Ora c’è una tutela “Dopo di noi”
Questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato un provvedimento atteso da anni da molti cittadini. Si tratta delle disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, praticamente il cosiddetto “Dopo di noi”, quello che cioè accade ai disabili una volta che vengono a mancare i genitori, che sono il loro sostegno principale, in tutti i sensi. Il testo è passato con 374 voti favorevoli, 75 contrari, cioè gli M5s, e 11 astenuti, quelli di Alternativa Libera, e ora va al Senato.
La legge viene incontro al desiderio dei genitori di assicurare al proprio figlio tutte le cure e l’assistenza di cui necessita dopo la loro morte e di veder garantiti quei progetti di vita costruiti negli anni e fino a quel punto realizzati solo grazie agli sforzi delle famiglie. Da oggi alle persone con disabilità viene assicurata una continuità qualitativa di vita.
Il provvedimento si pone l’obiettivo di corrispondere a uno degli impegni contenuti nella Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità, in particolare laddove si riferisce al diritto di scegliere liberamente, sulla base del principio di uguaglianza, dove e con chi vivere, ovvero non essere obbligati a vivere in una particolare sistemazione, come purtroppo ancora oggi avviene con il ricorso alle Residenze sanitarie assistenziali.
La legge è centrata sulle persone con disabilità ed è finalizzata a favorire il loro benessere, l’inclusione sociale e l’autonomia. Inoltre, affronta le questioni riguardanti la disabilità in modo organico. Innanzitutto, mette fine alla distinzione per categorie in vigore fino a ora. Quindi, istituisce un Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, agevola le erogazioni di soggetti privati, disciplina le modalità di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in campo, con interventi innovativi di residenzialità che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa famiglia.
Parità di genere, cominci la Lombardia
Un altro passo importante abbiamo fatto la scorsa settimana con il via libera definitivo alla legge sulle disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali. Approvata con 334 sì, 91 no (Lega, M5S e Ala) e 21 astenuti (Fdi e Conservatori e riformisti), la legge introduce, tra i principi fondamentali in base ai quali le Regioni sono tenute a disciplinare con legge il sistema elettorale regionale, l’adozione di specifiche misure per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive. Nel caso in cui la legge elettorale preveda la preferenza, in ciascuna lista i candidati di uno stesso sesso non devono eccedere la quota del 60 per cento. Nel caso di liste senza preferenze, ci deve essere l’alternanza tra candidati di sesso diverso, in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale.
Viene, dunque, rispettata l’autonomia delle Regioni, ma nello stesso tempo si affronta il problema dell’equilibrio di genere nelle istituzioni. Non è più accettabile infatti che nelle assemblee regionali la rappresentanza femminile si fermi solo al 18%.
Questa legge rappresenta, dunque, un passaggio importante per assicurare una rappresentanza di genere equilibrata nei consigli regionali, anche e soprattutto alla luce del nuovo Senato delineato dalla riforma costituzionale. E come deputati Pd della Lombardia abbiamo chiesto che la Lombardia, in ampio difetto su questo, sia la prima a mettere mano alla riforma della legge elettorale e recepisca subito le disposizioni del Parlamento.
Concorsi pubblici: i vincitori vanno assunti
Due, invece, le mozioni approvate in Aula. Una riguarda l’assunzione dei vincitori e degli idonei dei concorsi pubblici. E impegna il Governo ad andare avanti con l’individuazione delle più appropriate soluzioni strutturali per superare l’annoso problema dei vincitori dei concorsi pubblici, favorendone l’assunzione in tempi il più possibile rapidi; a valutare l’opportunità di riconoscere, nell’ambito di quanto già previsto dalla legislazione vigente, la posizione degli idonei dei concorsi pubblici, non solo nella prospettiva che le amministrazioni pubbliche possano eventualmente valorizzarli in future procedure concorsuali, ma anche facendo sì che non sia necessaria l’indizione di nuovi concorsi nei casi in cui le medesime amministrazioni pubbliche possano, sussistendone i requisiti e le condizioni, attingere a graduatorie vigenti per la copertura di specifici fabbisogni professionali; a valutare più in generale, anche nell’ambito delle misure finalizzate all’implementazione della riforma della pubblica amministrazione, l’introduzione di nuovi principi che regolino il reclutamento nelle amministrazioni pubbliche, secondo logiche che partano dagli effettivi fabbisogni dei diversi enti e dalla razionalizzazione delle relative procedure.
Tutto ciò che serve alle Olimpiadi
L’altra mozione cui alla Camera abbiamo dato l’ok, riguarda la candidatura di Roma Capitale come sede delle Olimpiadi 2024. E in questo caso si impegna il Governo a proseguire il lavoro avviato, sostenendo attivamente il Comitato olimpico e il Comitato promotore nelle sedi istituzionali e in ambito internazionale; a promuovere eventi di promozione su tutto il territorio nazionale volti a far percepire le possibili olimpiadi di Roma 2024 come una grande opportunità di crescita e sviluppo per l’intero Paese e non solo per la capitale; a individuare, in collaborazione con l’amministrazione comunale, le più opportune localizzazioni coerenti con le linee di sviluppo, di crescita e di riqualificazione stabilite dalla comunità cittadina e dai competenti enti locali, investendo su opere pubbliche funzionali allo svolgimento delle gare, ma che dopo l’evento possano essere riconvertite diventando fruibili e funzionali allo sviluppo urbano e al movimento sportivo e avendo cura che questo patrimonio contribuisca alla crescita della pratica sportiva diffusa e popolare, oltre che quella professionistica e di più alto livello; ad operare per la predisposizione di un programma di opere e interventi in coerenza con gli indirizzi dell’Agenda Olimpica 2020; a promuovere, in preparazione dell’evento, momenti di studio e approfondimento sulla storia e sulle finalità dei Giochi Olimpici nelle scuole di tutto il territorio nazionale; a sottoporre, d’intesa con il Comune di Roma Capitale, il programma degli interventi olimpici a un’ampia campagna di informazione, di consultazione e di partecipazione dei cittadini dei territori interessati, per dargli un carattere aperto e trasparente.
Paolo Cova