“Chiediamo di vietare l’uso di antibiotici e sulfamidici che le api assorbono direttamente dai fiori e che, volando di pianta in pianta, diffondono. Se lo consentiamo, rischiamo di avere la possibilità di immissione sul mercato italiano di miele con presenza di residui massimi. Chiediamo una vera politica sanitaria per combattere la moria delle api e azioni di profilassi e prevenzione, in collaborazione con veterinari pubblici e privati e associazioni apistiche e apicoltori”, lo ha chiesto oggi, mercoledì 28 maggio 2014, l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, intervenendo sulla mozione unitaria concernente iniziative a favore del settore dell'apicoltura, approvata nel pomeriggio.
“Il miele è un nettare prezioso, usato spesso come integratore, da cui si trae la pappa reale che svolge un ruolo fondamentale per le persone debilitate – ha ricordato Cova –. Esportiamo quasi 10mila quintali di miele italiano, molto gradito all’estero, non solo in Europa, ma anche nei Paesi extra europei, apprezzato per la sua alta qualità. Non solo: le api sono fondamentali per l’ecosistema, grazie all’impollinazione che permette alla vegetazione di moltiplicarsi”.
Il parlamentare Pd ha fatto presente poi che la moria di api, in questo momento problema fondamentale per il settore dell’allevamento di questi preziosi insetti, ha come cause principali “l’uso di pesticidi e insetticidi in agricoltura e alcune malattie e infezioni tipiche. Ma il tema è stato affrontato sempre e solo dal settore agricolo, mentre è strettamente legato a quello sanitario, perché stiamo parlando di insetti che generano un prodotto finale destinato al consumo umano. A questo punto la competenza è a livello sanitario e deve essere ricondotta all’interno dei servizi sanitari veterinari, non solo al solo settore agricolo, così come si fece, all’epoca, con le malattie dei grandi animali, i bovini e i suini. Serve, dunque, la collaborazione tra veterinari del servizio pubblico e liberi professionisti e con gli apicoltori e le loro associazioni. Le parole d’ordine devono essere prevenzione e profilassi”.
Roma, 28 maggio 2014