Class action per legge
Con un sì unanime – 388 voti a favore, nessun contrario e un astenuto – alla Camera abbiamo approvato la legge sulla class action. Una proposta che ha come scopo quello di assicurare efficienza all’amministrazione della giustizia, migliorando la disciplina dell’azione di classe, intesa come strumento di attuazione in via collettiva dei diritti.
La class action ora potrà essere intrapresa da tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie, anche modeste (oggi lo strumento è riservato sostanzialmente ai consumatori e alle loro associazioni). Ci saranno a seguito incentivi economici, in particolare a sostegno dell’attività di coloro che propongono la class action.
Rispetto al passato viene definita più puntualmente la procedura da seguire, introducendo meccanismi che consentano di portare a conclusione l’azione, e rinnovata la disciplina del compenso per i difensori, in caso di accoglimento della domanda, riconoscendo loro la cosiddetta “quota lite”.
L’azione sarà sempre esperibile in relazione a “diritti individuali omogenei” e a “interessi collettivi” da ciascun componente della classe, anche mediante associazioni cui dà mandato o comitati cui partecipa. Quanto all’oggetto, all’accertamento della responsabilità, alla condanna al risarcimento del danno e alla condanna alle restituzioni, si aggiunge l’inibitoria nei confronti degli autori delle condotte lesive.
I destinatari sono imprese ed enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità. La si propone al tribunale, che deve valutarne l’ammissibilità entro un mese dalla presentazione dell’azione, che può essere riproposta in caso di reiezione con un titolo diverso.
In caso di condanna il giudice può procedere direttamente alla liquidazione individuale di ogni singolo aderente all’azione, o stabilire un criterio omogeneo di calcolo per la liquidazione dei singoli assegnando alle parti un termine massimo di 90 giorni per trovare un accordo sulla liquidazione del danno e le restituzioni.
Nuove regole per l’estradizione
Questa settimana abbiamo dato un altro importante via libera: con 328 sì, 68 no (M5S e Lega) e 9 astenuti, abbiamo approvato la ratifica della Convenzione di Bruxelles del 2000 sull’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri Ue e la delega al Governo per l’adeguamento della normativa italiana, oltre alla delega per la riforma dell’estradizione. Ora il testo passa al Senato.
Il provvedimento consentirà lo svolgimento di una serie di doverose rogatorie internazionali presentate dalla magistratura italiana, ma più in generale il testo mira a semplificare e rendere più efficaci le formalità e le procedure relative alle richieste di assistenza giudiziaria, introducendo forme e tecniche specifiche di collaborazione rafforzata con le autorità giudiziarie degli altri Paesi europei. Contempla, ad esempio, la possibilità di svolgere audizioni mediante videoconferenza e teleconferenza, di creare squadre investigative comuni, di effettuare intercettazioni di telecomunicazioni, operazioni di infiltrazione e consegne sorvegliate. Risponde, insomma, a una sempre più accentuata esigenza di collaborazione internazionale sul piano delle indagini e su quello processuale per garantire un’efficace azione di contrasto alla criminalità. Verranno così perfezionati strumenti convenzionali preesistenti e appartenenti ad altri ambiti giuridici, come il patto di Schengen, per migliorare la collaborazione giudiziaria in materia penale attraverso un’assistenza giudiziaria rapida, efficace, compatibile con i principi fondamentali del diritto interno degli Stati membri e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Ancora sul doping. E i gruppi militari
Forse ricorderete che sulla questione doping e gruppi sportivi militari avevo presentato un’interrogazione a febbraio, allo scopo di avere chiarezza su quanto la pratica scorretta incidesse sulle performance degli atleti di Stato. Ma non ho mai ricevuto risposta e ora ho depositato anche un’interpellanza, sottoscritta da 30 colleghi del Pd. In sostanza, chiediamo ai comandanti responsabili dei gruppi sportivi militari di sapere come hanno vigilato sui propri atleti in occasione delle scorse olimpiadi. Inoltre, poiché siamo nel pieno della preparazione olimpica, dispiacerebbe che gli errori del passato non siano stati superati: ecco perché è importante capire cosa è stato messo in atto per evitare che accada ancora.
Nel dettaglio, nell’interpellanza ripeto le domande già fatte ai Ministri competenti: se i comandanti dei Gruppi sportivi erano a conoscenza che atleti di tutte le discipline sportive appartenenti al proprio gruppo sportivo non avevano provveduto a inviare il modulo della propria reperibilità come previsto dal Codice antidoping del Wada e quale sistema di controllo interno abbiano messo in atto in questi anni per prevenire il mancato invio della reperibilità e del possibile uso di sostanze dopanti da parte dei propri atleti; se i comandanti dei Gruppi sportivi, dopo le notizie delle agenzie di stampa sugli interventi fatti dalla Procura di Bolzano a settembre 2014, si siano attivati per verificare che i propri atleti non fossero nella condizione di aver disatteso a questo obbligo di inviare la reperibilità e quali provvedimenti abbiano messo in atto nei confronti degli atleti che avessero eventualmente disatteso a questo obbligo; se gli atleti appartenenti ai gruppi sportivi che risultano convocati per chiarimenti dalla Procura antidoping, abbiano concordato una linea difensiva comune assumendo un unico studio legale a difesa e se tale percorso sia stato condiviso e concordato dai comandanti e responsabili dei gruppi sportivi.
Sono loro i primi tutori della legalità. E devono essere di esempio per tutti gli atleti professionisti e amatoriali.
Abbasso la Xylella
Sull’emergenza fitosanitaria, causata dal batterio Xylella fastidiosa, che ha colpito gli alberi di ulivo in Puglia e di cui si è parlato molto in questi mesi proprio per i danni che ha provocato, abbiamo approvato una serie di mozioni che prevedono interventi urgenti. Principalmente impegniamo il Governo ad affrontare e a risolvere con immediatezza la fase di crisi economica degli agricoltori e dei vivaisti, che, rispettivamente con l’abbattimento delle piante di olivo e con la sospensione o l’annullamento dei contratti e delle forniture, perdono la loro fonte di reddito e di sopravvivenza.
Inoltre, l’impegno è a incentivare la ricerca per studiare il patogeno, l’insetto vettore, e individuare ogni misura idonea a prevenire e curare gli ulivi e le altre specie vegetali attaccate dalla Xylella fastidiosa, salvaguardando l’aspetto paesaggistico, ambientale e produttivo dei territori colpiti. Per questo il Governo dovrà assumere iniziative per prevedere per tutti gli agricoltori danneggiati dalla Xylella fastidiosa la sospensione dell’Imu agricola e la proroga delle scadenze delle rate di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario dalle imprese agricole.
Tra gli impegni, anche quello ad adoperarsi, in particolare in sede comunitaria, per realizzare un regime di aiuti destinati a finanziare piani di intervento per l’emergenza fitosanitaria con specifiche misure sovvenzionate, in relazione al valore dei raccolti distrutti e dei frutti pendenti non raccolti delle piante arboree estirpate.
Il Governo si occupi della Sardegna
Dalla Puglia alla Sardegna. Nella stessa seduta abbiamo votato unanimemente altre mozioni che prevedono interventi per l’isola. I testi approvati sono relativi tra l’altro a temi quali servitù militari, crisi occupazionale e produttiva dell’Isola, calamità naturali abbattutesi sulla regione, difficoltà nei collegamenti con l’Italia e interni.
Il Governo è stato da noi, perciò, impegnato a superare le criticità esistenti, tenendo nel debito conto gli interessi territoriali in base anche al principio della leale collaborazione tra enti e comunque nel pieno rispetto degli interessi di cui è portatrice la Regione autonoma della Sardegna; a prestare un’attenzione particolare in termini di assunzione di responsabilità e di riconoscimento delle specificità della realtà e delle problematiche della Sardegna, affinché possano essere superate e orientate a una valorizzazione delle vocazioni principali dell’isola stessa; a inserire nell’agenda dei lavori del Governo la questione Sardegna, anche attraverso l’istituzione di uno specifico tavolo di lavoro congiunto Stato-Regione per l’esame urgente delle vertenze ancora aperte e per definire, in particolare, tutte le iniziative utili a garantire la loro risoluzione in tempi certi.
Un premio alle tematiche del socialismo
Attraverso la formula della proposta di legge, in Aula abbiamo votato l’istituzione del “Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno” e le disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell’archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.
Il premio sarà conferito il 25 settembre di ogni biennio, a partire da quest’anno, per un ammontare totale di 40mila euro, a coloro che tratteranno temi ispirati alle tematiche del socialismo nel XXI secolo in Italia e nel mondo; ai conflitti sociali e alle lotte politiche tra passato e futuro; al socialismo e al Mezzogiorno; ai cambiamenti istituzionali regionali e locali avvenuti nel Mezzogiorno d’Italia nel XX secolo e previsioni per il XXI secolo; allo studio del fenomeno della violenza politica, sia verbale che fisica, del suo sviluppo, delle sue forme, degli strumenti per combatterla; agli ideali di giustizia, di solidarietà e di pace in Italia e nel mondo; al riformismo e alla democrazia nel Mezzogiorno d’Italia.
Inoltre, alla Fondazione Giuseppe Di Vagno è concesso un contributo straordinario una tantum, per l’anno 2015, pari a 100mila euro per la riorganizzazione, la redazione degli inventari, il potenziamento, l’automazione, l’informatizzazione e la dotazione di risorse umane, la definitiva e permanente apertura al pubblico della biblioteca e dell’archivio storico della memoria democratica pugliese, collocati nella sede della Fondazione