati nel mondo.
Con Bruschi per il futuro di Melzo
Continua il mio sostegno alle primarie della provincia di Milano. Questa volta voglio dire due parole di Antonio Bruschi, nato e sempre vissuto a Melzo, cittadina della Martesana dove si candida per essere scelto dagli elettori del centrosinistra come prossimo sfidante per la carica di sindaco. Pensionato del settore telecomunicazioni, un’esperienza sindacale alle spalle, Bruschi è stato fino a poco tempo fa segretario del Circolo cittadino.
Annuncia che sarà un sindaco a tempo pieno, sogna una Melzo viva e attraente e pensa a un progetto forte con un’amministrazione interessata al futuro delle giovani generazioni, senza dimenticare di intervenire ogni giorno per risolvere i problemi di cui soffrono le comunità locali.
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