Diciamo “no” all’odio
Quanto avvenuto a Parigi ci lascia sgomenti e con un senso di preoccupazione. Ma questo non deve suscitare né in me e, spero, nemmeno in voi, un sentimento di odio.
Questi settant’anni di pace in Europa dimostrano come si possano superare le diversità e le distanze tra popoli per arrivare a costruire insieme una nazione unica senza conflitti.
Ci sono poi persone che possono esistere solo seminando odio e violenza, perché non hanno altre capacità. Non seguiamo in questa strada, che porta unicamente alla distruzione, chi ha facile vita solo nell’odio e nulla nella costruzione del bene, del bello e della pace. Sicuramente dobbiamo vigilare tutti affinché non ci venga rapinata questa lunga stagione di pace.
Uranio impoverito: entro in Commissione
Un’importante novità mi riguarda: sono stato chiamato a far parte della “Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico”. Un lungo nome per dire quanto sia complicato il lavoro che ci attende. Per quanto mi riguarda, sono pronto ad andare a fondo a questa ormai datata vicenda.
Antimafia, sui beni si cambia
Alla Camera abbiamo approvato il nuovo Codice antimafia. La riforma nasce da una proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2013 da 120mila cittadini e promossa da diverse associazioni, con l’obiettivo di dare maggiore efficacia alle norme sulla gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Dopo due anni di discussioni, confronti e audizioni e dopo che il testo originario è stato arricchito dai contributi nelle Commissioni Antimafia e Giustizia, la nuova legge rende, dunque, finalmente organica la normativa antimafia relativa ai beni confiscati e sequestrati. La frammentarietà delle norme e le criticità emerse nel corso degli anni, infatti, portava più del 90 per cento delle imprese sottratte alla criminalità organizzata a fallire dopo la confisca o il sequestro.
La nuova legge si muove su un doppio binario: da una parte presenta misure di contrasto sistematico alle organizzazioni criminali per colpirle dritte al cuore, cioè nelle imprese illecite; dall’altra prevede misure economiche di sostegno alle imprese stesse affinché continuino la propria attività anche dopo la confisca o il sequestro.
Tra le misure previste le modifiche al ruolo e alle funzioni dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati; l’istituzione di un nuovo Fondo per il credito delle aziende sequestrate; l’ampliamento dei soggetti attivi e passivi; la tutela dei terzi creditori; la trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari; la delega al Governo per individuare specifici incentivi e ammortizzatori sociali per il lavoratori delle aziende confiscate e sequestrate; le misure contro il caporalato.
La voluntary salva l’accisa
Il secondo provvedimento votato questa settimana, è stato il decreto legge sulle misure urgenti per la finanza pubblica. Composto da tre articoli, disattiva la clausola di salvaguardia, prevista dalla legge di stabilità 2015, per la mancata autorizzazione Ue al meccanismo Iva di reverse charge nella grande distribuzione alimentare, la quale avrebbe previsto l’aumento dell’accisa dei carburanti per il 2015.
Al fine di garantire la copertura finanziaria ed evitare questo aumento, viene prorogato il termine per accedere alla voluntary disclosure al 30 novembre 2015, con possibilità di integrare l’istanza con documenti ed informazioni entro il 30 dicembre 2015. Si prevede inoltre che l’ammontare di tutte le prestazioni corrisposte dalla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità svizzera, in qualunque forma erogate, siano assoggettate, ai fini delle imposte dirette, su istanza del contribuente, all’aliquota del 5 per cento.
Quei ricarichi esagerati della grande distribuzione
Come avrete visto, gli allevatori lombardi – e non solo loro – stanno aspramente manifestando sempre per lo stesso motivo: un prezzo equo del latte al litro. Ho partecipato, perciò, sia al presidio della Coldiretti, che a quello di Cia e Confagricoltura Lombardia. E ho ripetuto alcuni dei concetti che vado dicendo da anni: la grande distribuzione organizzata e gli industriali vogliono indicizzare il prezzo del latte ai produttori come quello tedesco? Allora i consumatori italiani devono pagare il latte fresco al consumo dimezzato rispetto al prezzo attuale, come in Germania.
D’altra parte, il Garante per la concorrenza ha segnalato che il prezzo ai produttori è stato diminuito del 28%, quello ai trasformatori di circa il 12%, ma il consumatore ha pagato circa l’1% in più. Già attualmente la grande distribuzione e gli industriali hanno un ricarico sui prodotti lattiero-caseari del 300-350% rispetto al costo, con dei margini e dei benefici esagerati. Questo ci dimostra che oggi, in Italia, chi vuole affamare i produttori di latte, in realtà continua a fare bilanci stratosferici. A chiusura di settimana una nota positiva è arrivata dal tavolo del latte durante il quale gli industriali hanno optato per un prezzo indicizzato al costo di produzione, come previsto dal decreto Legge 91/2015, anziché al prezzo tedesco.
Doping, la Russia non è così lontana
E un altro dei temi che seguo sempre con attenzione, è stato al centro di una notizia preoccupante degli ultimi giorni: l’agenzia mondiale antidoping (Wada) ha invitato la Federatletica internazionale (Iaaf) a sospendere gli atleti della Russia da qualsiasi competizione di atletica leggera. Secondo le indagini della stessa Wada diversi atleti russi farebbero uso di sostanze dopanti da anni, alterando i risultati delle gare.
Ma a ben vedere questo è un fatto non del tutto nuovo nel mondo dello sport, anzi, è già accaduto anche in Italia con i 65 atleti segnalati dalla Procura di Bolzano per la mancata indicazione della reperibilità per i controlli “out of competition”, e dalla Procura antidoping. Ma mentre ora la Wada interviene e chiede di sospendere gli atleti russi dalle competizioni, in Italia la Procura antidoping, dopo ben quattro anni, ancora tace.
In realtà, c’era stato un po’ di attivismo quando è stata fatta l’interpellanza parlamentare, ma poi siamo tornati al silenzio assoluto. Mi chiedo se alla Procura antidoping sperino che ci siamo dimenticati.
Le novità per i cittadini
Sabato 21 novembre, alle 16, nella sala consiliare di piazza della Resistenza, a Pessano con Bornago, parteciperò, assieme al sindaco Giordano Mazzurana e al segretario metropolitano del Pd milanese Pietro Bussolati, a un interessante dibattito pubblico, organizzato dal Circolo locale, per cercare di capire “Cosa cambia per i cittadini” rispetto alla riforma della Costituzione, alla legge di stabilità 2016 e ai nuovi cinque ecoreati.
Paolo Cova