La tracciabilità dei farmaci veterinari è da tempo al centro dell’attenzione dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, e veterinario buiatra. Con una recente interpellanza aveva denunciato il problema dei servizi di farmaco-vigilanza e farmaco-sorveglianza veterinaria negli allevamenti di animali da reddito senza scorte.
Dopo l’interpellanza, la mozione: Cova ha depositato un atto in cui impegna il Governo, proprio “alla luce dei dati indicati nella Relazione annuale al Piano nazionale integrato 2015 a modificare le Linee guida per la predisposizione, effettuazione e gestione dei controlli sulla distribuzione e l’impiego dei medicinali veterinari, affinché sia prevista una maggiore tracciabilità dei farmaci veterinari a partire dalle aziende senza detenzione di scorta, e come criterio di valutazione di rischio sia indicato almeno un controllo annuale, di tutti gli allevamenti senza scorta ad iniziare da quelli che detengono un numero maggiore di capi di bestiame o che non ci sia congruità tra i capi presenti e le ricette fatte nell’anno”.
Inoltre, “a prevedere l’obbligatorietà della richiesta di scorte di medicinali per quegli allevamenti che abbiano un numero di capi bovini e suini pari o superiore a 50 capi adulti; a regolamentare la tracciabilità di tutti i passaggi del farmaco veterinario per Dpa (Destinato alla produzione di alimenti) attraverso sistema elettronico nel portale del Ministero della Salute, interessando tutta la filiera a partire dall’industria farmaceutica, con grossisti, farmacie e parafarmacie; ad attuare urgentemente l’uso della ricetta elettronica per i farmaci veterinari per animali Dpa”.
Nella mozione, il parlamentare Pd ricorda che nella Relazione “appare evidente come gli allevamenti ‘con scorte’ risultino in percentuale tra lo 0,5 e il 5 per cento degli allevamenti italiani effettivamente presenti sul territorio, con controlli quasi sempre al di sopra dell’80 per cento degli allevamenti/anno. Mentre gli allevamenti ‘senza scorte’, che risultano il 95-98 per cento degli allevamenti, vengono controllati solo nel 5-20 per cento dei casi. Questo dato indica che i controlli sulla corretta tracciabilità del farmaco veterinario e sull’uso corretto dei farmaci veterinari risultano estremamente deficitari, in quanto vanno ad interessare un numero ridottissimo di allevamenti e di animali da reddito”.
Roma, 11 aprile 2017