Una Pace Possibile
Giovedì 14 aprile 2016 alle ore 21.00 parliamo delle Proposte di legge sui Corpi Civili di Pace e di interventi non armati con l’On. Giorgio Zanin, l’On. Simona Malpezzi e il sottoscritto a Carugate presso il Circolo Matteotti in via Garibaldi.
Tracciabile, cioè non replicabile
Alla Camera abbiamo approvato il testo unificato delle proposte di legge sulle disposizioni per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti, finalizzato alla tutela del consumatore e contro la contraffazione. Dopo l’ok in prima lettura – nessuno voto contrario –, ora il testo passa al Senato.
Il provvedimento è volto a migliorare l’accesso alle informazioni che consentono la tracciabilità dei prodotti, al fine di promuovere il diritto all’informazione dei consumatori e a tutelarne gli interessi. Le finalità della proposta di legge sono anche quelle di promuovere e incentivare i produttori che volontariamente si dotino di tecnologia per la tracciabilità dei propri prodotti.
La premessa di questa decisione sta nel fatto che in Italia si parla di perdita di vendite dovuta alla contraffazione di prodotto per circa 5 miliardi, con una sottrazione di almeno 80mila posti di lavoro. La contraffazione riguarda capi di alta moda, la piccola pelletteria, la calzatura, il vino, i farmaci, l’occhialeria, i ricambi d’auto, gioielli e bigiotteria, parti meccaniche, valvole e così via.
Vengono, così, introdotte nuove modalità di etichettatura dei prodotti, che ne garantiscano la tracciabilità e offrano informazioni estese ai consumatori. Queste informazioni saranno collegate a un codice identificativo non replicabile, ottimizzato per le applicazioni per smartphone e tablet, che conterrà riferimenti, riscontrabili anche per via telematica, ai dati del produttore, dell’ente certificatore della filiera del prodotto, dei distributori.
Il sistema di tracciabilità presenterà tre peculiarità: consentirà a tutti i cittadini un’informazione puntuale, trasparente e dettagliata sui prodotti; eviterà contraffazioni e frodi; permetterà alle imprese di garantire la qualità dei prodotti e dei materiali attraverso un sistema in grado di promuoverne la diffusione sui mercati globali.
Unione europea avanti tutta
E questa settimana abbiamo anche votato e approvato la relazione e la risoluzione relative al lavoro svolto dalla Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea riferita all’anno 2016, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2016 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell’Unione europea.
In sostanza, l’anniversario della stipula dei Trattati di Roma, che cadrà il prossimo anno, offrirà l’opportunità di verificare l’idoneità dell’attuale assetto dell’Unione europea e delle sue politiche a rispondere adeguatamente alle sfide e ai problemi che l’Europa è chiamata ad affrontare, in particolar modo in un momento difficile come questo.
Per quanto riguarda l’Italia la scelta delle priorità ci appare pienamente condivisibile: l’Agenda per la migrazione; l’avvio del piano per la ripresa degli investimenti; l’Unione per l’energia; il completamento dell’Unione bancaria e l’avvio di una discussione sulla flessibilità.
E se la Relazione programmatica attribuisce importanza primaria alla sfida della piena adesione al progetto europeo, che deve tornare ad essere percepito dai cittadini come utile, efficace e a loro vicino, con la risoluzione sono stati fissati i punti su cui l’Italia deve soffermarsi per essere protagonista attiva nella ridefinizione del progetto politico europeo, a partire dallo sviluppo delle politiche di occupazione e integrazione.
A conferma di ciò, la risoluzione impegna il Governo, come primo punto, a consolidare il proprio ruolo nel percorso di rilancio dell’integrazione politica europea, che sola può offrire una risposta ai problemi globali che l’Europa è chiamata a fronteggiare.
Olio sotto controllo
Abbiamo approvato un’altra importante relazione, ovvero quella sulla contraffazione nel settore dell’olio di oliva, già passata al vaglio della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo. La risoluzione che l’accompagna ha impegnato il Governo su alcuni precisi punti, ovvero a operare per il miglioramento dei controlli sulla produzione dell’olio extravergine, al fine di garantire il rispetto dei disciplinari di produzione e la salvaguardia delle caratteristiche organolettiche; promuovere iniziative per la definizione in sede pubblica di metodi per la certificazione su basi scientifiche delle caratteristiche organolettiche del prodotto e l’origine geografica; introdurre anche per l’olio il sistema di certificazione della merce e del trasporto oggi adottato per il vino; introdurre un registro ufficiale delle rese produttive dell’olivo; monitorare il profilo del deposito delle partite di olio nel corso dell’anno.
L’Isee va rivisto
Come sapete, in Italia l’erogazione di molti interventi e servizi sociali è connessa alla situazione economica del nucleo familiare del richiedente, ponderata attraverso l’indicatore della situazione economica equivalente, meglio conosciuto come Isee, istituito dal decreto legislativo del 1998, quale prova dei mezzi per l’accesso alle prestazioni agevolate. Nel 2011 l’Isee è stato riformato, ma come strumento presenta ancora delle difficoltà.
Per questo, alla Camera, abbiamo votato una mozione, concernente le iniziative in relazione alla revisione dell’Isee, che impegna il Governo a dare attuazione a una sentenza del Consiglio di Stato in riferimento ai nuclei con persone con disabilità, ponendo così fine alla situazione di incertezza applicativa e operativa che di fatto lede i diritti dei cittadini a ricevere le prestazioni di cui hanno diritto; a mantenere l’Isee quale strumento utile a contribuire a determinare chi ha diritto di accedere a prestazioni di sostegno al reddito o a determinare l’eventuale compartecipazione alle rette per servizi pubblici, ma predisponendone la revisione e la semplificazione, tenendo conto di quanto emerso dalle esperienze fatte e in collaborazione con i Comuni e le Regioni; a valutare la necessità di intervenire con urgenza e con le opportune iniziative normative per evitare che si generi una situazione di incertezza normativa con conseguenze potenzialmente dannose per i nuclei più fragili.
Ok agli accordi sull’ambiente
Altra serie di ratifiche di accordi, questa settimana. Abbiamo perciò discusso e approvato la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell’Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014 e già approvato dal Senato; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo, fatto a Monaco il 2 marzo 2015; la Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Santa Sede in materia fiscale, fatta nella Città del Vaticano il 1° aprile 2015; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato del Liechtenstein sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo e Protocollo Aggiuntivo, fatto a Roma il 26 febbraio 2015; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo quadro globale di partenariato e cooperazione tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall’altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2012.
Inoltre, abbiamo ratificato i seguenti accordi in materia ambientale: Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Doha l’8 dicembre 2012; Accordo tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l’Islanda, dall’altra, per quanto concerne la partecipazione dell’Islanda all’adempimento congiunto degli impegni dell’Unione europea, dei suoi Stati membri e dell’Islanda per il secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Bruxelles il 1 aprile 2015; Protocollo relativo alla cooperazione in materia di prevenzione dell’inquinamento provocato dalle navi e, in caso di situazione critica, di lotta contro l’inquinamento del Mare Mediterraneo, fatto alla Valletta il 25 gennaio 2002; Decisione II/14 recante emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Sofia il 27 febbraio 2001; Decisione III/7 recante il secondo emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Cavtat il 1° – 4 giugno 2004; Protocollo sulla valutazione ambientale strategica alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, fatto a Kiev il 21 maggio 2003.
Pubblicità o verità?
Mi è capitato di imbattermi in un’immagine piuttosto eloquente: sulla cisterna per il trasporto del latte di un camion appartenente a un’azienda trasformatrice, ho visto campeggiare la scritta “latte 100% italiano” e, se il messaggio non fosse stato abbastanza chiaro, “Genuinità italiane”. E questa forma di pubblicità mi ha indotto a presentare un’interrogazione.
Perché? Se il Governo e il Ministro della Politiche agricole hanno sempre messo in atto interventi di politiche a tutela dei prodotti italiani e della tracciabilità dei nostri prodotti agroalimentari, è anche vero che l’Italia importa quasi il 60% del latte che trasforma in prodotti lattiero caseari, ma comunque resta la prima nazione al mondo per il numero di prodotti Dop e Igp nel settore lattiero caseario, prodotti tipici riconosciuti a livello mondiale per la propria qualità. Abbiamo sempre detto, poi, che il consumatore deve essere informato con una etichettatura facilmente comprensibile sull’origine del latte e la sua zona di provenienza. Di conseguenza, la pubblicità che viene operata dalle industrie di trasformazione dovrebbe essere improntata alla trasparenza e alla corretta informazione del consumatore.
Per questo nell’interrogazione ho chiesto di sapere se l’azienda di trasformazione lattiero casearia in questione usa solo latte italiano in tutti i propri impianti per poter scrivere sulla propria pubblicità 100% latte italiano e se tutti i prodotti lattiero caseari trasformati da questa azienda sono fatti con il solo latte italiano. Eventualmente se provengono da impianti esteri e poi importati in Italia con lo stesso marchio italiano. E, in modo più diretto, ho chiesto anche se l’azienda di trasformazione in oggetto acquista latte estero, cagliate estere o latte ricostituito estero e se il consumatore non è stato eventualmente tratto in inganno da questa pubblicità.