Yemen, bando alle armi
L’Italia metta uno stop alla vendita di armi a Paesi del Medio Oriente in guerra e convochi subito una Conferenza di pace, a Roma, con le nazioni coinvolte e con Federica Mogherini in qualità di Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. Sono le richieste contenute nel mio intervento durante la discussione sulle mozioni concernenti la situazione di crisi nello Yemen, con particolare riferimento all’emergenza umanitaria e all’esportazione di armi verso i Paesi coinvolti nel conflitto.
Le questioni da affrontare sono due: la produzione e la vendita di armi e la situazione umanitaria in Yemen. Non nascondiamoci dietro un dito: è in atto una illiceità nella fornitura di armi a Paesi in guerra come l’Arabia Saudita. Di fatto, questa guerra viene fatta con bombe prodotte in Italia. Certamente non basta smettere di produrre armi per risolvere questi conflitti. Non dobbiamo pensare di poterci lavare la coscienza aggrappandoci a semplici proposte o rivolgendoci unicamente al rispetto delle leggi.
Citando Giorgio La Pira come uomo di pace, ho chiesto al Governo di non essere timido sul commercio delle armi e sul rispetto della legge 185/90, che contiene le norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. Serve un intervento deciso che porti l’Italia a essere un Paese che non triangola armi e non sia la via di transito di armi vendute ad altre nazioni belligeranti, che oltretutto non sono rispettose dei diritti umani e compiono violenze sui civili.
Un percorso in cui va coinvolta anche l’Unione europea e che deve tendere a un’azione di bando delle armi e della fabbricazione di armi: chiediamo all’Ue di essere protagonista di questa battaglia con noi contro la produzione e la vendita di armi. Ci sarà bisogno di tanto lavoro ostinato e continuo, non solo per questo obiettivo, ma anche per intervenire con gli aiuti umanitari a sostegno di quelle popolazioni stremate. Si discute animatamente dell’emergenza immigrati, ma anche il conflitto in Yemen sta giocando un ruolo notevole in questo. Si parla di lotta al terrorismo, ma la situazione disastrosa, sotto l’aspetto umanitario, in Yemen, è parte di questo problema.
I conflitti nel Corno d’Africa negli anni scorsi avevano portato le popolazioni a migrare verso lo Yemen e poi verso l’Arabia Saudita. Ora la guerra spinge queste persone a cercare rifugio verso l’Europa, andando ad alimentare l’emergenza profughi sotto gli occhi di tutti e tanto contestata.
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Preveniamo la radicalizzazione
Prevenzione, intelligence, repressione: sono le tre parole dell’importante proposta di legge che abbiamo approvato, questa settimana, alla Camera: le Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento di matrice jihadista, che ora passa al Senato.
Le vere novità sono l’istituzione di un Centro nazionale sulla radicalizzazione presso il Dipartimento delle libertà civili e dell’immigrazione del Ministro dell’Interno; l’elaborazione annuale da parte del Crad di un piano strategico nazionale di prevenzione e di recupero dei soggetti coinvolti nei fenomeni di radicalizzazione; la creazione di un Comitato parlamentare che svolga attività conoscitiva dei fenomeni della radicalizzazione e dell’estremismo violento di matrice jihadista, dedicando particolare attenzione alla verifica del rispetto dei diritti e delle libertà delle donne e dei minori; la previsione di una formazione specialistica, anche per la conoscenza delle lingue, rivolta al personale delle Forze di polizia e delle polizie municipali, delle Forze armate, dell’amministrazione penitenziaria, dei docenti e dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado e delle universit&agrav e;, dei servizi sociali e socio-sanitari; l’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura che elabori linee guida sul dialogo interculturale e religioso, finalizzate a diffondere la cultura del pluralismo e a prevenire episodi di radicalizzazione in ambito scolastico.
Sono previsti anche progetti per lo sviluppo di campagne informative, attraverso piattaforme multimediali che utilizzino anche lingue straniere, e la realizzazione da parte della Rai di una specifica piattaforma multimediale per la messa in onda di prodotti informativi e formativi in lingua italiana e araba.
Derivati più trasparenti
Gli strumenti finanziari dei contratti derivati stipulati dal Ministero dell’Economia e delle finanze e la loro trasparenza sono stati al centro di una mozione che abbiamo votato nei giorni scorsi.
L’atto impegna il Governo a rendere disponibile sul sito web del dipartimento del tesoro relativo al debito pubblico con maggiore frequenza, preferibilmente su base trimestrale, l’aggiornamento dei dati, oggi disponibili solo annualmente, relativi a nozionali e valori di mercato del portafoglio derivati, stock dei titoli di Stato valorizzato non solo al valore nominale ma anche al valore di mercato, indicatori di rischio con e senza impatto dei derivati. Inoltre, impegna a chiarire nel rapporto annuale sul debito i legami fra le diverse pubblicazioni statistiche in materia di derivati, dando contezza dei relativi impatti su saldi e stock di finanza pubblica, integrando l’informazione ove necessario.
Europa: ricetta elettronica per i farmaci veterinari
Abbiamo dato il via libera anche alle Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2017, il testo che adegua la legislazione italiana a quella europea e interviene a sanare le infrazioni aperte nei confronti dell’Italia per non aver adempiuto agli obblighi dell’Unione. Ora passa al Senato.
Il provvedimento introduce rilevanti novità sul piano dei diritti dei cittadini, estendendo l’aggravante di negazionismo e la perseguibilità anche della grave minimizzazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, intervenendo sulla disciplina dell’indennizzo delle vittime dei reati intenzionali violenti. Sono state, inoltre, varate importanti norme sull’energia, in primo luogo, la fissazione dei tetti di al di sotto dei quali è possibile l’incentivazione diretta delle fonti rinnovabili. Sono state approvate modifiche agli oneri relativi alle imprese energivore per energia elettrica e gas.
Ma soprattutto sono state approvate le misure per la tracciabilità e la prescrizione dei farmaci veterinari. In proposito, ho presentato degli emendamenti all’art. 2, quello che, appunto, tratta la ricetta elettronica per i medicinali veterinari somministrati ad animali destinati alla produzione alimentare. Ed è stato approvato l’emendamento che estende l’uso della ricetta elettronica anche per i mangimi medicati, la tracciabilità del farmaco anche per le parafarmacie e la tracciabilità per chi acquista i farmaci nei vari passaggi. Ritengo che sia un articolo che va a garanzia della tracciabilità del farmaco veterinario e soprattutto a garanzia dei consumatori.
Contestualmente, abbiamo dato parere positivo alla Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea riferita all’anno 2017 e sul Programma di lavoro della Commissione per il 2017, approvando una risoluzione che impegna il Governo a continuare a svolgere un ruolo attivo e propositivo nel dibattito in corso sulle prospettive dell’integrazione europea; a intervenire affinché sia data priorità all’obiettivo di rafforzare la capacità competitiva delle economie europee; a perseguire questi obiettivi in primo luogo nella prospettiva del necessario superamento delle politiche di austerità alla base del Fiscal Compact; ad adoperarsi affinché siano perseguite e realizzate compiutamente le politiche per la stabilizzazione non soltanto della finanza pubblica, ma anche dei sistemi creditizi; a seguire attivamente l’attuazione del progetto dell’Unione dell’energia; a dar seguito alle iniziative già avviate e preannunciate per rendere più efficace la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata; a gestire i flussi migratori non come mera emergenza ma come un fenomeno che rischia di assumere carattere strutturale.
Venezuela in crisi
Angelino Alfano, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ha riferito, questa settimana, alla Camera, sulla grave crisi che sta colpendo il Venezuela. Una crisi senza precedenti che colpisce un Paese dove vivono almeno 150mila connazionali, la cui sicurezza è messa a rischio.
Il Venezuela attraversa una situazione sempre più difficile: le proteste di piazza durano ormai da tre mesi, con un pesantissimo saldo in termini di vite umane, feriti e arrestati. Vi è il concreto rischio che le violenze possano degenerare a tal punto da sfuggire al controllo tanto del Governo quanto dell’opposizione. Vi sono purtroppo già chiari segnali che si sta andando in questa direzione. Il Governo continua a mantenersi intransigente sulla convocazione dell’Assemblea costituente prevista per il 30 luglio. Ma il sistema di voto previsto per la Costituente non è esattamente coerente con i criteri di suffragio universale e di libera ed eguale partecipazione all’espressione delle scelte individuali.
Il Paese è ora a un bivio: da una parte, la strada verso la soluzione negoziata fra le parti; dall’altra, la strada verso il caos. Alfano ha assicurato che l’Italia continuerà ad operare per favorire la mediazione tra le parti, di concerto con l’Unione europea e, in particolare, con i Paesi che insieme al nostro hanno le più consistenti comunità residenti.
Riforestazione contro piromani
E alla Camera abbiamo parlato anche dell’emergenza incendi sulla quale è intervenuto a riferire il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Il quadro è abbastanza allarmante: dal 10 al 17 luglio sono stati richiesti oltre un terzo degli interventi antincendi dall’inizio dell’anno, oltre 300 in una settimana e oltre 950 dall’inizio dell’anno, la cifra più alta dal 2007 a oggi.
È, dunque, una situazione particolarmente critica per due ordini di motivi. Da un lato, abbiamo la forte siccità che sta caratterizzando la stagione estiva con temperature al di sopra della media e una ventilazione che favorisce il propagarsi degli incendi; dall’altro, c’è la gravissima recrudescenza di episodi dolosi che rappresentano la stragrande maggioranza delle cause degli incendi che ancora oggi siamo chiamati a fronteggiare. Di fronte a questo insopportabile crimine contro la natura e contro ognuno di noi, il Governo sta mettendo in campo tutte le azioni e tutto il personale, esercito compreso, disponibile. Serve, però, anche una fortissima azione repressiva contro i piromani per la quale oggi le forze dell’ordine e la magistratura dispongono di una normativa più adeguata grazie proprio al lavoro del Parlamento e del Governo. La recente legge sugli ecoreati ha, infatti, introdotto strumenti attesi da decenni contro chi fa scempio dell’ambiente.
Galletti ha annunciato poi il lancio di un programma nazionale di riforestazione delle aree protette colpite dagli incendi per il quale ha previsto un primo stanziamento di 5 milioni di euro.
Uranio: tuteliamo militari e civili
La Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito ha approvato questa settimana la relazione intermedia. Nel confronto, in Commissione, tra deputati e membri della amministrazione della Difesa è risultato chiaro come ci siano margini di manovra per migliorare le condizioni di lavoro nell’ambiente militare. È assolutamente necessario tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro dei militari e dei civili nell’ambito della Difesa e mettere in atto tutti gli interventi per salvaguardare anche l’ambiente in cui operano, come, ad esempio, i poligoni militari.
Per questo ho auspicato di continuare a lavorare come fatto finora e soprattutto far proseguire l’iter legislativo per dare maggiori e migliori garanzie a chi lavora nell’ambito di questa importante amministrazione.
Paolo Cova