Il tempo propizio delle idee
Anche se corro il rischio di essere facilmente smentito , mi sento di scrivere che questo che stiamo vivendo è un tempo propizio. Siamo chiamati infatti, ad elaborare nuove idee, coltivare il pensiero, immaginare percorsi, motivare scelte per contribuire alla rinascita del nostro Paese e per il futuro dell’Europa. Provo a spiegare perché la penso così.
Il liberismo e il neoliberismo, degli ultimi decenni, hanno messo in ginocchio l’economia mondiale aumentando in modo vertiginoso le disuguaglianze, il tutto nonostante continuassero a spiegarci che il mercato libero avrebbe reso tutti più soddisfatti e felici. Ora facciamo i conti con i loro effetti: un sistema che non regge più, che incrementa Il consumismo sfrenato, ma che lascia per strada un numero troppo alto di persone. I numeri delle persone in povertà o che ne sono a rischio, infatti, è in continua crescita e fa impressione se si considera che è costituito sì dalle fasce più fragili della nostra società , ma anche da giovani, da famiglie, da chi in questa corsa accelerata proprio non riesce a tenere il passo. .
Se consideriamo questa situazione tutto sembra portare alla delusione e alla paura e non è un caso che alcuni politici facciano leva proprio su questo per ottenere consensi. Ciò nonostante io credo che proprio ora ci sia terreno fertile per far nascere in noi e nella società nuove prospettive..
E’ il tempo per ricucire, per creare una comunità capace di tenere insieme: generazioni diverse, bisogni differenti, classi sociali apparentemente distanti. Una comunità capace di includere perchè nelle differenze e nel rispetto di esse trova la sua forza.
E’ tempo di affrontare a campo aperto la sfida del sovranismo e del populismo ripensando ad una rete sociale, fondata da relazioni solide, capace di dare risposte a chi resta da solo di fronte alle difficoltà. Dove non esistano diritti singoli ma ci sono doveri collettivi orientati alla promozione del bene comune.
E’ tempo di ripensare ad una economia sostenibile che contrasti l’accentramento del profitto, sostenibile perché contrasta le disuguaglianze, sostenibile per rispetto dell’ambiente. Su questi temi hanno lavorato per anni economisti più esperti di me e associazioni e movimenti, apriamo la discussione con loro e ricuciamo i rapporti con le persone che hanno a cuore il bene di tutto il Paese.
Le soluzioni al problemi che ci affliggono non stanno in un nome o in una identità che ci può rassicurare, neppure in chi pensa di rinchiudere tutto pensando solo a se stessi. La complessità dei problemi che viviamo richiede un supplemento di riflessione e questo è il momento propizio per attivarci in tal senso.
Io immagino un Partito Democratico così. Capace, con i suoi iscritti ed elettori e simpatizzanti, di aprirsi con chi nei diversi territori è già impegnato a migliorare la vita delle persone e ha molto da condividere. Un Partito capace di fare da collante valorizzando tutti e tutte le esperienze e capace di restituire al Paese un progetto nuovo, in cui tutti si possano riconoscere..
La Democrazia nel 2018
Credo sia opportuno rimarcare ancora una volta come la nostra Costituzione, e non solo la nostra, preveda, a garanzia di tutti noi, dei pesi e dei contrappesi tra i diversi poteri dello Stato. Non possiamo banalizzare su questo o pensare di semplificare ritenendo inutili alcune chiare competenze e responsabilità. Mi sento di ricordare queste cose perchè, in questi giorni, abbiamo assistito più volte ad un eccesso di protagonismo da parte del ministro Salvini, che incurante dei limiti dati dal suo ruolo, ha “invaso” senza nessuna remora ruoli di altri ministeri e della magistratura.
La separazione dei poteri dello Stato non sono semplici formalità, ma sono essenza della nostra democrazia. Il potere giudiziario è nettamente separato da quello esecutivo (il governo) e immaginare che chi governa possa decidere chi arrestare o meno potrebbe essere estremamente pericolosa: oggi riguarda gli migranti, domani ogni cittadino italiano. Questa storia l’abbiamo già vista!
Paolo Cova