Queste settimane sono state caratterizzate da due eventi che hanno colpito e scosso l’opinione pubblica: la caduta del Ponte Morandi a Genova e il blocco della nave Diciotti. Dopo aver ascoltato tanti discorsi mi permetto di proporre le mie semplici osservazioni.
Genova e Ponte Morandi
La prima considerazione nasce dal constatare che, di fronte a situazioni di criticità, si tende sempre a cercare di rimediare aggiustando alla meglio l’esistente per mantenere lo statu quo della situazione. Prendere decisioni, assumersi responsabilità non è da tutti, più semplice attivare interventi conservativi ed esporsi meno. Mi rendo conto che questa è una affermazione forte ma la criticità del ponte era chiara, un monitoraggio continuo, interventi erano stati fatti, si era arrivati a dire che la manutenzione costava di più che ricostruirlo, eppure nulla è stato attivato fino al bando di gara per la Gronda Nord fatto circa due anni fa..
Leggere e ascoltare la voce di chi abitava sotto quel ponte e si sentiva minacciato ogni giorno, mi fa dire che in questi anni ha sbagliato la politica con le sue polemiche, veti a proposte, posizioni di comodo. La decisione, presa anni fa, di rivedere globalmente la viabilità cittadina e di avviare opere nuove che avrebbero fortemente limitato il flusso dei veicoli su quel ponte, doveva essere perseguita con decisione senza farsi intimorire da proteste o minacce.
Io stesso ho preso parte a comitati che contrastavano la costruzione di strade, inceneritori o impianti di smaltimento e so la fatica di trovare mediazioni a idee, proposte ed esigenze. Tuttavia occorre tenere presente ciò che è necessario per la comunità, oltre ai bisogni dei singoli, perseguendolo anche se questo non porterà consenso o voti alle elezioni che verranno. Questo fa la differenza tra una Politica che tutela tutti e la politica che cura solo gli interessi di pochi.
La seconda considerazione riguarda un tema a me caro in questi anni: adoperarsi per attuare una “Economia riparativa o sostenibile”. Il dibattito, seguente alla tragedia di Genova relativo alle concessioni autostradali, apre una possibilità al governo per adoperarsi in tal senso. Si cominci con l’attribuire le concessioni a quelle imprese che hanno a cuore la sostenibilità ambientale, i diritti dei lavoratori, la lotta contro le diseguaglianze. Premiamo le imprese che offrono concretamente dei benefici ai propri lavoratori, con benefit sui trasporti, sulle spese mediche, su salari adeguati, sulla presenza limitata di contratti a tempo determinato. Ci è data una opportunità: usiamola!
Nave Diciotti
L’altro fatto che ha turbato l’opinione pubblica, in queste settimane, è la vicenda dei migranti bloccati sulla nave Diciotti.
Molto ci sarebbe da dire sulla gestione umanitaria di questi migranti che è stata più volte sottolineata dai media e che è terminata solo l’intervento della Magistratura da un lato e della Chiesa italiana dall’altro. Tuttavia utilizzo queste brevi righe per soffermarmi sul grave conflitto tra poteri dello Stato di cui abbiamo avuto dimostrazione.
Una prima anticipazione l’avevamo avuta proprio successivamente alla tragedia di Genova. In tale occasione il Presidente del Consiglio e alcuni ministri, indicavano, dopo poche ore dalla tragedia, responsabili e colpevoli dimostrando così di non avere nessuna fiducia sull’operato dei Magistrati che prontamente si erano attivati per definire cause e soggetti coinvolti. “Non possiamo attendere i tempi lunghi della giustizia” questa la frase che risuonava in quelle tristi giornate.
A Catania, dopo pochi giorni, il ministro Salvini decideva autonomamente quali fossero le persone che avevano diritto alla protezione internazionale e quali no, definiva quali accordi rispettare incurante della Carta Costituzionale che ben definisce i diritti e i doveri dei cittadini italiani e di chi nello Stato Italiano si viene a trovare. Possono sembrare queste, banalità o sottigliezze ma in gioco c’è davvero molto. Non può essere il politico di turno a decidere senza rispondere a leggi o accordi, magari rilasciando dichiarazioni che minacciano la Magistratura o il Capo dello Stato. Per questo i Padri Costituenti avevano previsto norme di garanzia, pesi e contrappesi tra i diversi poteri dello Stato. Quando in un Paese è uno solo che pensa di fare ciò che vuole in nome di un popolo presunto che lo approva, la democrazia è in affanno e lo sono anche i diritti di tutti. C’&egr ave; da riflettere attentamente su questo aspetto perchè oggi, forse qualcuno può compiacersi di tale comportamento, ma domani potrebbe ritrovarsi ad essere giudicato da questi politici/giudici che decidono a piacimento incuranti di tutto e tutti.
Festa Unità a Milano
Vi segnalo questo evento che mi vede coinvolto il 30 agosto alle ore 18.30 a Cassina Anna in via S.Arnaldo 17 Milano. Si parla della figura di Bonomi e la nascità di Coldiretti ma è anche una occasione per riflettere sui prossimi passi della nostra agricoltura.