Droghe e farmaci: cambiano le regole
Alla Camera abbiamo approvato la Disciplina degli stupefacenti e dell’impiego di farmaci meno onerosi per il Servizio sanitario nazionale, che si compone di 4 articoli diretti a fronteggiare situazioni di necessità e urgenza negli ambiti delle sostanze stupefacenti e psicotrope e dei farmaci offlabel, ovvero fuori indicazione.
Quali le novità? Prima di tutto si abbassano le sanzioni per lo spaccio di lieve entità: ora vige la reclusione da 6 mesi a 4 anni e una multa da mille a 15mila euro. Ma attenzione: il reato non distingue tra droghe leggere e pesanti e spetterà al giudice graduare l'entità della pena in base alla qualità e quantità della sostanza spacciata e alle altre circostanze del caso.
Vengono rimodellate le tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Ora sono cinque: la I e III raggruppano le droghe pesanti, la II e la IV quelle leggere, la V riguarda i medicinali. Tra le droghe leggere confluiscono tutte le cannabis, senza distinzione; tra quelle pesanti finiscono tutte le droghe sintetiche riconducibili al principale principio attivo della cannabis.
Per quanto riguarda il famoso “uso personale”, acquisto o detenzione non hanno rilevanza penale, ma solo amministrativa. Per determinare, invece, la “modica quantità” entreranno in gioco il superamento dei livelli soglia fissati dal Ministero della Salute, il peso e il confezionamento.
Nel caso di piccolo spaccio o altri reati minori commessi da un tossicodipendente, il giudice può applicare la pena del lavoro di pubblica utilità al posto di detenzione e multa. Scelta che va nella direzione di evitare il sovraffollamento delle carceri, problema annoso per l’Italia e che, come sapete, seguo con attenzione.
Infine segnalo l’articolo 3 sui medicinali utilizzati per una indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata. Previa valutazione dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), queste medicine potranno essere erogate a carico del Servizio sanitario nazionale, purché l’indicazione sia nota e conforme a ricerche condotte nell'ambito della comunità medico-scientifica nazionale e internazionale, secondo parametri di economicità e appropriatezza.
Quei furti sospetti
Ho presentato tre interrogazioni, ad altrettanti Ministri, per capire come mai in Italia, soprattutto in alcune regioni, spariscono regolarmente 30.000 capi di bestiame ogni anno. Il furto viene denunciato, ma poi non si riesce a capire perché è avvenuto e chi può esserci dietro. Il mio timore è che siano dei tentativi di mascherare la vicenda delle quote latte, oppure macellazioni abusive o magari il mancato rispetto delle norme sul benessere animale.
Le interrogazioni sono rivolte ai Ministri dell’Agricoltura Maurizio Martina, dell’Interno Angelino Alfano e della Sanità Beatrice Lorenzin. A tutti e tre riassumo la vicenda, segnalando questi continui furti di capi bovini e bufalini. Un fenomeno che si sta trascinando da almeno 12 anni e che mette a rischio il nostro patrimonio zootecnico, come pure la tracciabilità degli alimenti di origine animale. Ma ciò che più mi preoccupa e che chiedo ai Ministri di chiarire, è se questi furti siano fatti artatamente per cercare di nascondere altro. Il mio dubbio è che alcune stalle ricevano contributi senza avere realmente i capi, mantengano la propria quota latte e poi l’affittino dichiarando i furti. Altra ipotesi è che questi animali vengano destinati alla macellazione abusiva. Infine, le norme sul trasporto degli animali “a terra” invita a dichiarare il furto piu ttosto che il rispetto delle buone pratiche di gestione degli animali.
In ognuna delle interrogazioni chiedo quali interventi il Ministero faccia per quanto di sua competenza. Da Martina vorrei sapere se sono state fatte verifiche sui pagamenti della Pac e dei contributi sulla produzione di latte negli allevamenti che hanno dichiarato continui e costanti furti o smarrimenti, come pure se le aziende interessate hanno affittato o venduto parte della propria quota latte dal 2002 al 2013. Ad Alfano chiedo quali azioni sono state messe in atto da parte degli organi di polizia giudiziaria di fronte a casi così consistenti di danni al patrimonio zootecnico italiano e alla sanità e salubrità degli alimenti. Dalla Lorenzin vorrei informazioni su quali interventi siano stati messi in atto per garantire le buone pratiche di gestione degli animali e delle norme sul benessere animale, ma anche cosa sta facendo il Ministero per prevenire le macellazioni abusive.
E’ l’ora della Pac
“Applicazione della Politica agricola comunitaria 2014-2020 in Lombardia” è il titolo del convegno che si terrà venerdì 9 maggio 2014, a partire dalle 17, al Parco Tecnologico Padano (via Einstein, Località Cascina Codazza), a Lodi, organizzato dal Pd lombardo e al quale parteciperò in qualità di relatore, trattando delle prospettive per l’agricoltura regionale.
Di sistema agroalimentare parlerà, invece, Fabrizio Santantonio, responsabile delle Politiche agricole del Pd lombardo, di scelte nazionali rispetto alla Pac Giuseppe Blasi, capo Dipartimento del Ministero delle Politiche europee del Mipaaf. Saranno presenti le associazioni di categoria, con cui si terrà una tavola rotonda, il docente universitario Roberto Pretolani, Angelo Zucchi
capo segreteria del Ministero delle Politiche agricole, i rappresentanti delle aziende del settore agricolo e i consiglieri regionali del Pd della Commissione consigliare Agricoltura.
Tutto il nostro discorrere ruoterà attorno a un tema ben preciso: il 2014 è un anno molto importante per il futuro della Pac. L'Italia è stata chiamata a prendere decisioni rilevanti e ora siamo alla fase finale: tra poche settimane ci sarà il decreto ministeriale che farà partire tutto il processo. E’ necessario un confronto tra i protagonisti di questo momento affinché diventi un punto di svolta per l’agricoltura lombarda, italiana ed europea.
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