Infrastrutture: dove?
La recente tragedia dell’incidente ferroviario a Ospedaletto Lodigiano ha riaperto un annoso dibattito circa la richiesta di maggiori infrastrutture, soprattutto per diminuire lo sfruttamento di opere già ampiamente sollecitate.
Mi inserisco anche io in questa dicussione con alcune considerazioni che sono, a mio parere, proprie della politica.
Costruire altre infrastrutture nel nord del Paese vuol dire andare a rendere ancora più antropizzato un territorio già ampiamente abitato e anche inquinato. Ogni anno viviamo la grande emergenza delle polveri sottili eppure si continuano a concentrare le attività produttive, di servizi in questa parte di territorio. Cosa che non avviene per il sud del Paese e le aree interne che risultano senza infrastrutture e vivono un continuo svuotamento. Ci si giustifica dicendo che non ha senso costruire là dove la popolazione continua a diminuire, che sarebbe come costruire cattedrali nel deserto, che i costi non verrebbero compensati dai benefici.
Non sono di questo parere i cittadini di questi territori più periferici che, con il loro voto, protestano nel vedere diminuite le proprie aspettative di vita proprio lì, dove sono nati e dove vivono.
Non basta, allora, affermare di voler costruire infrastrutture servono una programmazione, un progetto chiaro circa lo sviluppo e il futuro del nostro Paese che preveda, con chiarezza, dove insediare nuove attività di servizi, dove incrementare e sviluppare attività produttive, come liberare alcuni territori dalla presenza della malavita organizzata.
Sono risposte, quelle che vengono richieste alla politica, semplici e immediate ma che hanno come presupposto l’esistenza di un progetto di società e Paese che si intende costruire. Ma è questo che chiedono gli elettori, soprattutto quelli arrabbiati con la politica?
Negli ultimi dieci anni abbiamo visto una fluidità del voto: non sempre chi aveva lavorato bene, era stato trasparente e corretto, aveva cercato di dare prospettive veniva premiato.
Possiamo chiedere alla politica di lavorare bene e programmare se poi i criteri di voto sono completamente avulsi da questi valori?
Ciò che intendo dire è che è necessario recuperare il vero valore della partecipazione democratica e del voto come strumento di consenso rispetto ad una idea di società e di futuro. Un voto che incoraggia gli amministratori migliori, che non pensi solo alla semplice soddisfazione dei bisogni personali.
Coronavirus e Influenza
La sindrome influenzale da Coronavirus è ormai la prima notizia quotidiana dei media e questo continuo flusso di notizie sta preoccupando tutta la popolazione. Nelle scorse settimane abbiamo visto reazioni veramente scomposta da parte di cittadini per la paura di contrarre questo virus.
Mi permetto di dare alcuni dati e di suggerire poi una riflessione.
Ad oggi sono stati segnalati 75.192 casi di Coronavirus in tutto il Mondo, 45 casi in Europa, con circa 2012 persone decedute per questa patologia in tutto il mondo. Potete seguire il quotidiano aggiornamento sul sito European Centre for Disease Prevention and Control a questo link https://www.ecdc.europa.eu/en/novel-coronavirus-china .
In Italia nella sola settimana dal 3 febbraio al 9 febbraio, abbiamo avuto circa 763.000 casi di influenza generica, con 98 casi gravi e con la mortalità di circa 218 persone al giorno. Basta leggere Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura dell’Istituto superiore di sanità a questo link https://www.epicentro.iss.it/influenza/stagione-in-corso .
In Italia si stimano circa 5.018.000 persone colpite da influenza da ottobre fino ad oggi.
Una banale influenza stagionale provoca danni enormemente superiori rispetto al Coronavirus e una mortalità decisamente grande, eppure non c’è la stessa attenzione e preoccupazione da parte dei media, da parte dei cittadini e nessuna seria volontà di provvedere a vaccinarsi.
Eppure i ristoranti cinesi sono vuoti, i negozi cinesi boicottati!
Giusto l’intervento fatto dal Ministero per prevenire e ridurre i rischi, ma come cittadini forse dobbiamo chiedere di avere una informazione corretta e non che sia solo spettacolo o che alimenti paure.
Dialoghi per Milano
Continuano gli incontri di Dialoghi per Milano, venerdì 21 febbraio 2020 alle ore 21.00 presso Zona K a Milano via Spalato 11 si parla di scuola e formazione. Tema della serata “Perché studiare oggi? Formarsi per la vita” con Ivo Lizzola, Simona Malpezzi, Massimo Conte, Giuseppe Bonelli e Fabio Pizzul.
Se vuoi leggere volantino clicca su dialoghi_scuola_1.GIF