News dal Parlamento

Civili come un’unione

Come sapete, questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato in via definitiva la proposta di legge sulla Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze di fatto.La legge regola e definisce i diritti e i doveri di tutte le coppie che, non riconoscendosi nello schema del matrimonio, decidono di costruire e progettare una vita insieme, che si tratti di unioni civili (coppie omosessuali) o convivenze di fatto (coppie eterosessuali).

La legge istituisce, dunque, le unioni civili come specifica formazione sociale riconoscendo, tra le altre cose, l’obbligo reciproco di assistenza morale e materiale, di coabitazione e di contribuzione ai bisogni comuni; stabilisce la possibilità di assumere un cognome comune e nuovi diritti patrimoniali e in materia di successione, il diritto al mantenimento, alla pensione di reversibilità e alle disposizioni fiscali, nonché a tutte le prerogative in materia di lavoro.

Con la costituzione dell’unione civile dunque le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. L’unione civile si scioglie con la manifestazione di volontà delle parti, anche disgiunta, dinanzi all’ufficiale dello stato civile. In questo caso la domanda di scioglimento dell’unione civile è proposta decorsi tre mesi dalla data di manifestazione di volontà di scioglimento dell’unione.

Nuovi diritti anche per i conviventi, in particolare in materia di alloggi, in caso di malattia o ricovero e in ambito penitenziario. I conviventi potranno stipulare uno specifico contratto per quanto riguarda i rapporti patrimoniali, mentre, in caso di fine della convivenza, il soggetto più debole avrà diritto agli alimenti.

L’istituto delle convivenze di fatto può riguardare tanto coppie eterosessuali quanto coppie omosessuali. I conviventi di fatto vengono definiti come due persone maggiorenni non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da unione civile, ma unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune.

La legge sulle unioni civili e sulle coppie ha animato il dibatto negli ultimi 20 anni e personalmente ritengo che il rispetto dell’art.2 della Costituzione andasse finalmente applicato. Il dibattito parlamentare ha portato anche ad alcune modifiche tali da mantenere la distinzione tra matrimonio (art.29) e specifica formazione sociale (art.2).

Ha suscitato molta discussione il tema “stepchild adoption” (adozione del figlio del convivente nelle coppie omosessuali) e, come saprete, è stato stralciato per andarlo a normare all’interno della legge ordinaria di adozione.

 

 

Giù le mani dal suolo

Ha iniziato l’iter parlamentare anche un altro importante provvedimento, passato al vaglio della Camera questa settimana: il disegno di legge di Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato. Ora passa al Senato.

La legge, coerentemente con l’obiettivo dell’Unione europea di azzerare il consumo di suolo entro il 2050, delinea la cornice giuridica di riferimento per politiche di riduzione progressiva e vincolante di consumo del suolo a livello nazionale. Lo scopo è, appunto, quello di cominciare a evitare di erodere tutto il territorio possibile, che viene riconosciuto come un bene comune e una risorsa non rinnovabile: tutelare i terreni agricoli, garantire la loro destinazione alla produzione di cibo e fermare il consumo del suolo e, contemporaneamente, incentivare il riuso delle aree già urbanizzate e la rigenerazione urbana, sono tra i principi cardine. Solo così sarà possibile preservare un patrimonio unico del Paese: il paesaggio.

Partendo dall’esplicitazione delle definizioni necessarie ai fini dell’applicazione della legge, vengono definiti i parametri omogenei su tutto il territorio nazionale a cui anche le normative regionali e l’operato delle amministrazioni locali dovranno fare riferimento, e i limiti quantitativi al consumo di nuovo suolo. Vengono stabiliti criteri per il monitoraggio dell’applicazione della legge e previsto anche un censimento degli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati, per creare una banca dati del patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato, disponibile per il recupero o il riuso, in alternativa al consumo di suolo inedificato.

Paolo Cova