Cop21, l’Italia si impegna
Questa settimana, alla Camera, abbiamo ascoltato le comunicazioni di Gian Luca Galletti, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, in merito alla Cop21, la conferenza che si terrà da lunedì 30 novembre all’11 dicembre, a Parigi, sul tema dei cambiamenti climatici e che vuole porre le basi del dopo Protocollo di Kyoto. In quell’occasione si discuterà di come raggiungere l’obiettivo che tutti i Paesi si erano dati a Cancun nel 2010, cioè come adottare politiche globali per fare in modo che il surriscaldamento del pianeta, da qui al 2100, resti sotto la temperatura dei due gradi, ovvero la soglia minima affinché il pianeta possa sopravvivere.
A questo proposito, abbiamo anche votato una risoluzione che impegna il Governo a favorire l’approvazione di un accordo globale, vincolante nella forma di un protocollo, per la riduzione delle emissioni con obiettivi determinati, cadenzati e verificabili, da attuare attraverso adeguate strategie, piani, programmi o politiche nazionali di mitigazione e adattamento; a sostenere la piena applicazione del principio delle responsabilità comuni, ma differenziate, e delle rispettive capacità, alla luce delle diverse circostanze nazionali, in modo da iniziare a superare la tradizionale rigida differenziazione degli impegni tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo; a favorire nell’accordo l’indicazione di un obiettivo di lungo termine che indichi un percorso di decarbonizzazione anche al fine di inviare un chiaro e forte messaggio al settore privato per orientare gli investimenti verso tecnologie a basso contenuto di carbonio e resil ienti al cambiamento climatico; a sostenere, nell’ambito della cooperazione internazionale, progetti di sostegno delle economie dei Paesi in via di sviluppo e a sostegno dei Paesi poveri e vulnerabili che consentano la transizione verso economie resilienti a basse emissioni di gas a effetto serra; ad avviare una revisione della Strategia energetica nazionale; ad attuare la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, adottata dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso dicembre, mediante l’elaborazione di un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici; a promuovere e incentivare politiche industriali che puntino ad un uso efficiente delle risorse naturali e dell’energia nei processi produttivi e al recupero di materia, secondo i principi dell’economia circolare; a favorire interventi su scala locale che realizzino obiettivi di efficienza energetica, diffusione di energie rinnovabili, interventi volti all’adattamento ai cambiamenti climatici e in particolare alla messa in sicurezza del territorio.
Un Fondo contro le crisi bancarie
Alla Camera abbiamo approvato in via definitiva la ratifica ed esecuzione dell’Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico nel quadro dell’Unione bancaria, approvato già al Senato. Si tratta della ratifica di un trattato internazionale e intergovernativo che rappresenta il terzo passaggio dell’unione bancaria europea e che conferisce risorse a un Fondo unico di garanzia e di risoluzione che dovrà fare fronte alle crisi finanziarie delle principali banche europee. È un passaggio importante che va a tutela dei risparmiatori.
Latte: c’è l’accordo
Notizia importante questa settimana: dopo mesi di lavoro, il Ministero delle Politiche agricole è riuscito a chiudere un accordo tra Lactalis ( gruppo Galbani-Parmalat) e produttori sul prezzo del latte al litro alla stalla, fissato a 36 centesimi per i prossimi tre mesi. Il Ministero si è impegnato anche ad aggiungere 1 centesimo agli allevatori per i mesi di dicembre, gennaio e febbraio. È un primo passo importante, ma ora bisogna concludere sulla questione dell’indicizzazione.
L’accordo consente agli allevatori di recuperare alcuni centesimi per i prossimi mesi, ma l’indicizzazione del prezzo del latte, come previsto dal decreto 51/2015 e condivisa anche dagli industriali, è un intervento strutturale che, con il contratto annuale, serve a dare garanzie agli allevatori e toglie il mercato del latte dalla speculazione, dalla volatilità e da un’idea di prodotto inteso come commodities. Inoltre, rappresenterà un aiuto anche per gli allevatori da latte per conoscere i propri costi di produzione.
Paolo Cova