La nostra scuola è buona
Abbiamo approvato, alla Camera, la “Buona scuola”, ovvero la riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione. I voti: 277 favorevoli, 173 contrari e 4 astenuti. A favore Pd, Ap, Sc. Come sapete, il provvedimento intende disciplinare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, dotando le stesse delle risorse umane, materiali e finanziarie necessarie a realizzare le proprie scelte formative e organizzative.
Rafforzamento dell’autonomia degli istituti, contrasto ai fenomeni dell’abbandono e della dispersione, lotta alle diseguaglianze sociali, culturali e territoriali ancora presenti nel Paese, sono gli obiettivi principali che prevede la riforma. Allo stesso tempo queste norme servono a dare maggiore formazione agli studenti, garantire il diritto allo studio, attuare un grande piano per la sicurezza e la modernizzazione degli edifici. Piu’ di 100mila insegnanti saranno assunti nel prossimo anno scolastico ed è previsto un concorso per altri 60mila.
Oltre, dunque, al piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale docente e al concorso che si svolgerà per gli abilitati entro dicembre 2015, le altre novità sono la carta di identità della scuola con priorità e indirizzi; il curriculum e la carta dello studente, cui si potrà aggiungere insegnamenti opzionali per seguire vocazioni e talenti; 400 ore di alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici professionali e 200 ore nei licei; 90 milioni di euro per la formazione dei docenti, le infrastrutture digitali, i nuovi laboratori aperti al territorio; 40 milioni di euro per la formazione in servizio e 500 euro l’anno a ogni insegnante per acquisto di libri, tecnologie, mostre, concerti, teatri; un Fondo di 200 milioni di euro per premiare l’impegno degli insegnanti; la responsabilizzazione del dirigente scolastico che ha fatto tanto discutere, si traduce in un “preside” che sarà responsabile degli esiti della scuola e sarà valutato ogni tre anni da un nucleo di ispettori ad hoc; 300 milioni di euro per scuole innovative; 40 milioni per ispezionare controsoffitti e solai di tutte le scuole del Paese; school bonus, ovvero la possibilità di donare agli istituti fino a un massimo di 100mila euro, con un beneficio fiscale del 65% e il 10% del school bonus a un Fondo di perequazione per sostenere le scuole in aree disagiate; lotta alla dispersione scolastica. Infine, scuola più aperta e inclusiva con più inglese, educazione fisica e musicale nella scuola primaria, e più storia dell’arte, diritto, economia nelle scuole secondarie.
Nuove regole per l’autismo
Tra i progetti di legge importanti approvati in queste settimane, senz’altro rientra quello che si occupa della diagnosi e cura delle persone con disturbi dello spettro autistico, che prevede anche assistenza alle famiglie. Per chi non lo sapesse, l’autismo rientra in quelli che vengono definiti “disturbi pervasivi dello sviluppo”, che dipendono da un alterato sviluppo del cervello, e può comportare gravi problemi nella capacità di comunicare, di entrare in relazione con le persone e di adattarsi all’ambiente.
Il provvedimento prevede interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico. La legge chiama l’Istituto superiore di sanità ad aggiornare le Linee guida sul trattamento di questo tipo di disturbi. I Lea, i livelli essenziali di assistenza, sono a loro volta aggiornati con l’inserimento delle prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l’impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche disponibili.
Viene rivisto anche il ruolo degli enti locali: ora sono le politiche delle Regioni ad assumere una rilevanza imprescindibile. Quindi, Regioni e Province autonome garantiscono il funzionamento dei servizi di assistenza sanitaria alle persone con disturbi dello spettro autistico; individuano centri di riferimento con compiti di coordinamento dei servizi stessi nell’ambito della rete sanitaria regionale e delle province autonome; stabiliscono percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per la presa in carico di minori, adolescenti e adulti con disturbi dello spettro autistico, verificandone l’evoluzione.
In tutto questo, il Ministero della Salute provvede all’aggiornamento delle linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali e promuove lo sviluppo di progetti di ricerca riguardanti la conoscenza del disturbo.
Un freno agli espropri
Sapete tutti che la situazione della crisi economica e recessiva che si trascina ormai da troppi anni, ha messo in seria difficoltà molte famiglie italiane che, per poter tirare avanti, si sono indebitate oltre le loro possibilità. Il rischio che si vedano espropriare anche la prima casa è alto. Per questo abbiamo approvato una mozione che chiede di sospendere queste procedure e aggiornare le leggi che le regolano.
La mozione impegna perciò il Governo a valutare l’opportunità di istituire un osservatorio sul sovra-indebitamento, con all’interno enti e soggetti sia pubblici sia privati, dotati di competenze e professionalità specifiche, in grado di monitorare adeguatamente gli aspetti giuridici, sociali ed economici del fenomeno, con specifico riferimento alle procedure di espropriazione di immobili adibiti ad abitazione principale, per individuare le strategie più corrette per contrastarlo efficacemente; ad effettuare un attento monitoraggio sulla effettiva applicazione della legge n. 3 del 2012 (istituisce la procedura di composizione delle crisi da sovra-indebitamento per un parziale superamento del principio di soggezione di tutti i beni del debitore), al fine di valutarne l’efficacia e la necessità di eventuali correttivi; ad effettuare un’analisi approfondita ed aggiornat a per definire le misure da mettere in campo che arginino il fenomeno dei pignoramenti degli immobili adibiti ad abitazione principale; a procedere ad una verifica del progressivo stato di attuazione della legge 23 maggio 2014, n. 80 che riguarda le politiche abitative, anche valutando l’opportunità di introdurre elementi correttivi di tutela delle fasce maggiormente in difficoltà per effetto della crisi economica, con specifico riferimento alla tutela dei nuclei familiari destinatari di provvedimenti di espropriazione di immobili adibiti ad abitazione principale.
Latte in polvere: vogliamo sapere
Quanto latte in polvere, rigenerato all’estero, dalla Germania in particolare, viene importato in Italia e immesso sul mercato, soprattutto sotto forma di prodotti lattiero-caseari? Situazione che potrebbe tenere in scacco i produttori italiani di latte, costretti a scendere sul prezzo, indicizzandolo a quello tedesco? Con il collega Giorgio Zanin lo abbiamo chiesto in un’interrogazione, rivolta al Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.
Siamo, infatti, convinti che chi vuole fare formaggi con latte in polvere non teme di sicuro il parere dei consumatori: allora scriva a chiare lettere sulle confezioni che il prodotto è fatto con quel tipo di materia prima. In questo modo il consumatore potrà scegliere consapevolmente.
Anzi, costoro, dovrebbero farsi promotori di un’indicazione di provenienza che riporti se viene usato latte fresco oppure cagliate o semi lavorati, o ancora latte rigenerato da latte in polvere importato dall’estero. Ecco perché è importante sapere, e lo chiediamo al Ministro Martina, quanto latte rigenerato da latte in polvere viene importato dall’estero per essere trasformato.
Nel documento chiediamo anche se la verifica immediata da parte della Guardia di Finanza dei contratti sottoscritti dai ‘primi acquirenti’ e allevatori rispetti le norme previste da art. 62 per evitare che ci siano ancora contratti non sottoscritti o con accordi solo verbali, oltre ai passi che intende fare il Ministero nei confronti delle aziende acquirenti che non rispettano l’art 62. Inoltre, vogliamo sapere quanti controlli, negli anni 2013 e 2014, sono stati eseguiti su latte importato in Italia per verificare che non fosse latte rigenerato e che esito hanno dato.
Infine, l’interrogazione pone un quesito: conoscere in tempi rapidi quanti non hanno fatto contratti in forma scritta nei mesi scorsi e ora vogliono ricorrere alla retroattività, pratica non consentita e sanzionabile. Non vorremmo che dietro ci sia un maldestro tentativo di indicizzare per un anno al latte tedesco.
Il doping? È trasversale
Questa settimana è emersa un’altra grande indagine sull’uso del doping. Se ne è fatta carico la Procura di Brescia che sta monitorando palestre e dilettanti di vari sport. Decine le persone coinvolte, da chi procura le sostanza a chi ne fa uso. Non mi stupisco: il fenomeno del doping tra gli sportivi amatoriali è ben più grande di quel che si pensi ed è proprio il caso di dire che l’inchiesta di Brescia sta portando a galla solo la punta dell’iceberg.
Il guaio è che i dati della Commissione vigilanza doping e del Coni-Nado non riescono a intercettare la vera portata del problema, perché mancano tutte le verifiche sui dilettanti e gli amatoriali, appunto, ma anche le verifiche a sorpresa sui professionisti. Ecco perché continuerò a battermi per un’agenzia terza che controlli sia gli uni che gli altri, trasversalmente, e che sia super partes, non influenzata e influenzabile da alcuno e assolutamente rigorosa.
Vitalizi no. Contributi sì
Questa settimana ho aderito a un progetto di legge del collega Matteo Richetti sui vitalizi. Il testo è finalizzato all’abolizione dell’assegno vitalizio e al suo ricalcolo secondo il sistema contributivo previsto per tutti i lavoratori, anche per gli attuali percettori dell’assegno. Per capirci, il montante contributivo individuale è determinato alla stregua dei lavoratori dipendenti, applicando alla base imponibile contributiva l’aliquota vigente per i lavoratori dipendenti delle amministrazioni statali.
La proposta di provvedimento armonizza, una volta per tutte e per tutti i beneficiari attuali e futuri, il trattamento pensionistico di parlamentari e consiglieri regionali a quello degli altri lavoratori. E non può che trovarmi d’accordo.
Paolo Cova