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A Taranto si riparte dall’Ilva

Questa settimana abbiamo approvato l’importante decreto-legge sull’Ilva di Taranto che costituisce un passaggio ulteriore, dopo quelli degli ultimi tre anni, per mettere in sicurezza l’attività produttiva e l’occupazione negli stabilimenti, oltre che per convogliare consistenti risorse sul più grande polo siderurgico europeo. Il provvedimento fissa, infatti, le linee guida per il futuro dell’Ilva e per il risanamento ambientale dell’area. Il Commissario è ora autorizzato a contrarre finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 400 milioni di euro, assistiti dalla garanzia dello Stato.

Per la tutela dell’indotto sono previste diverse misure in favore delle piccole e medie imprese, tra cui quelle dell’autotrasporto. L’obiettivo del Governo con questo atto non era solo di risolvere i problemi creati dalla gestione passata dello stabilimento, ma anche di creare le condizioni che permettano la ripresa economica di Taranto, il suo rilancio turistico, nel rispetto del benessere e della salute dei suoi cittadini. Per questo motivo è importante anche il passaggio sui rifiuti: la loro gestione dovrà essere orientata al rispetto dei principi della direttiva quadro europea e, in particolare, secondo l’ordine di priorità della prevenzione, del riutilizzo, del riciclaggio e del recupero.

Non solo: segnalo che nel decreto è previsto anche che, al fine di assicurare adeguati livelli di salute pubblica e una più efficace lotta ai tumori, riferita in particolare alle malattie infantili, la Regione Puglia è autorizzata ad effettuare interventi per il potenziamento della prevenzione e della cura nel settore della onco-ematologia pediatrica nella provincia di Taranto, nei limiti di spesa di 500mila euro per l’anno 2015 e di 4,5 milioni per l’anno 2016.

Quegli accordi che ci fanno vivere in pace

Periodicamente arrivano anche le ratifiche di accordi che ci consentono di avere ottimi rapporti con gli altri Stati e, dunque, far funzionare al meglio le relazioni internazionali nel nome della pace e del rispetto reciproco. L’ultima tornata di approvazioni ha riguardato la ratifica dell’Accordo tra la Repubblica italiana e le Isole Cayman sullo scambio di informazioni in materia fiscale; l’Accordo tra l’Italia e la Turchia sulla previdenza sociale; quello commerciale tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Colombia e la Repubblica di Perù, dall’altra, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012. Abbiamo, inoltre, ratificato il Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra l’Italia e la Repubblica del Kazakhstan; l’Accordo tra il nostro Governo e quello della Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali; l’Accordo di sicurezza sociale tra Italia e Canada e quello sulla previdenza sociale con lo Stato di Israele.

Inoltre, segnalo l’ok dato dalla Camera all’esecuzione degli Emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna l’8 luglio 2005, e le norme di adeguamento dell’ordinamento interno.

Sul latte una disparità ingiustificata

In Commissione Agricoltura, questa settimana, abbiamo ascoltato, in audizione, sul tema del prezzo del latte, i rappresentanti di Federalimentare, Federdistribuzione, Associazione nazionale cooperative di consumatori (Ancc-Coop) e Associazione nazionale cooperative tra dettaglianti (Ancd-Conad), ovvero i trasformatori e la grande distribuzione. E mi è capitato di intervenire molto duramente sulle parole di queste organizzazioni in quanto, non è stato possibile avere una risposta da parte loro perché il latte per i consumatori costa tre volte il prezzo pagato al produttore.

Come ho già avuto modo di dire, il prezzo del latte alla stalla è diverso a seconda del trasformatore che lo compra, ma il margine di differenza è sempre minimo. Per fare un esempio, nel 2014 gli allevatori hanno preso una media abbastanza alta, ma non superava mai i 41,5 centesimi al litro. Eppure, al dettaglio, quindi al consumatore, viene venduto anche a 1,60 euro. Nessuno dei presenti è stato in grado di darmi una spiegazione, ma la sensazione che paghi sempre il consumatore e nel frattempo l’allevatore riesca appena a coprire le spese, rimane.

Inoltre, poiché le sigle degli industriali chiedono sempre di incentivare i consumi di prodotti lattiero-caseari, ho manifestato il mio disappunto rispetto al fatto che i trasformatori hanno disincentivato l’uso e il consumo del latte crudo prodotto e venduto nelle aziende, quello che compriamo al distributore dentro l’azienda agricola o installato nelle piazze dei paesi. Infatti negli ultimi anni i produttori hanno registrato un forte calo delle vendite attraverso questo canale. Il sospetto che gli industriali ostacolino, perché esce dal loro giro di distribuzione, è forte e palese. Ho quindi ribadito che sostenere il consumo dei prodotti lattiero-caseari significa farlo a tutti i livelli della filiera.

Incontro in Martesana

Il mio giro per incontrare elettori, simpatizzanti e cittadini e parlare dell’attività svolta fino a oggi, continua. Dopo la Cooperativa Ortica per la città di Milano, sarò venerdì 13 marzo, alle 20.45, al Circolo Pd di via Leonardo da Vinci 1/A, a Gorgonzola, per la Zona Est, Adda-Martesana.

L’obiettivo è quello di fare un piccolo bilancio politico del secondo anno di legislatura, di raccontare il mio operato, fare un’analisi dei passi compiuti e gettare uno sguardo sui cambiamenti istituzionali in atto e sulla nuova situazione politica.

Paolo Cova