Una Eredità per progettare il futuro
Sabato si è tenuto un incontro sulla vita politica di Aldo Moro e al termine di questo incontro vorrei fare alcune brevi considerazioni scaturite dal dibattito.
Nel secolo scorso in Italia e in Europa ancora adesso, una sconfitta politica non porta al cambio di partiti o a scissioni e la stabilità degli stessi è garanzia di mediazione tra la politica istituzionale e i corpi intermedi.
Quanto avveniva nella DC anni ’50-’60-’70 testimonia che il dibattito interno era motivo di confronto tra “correnti” o “famiglie” che avevano però una storia radicata di studi e approfondimenti, cosa scomparsa in questo nuovo secolo con i partiti e i movimenti che nascono e muoiono senza un retroterra culturale duraturo.
E’ tutt’oggi fondamentale e urgente indicare una strada lungimirante, come fece Moro con l’idea di costruire una democrazia matura, che non si faccia travolgere da richieste immediate che trovano risposte semplici a problemi più complessi.
Crisi d’impresa, cambia il diritto
La riforma del diritto fallimentare è stato il provvedimento approvato questa settimana alla Camera. Il disegno di legge prevede esattamente la Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza e con esso si intende tutelare i creditori e ridare chance all’impresa.
Molti i profili innovativi. Nel generale quadro di favore per gli strumenti di composizione stragiudiziale della crisi, viene introdotta una fase preventiva di allerta finalizzata all’emersione precoce della crisi d’impresa e a una sua risoluzione assistita. Inoltre sono previste una facilitazione dell’
Altre novità sono la revisione della disciplina dei privilegi; l’individuazione del tribunale competente in relazione alle dimensioni e alla tipologia delle procedure concorsuali; l’eliminazione della procedura fallimentare e la sua sostituzione con quella di liquidazione giudiziale; una rivisitazione della normativa sul concordato preventivo; la sostanziale eliminazione come procedura concorsuale della liquidazione coatta amministrativa; la previsione di una esdebitazione di diritto per le insolvenze di minori dimensioni; modifiche alla normativa sulle crisi da sovraindebitamento; l’introduzione di una specifica disciplina di crisi e insolvenza dei gruppi di imprese.
Nuove regole contro le minacce cibernetiche
Il Ministro dell’Interno Marco Minniti ha illustrato alla Camera un’informativa urgente del Governo sulle recenti notizie circa la violazione di sistemi informatici utilizzati dallo Stato, da altri enti pubblici e da un ampio spettro di personalità istituzionali. È in corso un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma che ha già portato all’arresto dei fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero in relazione ai reati di accesso e intercettazione abusiva ai danni di sistemi informatici e telematici.
La Procura ha avviato una rogatoria internazionale al fine di acquisire il contenuto dei server utilizzati dai fratelli Occhionero e, quindi, accertare la qualità e la quantità di notizie da loro acquisite illecitamente. Un passaggio importante, ha detto Minniti, in quanto i dati finora ottenuti grazie alla decrittazione del traffico Internet sono serviti ad individuare gli obiettivi oggetto di intrusione, ma non i contenuti.
Inoltre, ci ha fatto sapere il Ministro, è stata elaborata una serie di interventi in grado di determinare un salto di qualità nella capacità di risposta del sistema Italia, sia sotto l’aspetto della prevenzione, che sotto quello della gestione di eventuali attacchi informatici. E ha aggiunto che il tema dell’innalzamento degli standard di sicurezza cibernetica del nostro Paese, sia nel settore pubblico che in quello privato, costituisce uno degli obiettivi prioritari del Governo. I contenuti del nuovo progetto nazionale di cybersecurity daranno luogo, a breve scadenza, all’aggiornamento del piano nazionale già esistente. Gli interventi previsti sono imperniati da un lato sull’affermazione del ruolo strategico del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica nelle crisi di sicurezza nazionale, e dall’altro nella semplificazione e razionalizzazione della catena di comando nella risposta alle minacce cibernetiche.
Altri punti qualificanti, ha detto ancora Minniti, sono costituiti dalla introduzione di meccanismi di certificazione della sicurezza e dallo sviluppo di tecnologie capaci di accrescere l’affidabilità delle reti e dei sistemi utilizzati per funzioni di interesse strategico. Previsto, infine, anche il pieno coinvolgimento di operatori privati titolari di infrastrutture critiche nell’attuazione di politiche di sicurezza informatica.
Su Schwazer intervengano i Ministri
Un organismo internazionale che si rifiuta di rispondere a una rogatoria di un giudice italiano. È quello che sta succedendo nel caso Schwazer. Per questo ho presentato un’interrogazione, rivolta al Ministro della Giustizia e a quello dello Sport, in cui metto sotto la lente il comportamento che sta tenendo la Iaaf (l’Associazione internazionale delle Federazioni di atletica) nei confronti della magistratura italiana.
Nell’atto ricordo che al Tribunale di Bolzano si sta svolgendo il processo riferito al caso di doping di Alex Schwazer, dopo la positività riscontrata all’atleta poco prima delle Olimpiadi di Londra 2012 e alla successiva in occasione del test antidoping del 1 gennaio 2016. Nei giorni scorsi il giudice Pelino del Tribunale di Bolzano ha incaricato il Ris di Parma di effettuare l’esame del Dna del campione di urina di Schwazer del 1 gennaio 2016, attualmente conservato nel Laboratorio Antidoping di Colonia, indicando la data del 31 gennaio 2017. Secondo notizie giornalistiche il Laboratorio ha bloccato l’invio del campione di urina dell’ex marciatore italiano in quanto il direttore Geyer ritiene di dover aspettare l’autorizzazione dei propri legali e della giustizia tedesca. Nei giorni scorsi le richieste della Iaaf di effettuare le analisi presso il Laboratorio stesso sono state rigettate dal giudice Pelino. In questi giorni il Tas, il Tribunale arbitrale dello sport, ha diffuso le motivazioni della sentenza di squalifica per Schwazer, in cui dichiara che non ci sono prove concrete di complotto nei confronti dell’atleta.
Ai Ministri chiedo se siano a conoscenza di questo grave fatto e che il Laboratorio non stia rispettando quanto chiesto dal giudice con rogatoria internazionale per fare chiarezza nell’indagine sul fenomeno del doping, che vede coinvolti anche strutture internazionali dello sport. E anche quali passi intendano fare per il rispetto degli accordi internazionali sulla giustizia e per il rispetto delle norme sportive e dell’antidoping.
Tre anni di Governo da rivalutare: Perché?
Venerdì 10 febbraio 2017 alle ore 21.00 sarò al Circolo Pd Caponnetto via Gran San Bernardo 1 Milano a parlare di questi ultimi tre anni di governo.
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Paolo Cova