Legge di Stabilità
E’ iniziato in questi giorni la discussione sul testo della Legge di Stabilità nelle commissioni del Senato.Come consuetudine ormai collaudata, nelle settimane che hanno preceduto questa data, abbiamo sentito i più diversi commenti aventi in comune una sola cosa: nessuno di essi nasceva da una attenta lettura del testo di Legge!Ora, che è possibile documentarsi, mi permetto di fare alcune considerazioni che servono ad inquadrare come nasce e quale sia lo spirito di questa legge.
La prima considerazione è che il governo M5S-Lega, per dare copertura al Reddito di cittadinanza e a Quota 100, ha raddoppiato le salvaguardie su IVA e accise. Infatti siamo passati da 13 miliardi agli attuali 23-24 miliardi. Ricordo che è una norma che ereditiamo da agosto 2011 quando l’economia italiana era sul lastrico.
La seconda considerazione è che il buco lasciato dal governo precedente, circa 23-25 miliardi, e l’assenza di crescita economica hanno condizionato enormemente la stesura di questa legge di Stabilità. I margini di manovra sono molto risicati. Le necessità e i bisogni sono molti ma se le risorse non sono sufficienti è indispensabile individuare delle priorità. Non è questa cosa facile, ma è senz’altro indispensabile. Fare buona politica è anche questo: fare delle scelte e saperle motivare avendo a cuore il bene comune. Infine: le voci che ora criticano sono le stesse che hanno determinato la situazione in cui ci troviamo ora. Non stanchiamoci mai di spiegarlo a tutti!
Per chi volesse legge il testo in discussione può cliccare sul link
http://www.senato.it/leg/18/
Bene Comune e individualismo
Sono rimasto colpito da una affermazione fatta da Franco Cassano nel suo libro Homo civicus. La ragionevole follia dei beni comuni:
“Questo tipo umano è l’idiota dei greci, colui che vive rinchiuso nel suo mondo privato, che ignora qualsiasi idea d’interesse collettivo e quindi di compatibilità tra i propri diritti e i propri doveri, colui che, nella migliore delle ipotesi, pensa che il bene comune sia la semplice addizione dei beni di tutti. Il bene comune è invece il risultato di un’operazione complessa, di un dare e un togliere, è una sintesi che tutela la libertà di tutti, anche in quanto chiede ai liberi cittadini delle prestazioni, impone oneri e sacrifici.”
Serve una stagione dove va ripensato il valore di Bene comune, inteso come bene collettivo e non come somma di beni o di interessi. L’individualismo è proprio una mancanza di valori comuni e condivisi, riscoprire il valore della persona è il primo passo. Quello successivo consiste nel rendere evidenti i segni e i gesti di tale rispetto.
Dialoghi Per Milano
Venerdì 15 novembre alle ore 21.00 presso Zona K in via Spalato 11 Milano ci sarà il prossimo incontro sul tema “Il Lavoro al tempo della rete”con Fabio Pizzul, Marco Bentivogli, Irene Tinagli, Rosangela Lodigiani, Maurizio Del Conte, introduce Luca Civardi.
Se vuoi leggere locandina clicca su Dialoghi_lavoro_1.GIF