Non solo F35
La Commissione Difesa della Camera ha approvato la relazione presentata dal Pd sui sistemi d'arma in uso o in progettazione nei prossimi anni. Se la vuoi leggere clicca qui.
Mi sembra opportuno chiarire il senso di questa votazione.
Solo con l'approvazione della legge 244/2012 il Parlamento ha ottenuto la competenza e la possibilità di intervenire sulla programmazione dei sistemi d'arma che l'Italia andrà a usare nei prossimi anni. La legge, voluta dal Pd, ha ridato centralità al Parlamento su scelte molto importanti per il nostro Paese.
Non solo. All'inizio di questa legislatura avevamo approvato una mozione che chiedeva di valutare tutti gli armamenti e di decidere, in base alle reali necessità, su quali sistemi investire. Ora questa indagine conoscitiva è giunta alla sua conclusione e ha dato un indirizzo chiaro. Tuttavia, mi preme sottolineare come in questi mesi si sia parlato solo di F35 e non di altri sistemi d'arma. Mi viene da pensare che fosse interesse di una sorta di campagna mediatica nascondere altre note dolenti o spese inutili.
Ma ecco alcuni dei punti previsti dalla relazione votata: puntare su un sistema di difesa europeo, per garantire un’azione coordinata di tutto il continente; dimezzare la spesa militare, andando a tagliare il progetto “Forza NEC” che ha un costo di circa 20 miliardi di euro; tagliare una portaerei; ridurre gli F35 andando a rinegoziare i contratti; ripartire le spese per la “funzione difesa” sulla base del paradigma 50-25-25 (cioè 50 per cento per il personale, 25 per cento per l’esercizio e 25 per cento per gli armamenti).
Insomma, ci si rende conto leggendo i contenuti che si tratta di un passo molto importante e soprattutto di un’altra promessa mantenuta.
Più tutelati in Europa
Tra qualche settimana saremo chiamati a eleggere i nostri parlamentari europei. Se già in tempi non sospetti queste erano le figure politiche meno conosciute e più distanti dai cittadini, oggi il malcontento nei confronti dell’Europa, cresciuto molto in questi anni, quasi a rinnegare o non ammettere i vantaggi che l’Unione europea ha prodotto e ci dà, ha allontanato ancora di più popolo ed eletti a Bruxelles.
Eppure far parte di questa grande coalizione di Paesi non è solo una questione meramente geografica. Vi porto un esempio, ai più non noto, che riguarda il mondo agricolo, il quale viene annualmente sostenuto sia da contributi economici ingenti, sia da scelte di tutela della qualità degli alimenti.
Gli agricoltori e gli allevatori che portano sulla nostra tavola la maggior parte dei cibi di cui ci nutriamo, ricevono i contributi della cosiddetta Pac, la Politica agricola comune, senza i quali non riuscirebbero a garantire il fabbisogno alimentare e i nostri prodotti tipici.
Essere in Europa è, dunque, garanzia di qualità. Lo dimostra il tentativo degli Usa di esportare nel nostro Continente carne bovina allevata con anabolizzanti che una legge europea vieta. L'Italia non sarebbe mai in grado, al di fuori dell'Unione, di reggere un mercato così competitivo, che abbia come unica logica la salvaguardia della qualità del Made in Italy.
Inoltre, voglio far presente a chi forse non ci aveva mai pensato, che uscire dall’euro vorrebbe dire pagare i cibi molto più cari, a causa della svalutazione della nostra moneta.
Agroalimentare, il nostro futuro
E proprio di Pac, appunto la Politica agricola comune dell’Europa, abbiamo parlato, come Pd, in un affollato convegno. I temi toccati sono stati tanti e strettamente legati alle problematiche che investono il settore complesso e affascinante dell’agricoltura che oggi, ricordiamolo, è più della semplice coltivazione dei campi o dell’allevamento degli animali: si tratta di agroalimentare, il contenuto che poi starà alla base dell’Expo.
Ecco perché nel mio intervento – sollecitato direttamente dagli altri relatori, politici locali e rappresentanti di categoria – ho ricordato il fatto che non c’è solo la Pac per poter far cresce e sviluppare le oltre 54mila aziende agricole lombarde: all’interno del Collegato alla legge di Stabilità per l’agricoltura sono previsti tanta semplificazione e un miglioramento di alcune procedure. Inoltre, sta per arrivare un altro provvedimento, denominato non a caso “#campolibero”, ovvero una diversa gestione della zootecnia e dei prodotti. Dal mio punto di vista possono rappresentare un’ulteriore occasione per l’agricoltura.
Ho invitato, poi, i presenti, praticamente tutti provenienti dal settore, a puntare anche su una migliore assistenza aziendale, sulla tracciabilità dei prodotti, sull’etichettatura. Se i prodotti sono certificati e tracciati diventano la nostra tipicità che nessuno potrà togliere. In una parola, si tratta della tutela del Made in Italy dell’agroalimentare.
Infine, ho suggerito di creare un cluster, cioè un gruppo di lavoro, dell’agricoltura in Lombardia che tenga presenti produzione, trasformazione, ma anche turismo e ricettività. Tutto deve collaborare allo sviluppo dell’attività agricola e alla produzione di alimenti sani e di qualità perché solo così si riuscirà ad andare avanti.
Meglio collegati con Expo
A proposito di Expo, riporto una notizia che potrebbe essere sfuggita e che porta vantaggi alla Lombardia, al di là della grande esposizione del 2015. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi ha firmato in settimana il decreto che assegna risorse per 141 milioni di euro per opere legate a Expo 2015.
In particolare, 45 milioni sono destinati all'accessibilità ferroviaria Malpensa T1 e T2; altri 42,8 milioni sono destinati all'integrazione della linea M4; al
parcheggio di Cascina Merlata vanno 31 milioni; 17,2 milioni sono per un lotto del collegamento SS11-SS 233 (la Padana Superiore e la Varesina); 5 milioni, infine, per le opere di collegamento tra il parcheggio e il sito espositivo.
Una mozione via l’altra
Mi preme segnalare che in settimana abbiamo approvato diverse, importanti mozioni. Una era concernente le iniziative per il contrasto alla violenza nei confronti dei minori, con particolare riferimento all’adescamento e all’abuso sessuale commessi tramite Internet. L’altra riguardava iniziative per la tutela delle vittime di reato. Una terza mozione affrontava il tema delle nomine di competenza del Governo nelle società a partecipazione pubblica. Infine, una battaglia che da qualche tempo alcuni ritengono non meno importante di altre: la sospensione del conio delle monete da 1 e 2 centesimi.