Collegato e innovativo
Importante approvazione, questa settimana, per il settore di cui mi occupo, quello dell’agricoltura e dell’allevamento: alla Camera abbiamo, infatti, approvato il disegno di legge sulle “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura”, il cosiddetto Collegato agricolo. Ritengo che sia un provvedimento che dà risposte adeguate alle esigenze dei produttori, tra l’altro in un momento di espansione del settore, che garantisce tutela alle filiere produttive e ai consumatori. Poiché è stato modificato alla Camera, ora torna al Senato.
Molte le disposizioni innovative, come l’introduzione di specifiche sanzioni per il bracconaggio nelle acque interne; l’inserimento di una delega al Governo per la riforma del sistema ippico nazionale, attualmente in difficoltà; l’introduzione delle basi per colmare il vuoto legislativo che riguarda i numerosi birrifici italiani che hanno lanciato sul mercato la birra artigianale; un sistema di riconoscimento certo dei prodotti del settore apistico; la valorizzazione della filiera del riso, anche come espressione del valore culturale e ambientale.
Ma il punto caratterizzante di questo provvedimento è l’attenzione ai giovani agricoltori, attraverso misure che permettano il loro ingresso in agricoltura. Il disegno di legge prevede la delega al Governo per adottare un decreto che favorisca i processi di affiancamento nella gestione delle imprese agricole, puntando sul trasferimento delle competenze e delle tradizioni dagli imprenditori ultra 65enni, o pensionati, ai giovani agricoltori tra i 18 e i 40 anni. Inoltre, si istituisce la Banca delle terre agricole, grazie alla quale, gratuitamente, sarà possibile venire a conoscenza di tutte le terre abbandonate e delle modalità per acquisirle, consentendo ai giovani agricoltori senza terra di poter iniziare una attività agricola.
Genetica zootecnica più trasparente
Nell’ambito della discussione sul Collegato agricolo ho presentato un ordine del giorno sul tema della genetica zootecnica, approvato dall’Aula. Un aspetto importante e fondamentale che affronta questo provvedimento è quello della delega alla revisione della legge n. 30/91 che è un passaggio importante perché riguarda tutto il sistema che interviene sulla genetica e sulla gestione della nostra biodiversità zootecnica, in tutti i comparti, bovino, suino, equino, ovicaprino. In questi anni abbiamo assistito a una ritardata applicazione e a una estrema
farraginosità della burocrazia della legge. Ma non è solo questo il punto: serve proprio un sistema di gestione dei libri genealogici che offra ai nostri agricoltori dati certi e informazioni che garantiscano un continuo miglioramento degli allevamenti. Inoltre, se nella delega si chiede di preservare la biodiversità zootecnica ital iana, il mio ordine del giorno va nella direzione di garantire agli allevatori che ogni dato raccolto sia libero da conflitti di interessi e che il controllore non sia anche il controllato.
Pochi giorni fa, anche a livello di Commissione europea, è stato approvato un nuovo regolamento, ora al vaglio del Parlamento europeo, che va nell’ottica di riformare tutto il sistema della gestione dei libri genealogici e della commercializzazione del mercato genetico. L’approvazione di questo regolamento europeo che riguarda le associazioni di allevatori, le Apa, e la commercializzazione del materiale germinale, è un motivo per la politica per intervenire in modo strutturale e offrire nuove prospettive per il futuro della zootecnia.
Nel dettaglio, l’ordine del giorno ha impegnato il Governo a “rivedere l’attuale normativa in materia di controlli funzionali e valutazioni genetiche del bestiame al fine di garantire che l’esercizio di tali funzioni pubbliche avvenga nel rispetto dei principi della concorrenza; prevedere il riconoscimento del principio che i soggetti che hanno la gestione dei libri genealogici e dei registri anagrafici, dei controlli funzionali fenotipici e le associazioni di razza non devono avere partecipazioni o interessi nella commercializzazione di materiale germinale e seminale”.
Crisi in banca: il risparmiatore va informato
Tutti abbiamo presente la crisi che, a partire dal 2007, ha evidenziato una condizione di precarietà del sistema finanziario europeo. In questo, la vulnerabilità delle banche ha indotto l’Unione europea a porre in atto una serie di interventi volti a definire una disciplina più rigorosa per quanto concerne i requisiti patrimoniali richiesti alle banche, in modo da garantire la solvibilità, anche per le banche italiane. Ecco perché, alla Camera, abbiamo approvato una mozione sul tema delle iniziative in materia di gestione delle crisi bancarie e di tutela dei risparmiatori, con particolare riferimento all’applicazione dello strumento del cosiddetto bail-in (ovvero “garanzia interna”: niente più soldi pubblici per salvare le banche in difficoltà).
L’atto impegna il Governo a promuovere, nelle sedi europee, un approfondimento delle problematiche connesse all’attuazione della direttiva sul bail-in, la 2014/59/UE, al fine di proporre, entro il 1° giugno 2018, le modifiche che si rendano opportune, in base a quanto previsto dall’articolo 129 della direttiva medesima; a favorire la corretta applicazione delle regole finalizzate a impedire il collocamento degli strumenti più rischiosi presso clienti al dettaglio non in grado di comprenderne l’effettivo rischio, e al contempo di meccanismi finalizzati ad assicurare una piena e consapevole informazione dei risparmiatori; a sostenere nelle sedi negoziali europee la più rapida introduzione del terzo pilastro dell’Unione bancaria, relativo alla tutela dei depositi, nel rispetto di un principio di equilibrio tra la condivisione del rischio e la sua riduzione.
Ma che sia mobilità vera
Un efficiente trasporto pubblico locale, urbano, extraurbano e ferroviario, è un obiettivo fondamentale per garantire il diritto alla mobilità di tutti i cittadini, che deve essere perseguito unitamente a una politica per la mobilità sostenibile, che garantisca sicurezza e efficienza degli spostamenti e riduzione dell’impatto ambientale.
Ecco perché abbiamo approvato una mozione che impegna il Governo ad assumere iniziative per garantire risorse adeguate certe e stabili nel tempo per il trasporto pubblico locale; a definire e sottoscrivere un nuovo contratto per il servizio universale, in particolare per gli Intercity, ai fini della riqualificazione e del potenziamento del servizio regionale e migliorando l’offerta e l’integrazione con gli altri modi di trasporto; a definire i requisiti essenziali dei contratti di servizio di trasporto pubblico locale tra l’amministrazione concedente e gli operatori del settore; ad adottare tutte le iniziative di competenza necessarie a sviluppare nelle aree urbane e nelle regioni a maggior densità insediativa un servizio efficiente, una mobilità pubblica incentrata su ferrovie suburbane e metropolitane, integrata con il servizio di trasporto pubblico urbano e con una rete di percorsi ciclabili, sviluppando sistemi di traspo rto pubblico multimodale, con progressivo riequilibrio modale dalla gomma al ferro e alla mobilità sostenibile; ad adottare tutte le iniziative di competenza per il potenziamento delle linee metropolitane e in generale dei mezzi pubblici; ad incentivare i sistemi di trasporto intelligenti; a sostenere la mobilità ecologica alternativa.
Poli chimici: Governo intervenga
Dopo il lavoro svolto dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, questa settimana, alla Camera, abbiamo discusso e approvato due distinte risoluzioni sulle relazioni sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica nel sito di interesse nazionale di Venezia-Porto Marghera, e sulla situazione delle bonifiche dei poli chimici il “Quadrilatero del Nord” (Venezia-Porto Marghera, Mantova, Ferrara, Ravenna), già approvate dalla stessa Commissione.
Nel caso di Porto Marghera, le indagini svolte dalla Commissione di inchiesta hanno portato alla conclusione più eclatante che l’ufficio del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, nella veste di committente dei lavori, per conto dello Stato, non ha mai esercitato, né esercita tuttora, alcun effettivo controllo sia sul sistema di assegnazione, da parte del Consorzio Venezia Nuova, dei subappalti, relativi al Mose e alle bonifiche, sia sulla congruità dei corrispettivi corrisposti alle ditte subappaltatrici. E l’assenza di controlli ha consentito al Consorzio Venezia Nuova di assegnare gli appalti alle ditte consorziate, in violazione della normativa sulle gare d’appalto, del codice sui contratti pubblici e delle direttive europee.
Nel caso del Quadrilatero il tema è quello delle bonifiche in siti storicamente destinati a produzioni chimiche e petrolchimiche, che poi si lega a quello delle strategie industriali complessive in questi settori. In questo caso, secondo la Commissione d’inchiesta, la continuità nella presenza di aziende interessate all’evoluzione dei siti, destinata a concludersi con la piena restituzione a legittimi usi produttivi, può essere garanzia di continuità di interlocuzione pubblico-privato che a questo risultato deve tendere.
In ogni caso, le due risoluzioni approvate impegnano il Governo a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, le Regioni e gli enti territoriali interessati.
Renzi, l’Europa, l’immigrazione
In vista del Consiglio europeo, come è prassi, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è venuto in Aula per le sue comunicazioni a riguardo. Tanti, come sempre, gli argomenti toccati, ma tra questi Renzi ha ricordato che in tutti i Paesi dell’Unione europea il sentimento della paura e della preoccupazione corre il rischio di avere un ruolo da protagonista nel passaggio elettorale. Per quanto riguarda, invece, l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, per il Presidente sarebbe una sconfitta per l’intera Europa, sia perché saremmo meno forti senza uno dei Paesi più importanti, sia perché sarebbe interrotto il percorso di allargamento avviato dall’Ue.
Sull’immigrazione, poi, ha detto che secondo lui oggi in Europa c’è una diversa sensibilità che non significa assunzione di responsabilità, ma solo un percorso complicato che va avanti in modo disallineato. In questo senso, il principio di Dublino che continua a essere in vigore è sbagliato, non funziona. E bisogna avere la consapevolezza che una strategia non può essere solo donare un obolo a un singolo Stato per risolvere le questioni. Non si risolve la crisi di Aleppo senza che la vicenda siriana non veda almeno una tregua. Non si risolve il problema immigrazione se non si affronta la complessità del problema, non solo della Siria ma anche del Libano, della Giordania, dei Paesi balcanici e dell’Africa.
E ancora, sarà cruciale nel 2016 ribadire ciò che abbiamo scritto sulla pietra dei nostri provvedimenti: chi non ha diritto ad essere accolto deve essere rimpatriato a livello europeo. L’Italia è il paese che ha fatto più rimpatri, ma questi non sono così significativi come potrebbero essere se vi fossero invece accordi fatti direttamente dall’Ue con una prospettiva di cooperazione. E nello stesso tempo chi ha diritto all’accoglienza non può essere trattato in 28 modi diversi.
Paolo Cova