News dal Parlamento

L’omicidio stradale è un reato

Importante approvazione questa settimana alla Camera dove abbiamo dato il via libera, in seconda lettura e ora torna al Senato, alla legge che introduce i due nuovi reati colposi di omicidio stradale e di lesioni personali stradali. Si tratta di un provvedimento atteso da tempo da cittadini e associazioni, al quale nei prossimi mesi verranno affiancate iniziative sull’educazione stradale, l’aumento dei controlli e la manutenzione stradale e della segnaletica.

Tre i livelli di pena per l’omicidio stradale, corrispondenti alla gravità della condotta del conducente: da 8 a 12 anni di carcere se l’omicidio è commesso in stato di ubriachezza grave (con un tasso superiore a 1,5 grammi per litro) o sotto effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope; da 5 a 10 anni di carcere se l’omicidio è commesso in uno stato di ubriachezza (con un tasso tra 0,8 e a 1,5 grammi per litro) e in presenza di violazioni stradali (eccesso di velocità, guida contromano, il mancato rispetto del semaforo, sorpassi e inversioni a rischio); da 2 a 7 anni se l’omicidio è commesso in violazione del codice della strada.

Specularmente sono tre i livelli di pena per le lesioni personali. Nel caso in cui il conducente sia ubriaco o drogato le pene vanno da 3 a 5 anni di carcere per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Nel caso in cui il conducente abbia nel sangue un tasso tra 0,8 e a 1,5 grammi di alcool per litro o l’incidente sia causato da manovre pericolose scatta la reclusione da 1 anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime. Nel caso di violazione del codice della strada (senza alterazioni psicofisiche) resta la pena prevista attualmente.

Tra le aggravanti, se il conducente fugge dopo l’incidente la pena aumenterà da un terzo a due terzi, e non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni.

 

Nuove regole sui fitosanitari

Diverse le mozioni che abbiamo approvato questa settimana, ma una la ritengo particolarmente significativa perché interviene in materia di autorizzazione alla commercializzazione e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari.

Su questo tema abbiamo impegnato il Governo a dare piena attuazione agli atti e alle misure previste dal piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e dal relativo decreto legislativo; a promuovere il costante dialogo tra tutti i soggetti chiamati ad applicare il piano di azione nazionale al fine di garantire uniformità nelle disposizioni attuate sul territorio italiano; ad aggiornare i programmi di monitoraggio dei residui degli agrofarmaci nelle acque e nell’ambiente, tenendo conto delle sostanze immesse sul mercato in anni recenti; a promuovere, anche in sede europea, approfondimenti scientifici sulla tossicità delle miscele chimiche e sugli effetti della poliesposizione chimica; a porsi l’obiettivo di ridurre sempre più nei prossimi anni l’utilizzo delle autorizzazioni eccezionali di agrofarmaci; a favorire in modo diffuso l’adozione della gestione integrata delle colture, allo scopo di ragg iungere l’obiettivo di uno sviluppo agricolo sostenibile e di ridurre sempre più nel tempo l’utilizzo di agrofarmaci; a definire al più presto una lista di soggetti destinatari della formazione, comprendente non solo gli utilizzatori professionali, ma anche gli utilizzatori non professionali e i distributori di agrofarmaci, in considerazione del fatto che una formazione costante è essenziale per il loro uso efficace e responsabile ed è un requisito indispensabile per garantire l’applicazione delle buone pratiche agricole; ad individuare procedure semplificate che consentano una rapida concessione dell’estensione d’uso dei prodotti già registrati alle colture minori, ferma restando la tutela ambientale e della salute umana e animale; a promuovere ed attuare tutte le iniziative di competenza affinché nei territori avvengano tutti i controlli necessari a garanzia del rispetto della normativa vigente in materia di utilizzo di prodotti fitosanitar i e dell’attivazione di tutte le misure previste per la gestione dei rischi, a salvaguardia della salute umana e dell’ambiente; a porre in essere ogni iniziativa di competenza affinché le leggi attualmente in vigore in materia di prodotti fitosanitari siano rispettate in tutte le loro parti, indicando con maggior chiarezza chi siano le autorità preposte al controllo sulle sostanze utilizzate e al rispetto della normativa vigente, nonché i relativi ruoli e responsabilità.

 

Più cooperazione, meno immigrazione

Tra le mozioni approvate, anche quella riguardante le iniziative per rafforzare la cooperazione allo sviluppo a favore dei Paesi africani, anche nella prospettiva della riduzione dei flussi migratori.

Con quest’atto abbiamo impegnato il Governo a elaborare una strategia specificatamente volta allo sviluppo e al co-sviluppo dei Paesi africani, a partire da quelli dai quali provengono i principali flussi migratori verso l’Italia, auspicabilmente nella forma di un libro bianco da inserire nel documento di programmazione triennale della cooperazione che consideri in modo integrato gli aspetti relativi allo sviluppo economico, alle relazioni commerciali, alla finanza, alle riforme istituzionali, ai conflitti, alle migrazioni, all’impiego dei fondi per la cooperazione, alla rete di relazioni internazionali e alle condizioni geopolitiche regionali.

E nel contempo l’impegno deve essere di condividere in sede di Unione europea questa strategia, chiedendo che l’intera Ue metta in atto una politica di medio-lungo periodo volta anche a ridurre l’impatto strutturale dei fenomeni migratori dal continente africano verso l’Europa. Inoltre, si vuole dare seguito, già con il prossimo disegno di legge di stabilità, all’impegno di incrementare i fondi per la cooperazione internazionale allo sviluppo, continuando a stimolare gli investimenti privati nei Paesi individuati come prioritari, lavorando al tempo stesso per favorire le condizioni di stabilità politico-istituzionale indispensabili per garantire la necessaria sicurezza per gli investitori, e rafforzando l’interlocuzione con l’Unione africana.

 

Partecipate: serve trasparenza

Assicurare maggiore trasparenza e partecipazione nelle procedure di nomina dei membri dei consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato e da altri soggetti pubblici è, poi, lo scopo della terza mozione approvata questa settimana.

In questo caso, si parte da una considerazione: la presenza di società partecipate costituite per la soddisfazione di interessi pubblici è un fenomeno caratteristico dell’economia italiana, che si è accentuato in maniera considerevole nell’ultimo decennio soprattutto a livello locale. L’intenzione del Governo è però quella di procedere al riordino delle partecipazioni pubbliche e al riassetto complessivo della materia.

Perciò, al fine di tutelare il perseguimento degli interessi pubblici, la corretta gestione delle risorse e la salvaguardia dell’immagine del socio pubblico, è necessario assicurare la massima trasparenza e qualità delle procedure di designazione dei componenti degli organi sociali, garantendo il rigoroso rispetto dei requisiti di onorabilità e di professionalità degli amministratori.

Per questo la mozione impegna il Governo a promuovere meccanismi nella scelta dei consigli di amministrazione delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni, tali da garantire l’assenza di conflitti di interessi e la massima trasparenza delle procedure di selezione, confermando e implementando i criteri sinora adottati nella formazione dei consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato e da altri soggetti pubblici.

 

Semplifichiamo l’asilo

L’ultima mozione approvata questa settimana impegna, invece, il Governo ad adottare iniziative per istituire, nei tribunali ordinari, sezioni specializzate per i procedimenti giurisdizionali in materia di immigrazione.

La premessa è che i quotidiani, drammatici, fatti di cronaca degli ultimi mesi, e contestualmente i dati riportati da centri studi e di analisi nel settore dei flussi migratori, hanno concordemente messo in luce come quella che fino a ora è stata considerata come un’eccezionale ondata migratoria è in realtà destinata non solo a consolidarsi nei numeri e nei flussi, ma anche a trasformarsi da evento a carattere emergenziale in un avvenimento che sarà costante per molti anni a venire.

Nonostante l’aumento delle commissioni territoriali, che hanno consentito così una netta riduzione dei tempi necessari a vagliare le domande di asilo, gli ingenti flussi in arrivo impongono un ulteriore sforzo in termini economici e di personale qualificato atti a garantire una gestione adeguata del fenomeno.

Al Governo abbiamo chiesto perciò un impegno a valutare l’opportunità di introdurre ulteriori meccanismi per velocizzare tutte le procedure relative all’esame delle domande inerenti al riconoscimento dello status e all’accoglienza dei rifugiati per la parte relativa alle commissioni territoriali, anche valutando l’opportunità di un ulteriore potenziamento; di assumere iniziative per istituire presso alcuni tribunali sezioni specializzate per i procedimenti di protezione internazionale, per organizzare una formazione specifica del personale e per introdurre ulteriori fattori di semplificazione dei procedimenti giurisdizionali.

 

La carne pericolosa è oltre oceano

Ha fatto gran clamore l’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità sui cibi cancerogeni, che mette al bando in particolare le carni, insaccate, lavorate e in generale rosse. Dal mio punto di vista ancora una volta ci troviamo di fronte a una notizia che sta solamente allarmando i consumatori. Anche in passato siamo stati travolti da queste informazioni per poi scoprire che non erano così allarmistiche. Ad esempio, dopo anni di preoccupanti annunci, abbiamo scoperto che la Bse non veniva trasmessa alle persone e non era una zoonosi. Stesso discorso per l’influenza aviaria che poi si è scoperto non avere nessuna correlazione con la salute delle persone.

Invece mi sembra opportuno ricordare ,a chi fa queste ricerche, che in alcuni Paesi si trattano gli animali da carne con farmaci anabolizzanti e gli Usa ne sono un esempio. Questo sì che è un vero problema: sarei proprio curioso di leggere ricerche scientifiche che mettano a confronto gli esiti sulla salute delle persone che si alimentano con carni estrogenate e di quelle che mangiano carni non estrogenate.

Forse l’aumento dei tumori proviene dagli estrogeni somministrati agli animali e non invece dalla carne rossa. Bene ha fatto in tutti questi anni l’Ue a chiudere il mercato europeo all’importazione di carne trattata con anabolizzanti e a vietarne l’uso nelle stalle europee, perché prima viene la salute dei cittadini rispetto alle rese economiche e alla vendita degli anabolizzanti.

Paolo Cova