“Non si capisce perché trasformatori e grande distribuzione non riescano a dare una spiegazione del motivo per cui il latte per i consumatori costa tre volte il prezzo pagato al produttore”, è stato duro nel suo intervento l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, durante le audizioni della XIII Commissione Agricoltura della Camera con i rappresentanti di Federalimentare, Federdistribuzione, Associazione nazionale cooperative di consumatori (Ancc-Coop) e Associazione nazionale cooperative tra dettaglianti (Ancd-Conad).
“Il prezzo del latte alla stalla è diverso a seconda del trasformatore che lo compra, ma il margine di differenza è sempre minimo – spiega Cova –. E anche quando nel 2014 gli allevatori hanno preso una media abbastanza alta, non superava mai i 41,5 centesimi al litro. Eppure, al dettaglio, quindi al consumatore, viene venduto anche a 1,60 euro. Nessuno dei presenti è stato in grado di darmi una spiegazione, ma la sensazione che paghi sempre il consumatore e nel frattempo l’allevatore riesca appena appena a coprire le spese, rimane”.
Cova ha attaccato le sigle degli industriali anche sul tema del latte crudo: “Vista la loro richiesta di incentivare i consumi di prodotti lattiero-caseari, ho manifestato il mio disappunto rispetto al fatto che i trasformatori hanno disincentivato l’uso e il consumo del latte crudo prodotto e venduto nelle aziende. Forse perché esce dal loro giro di distribuzione? Sostenere il consumo dei prodotti lattiero-caseari significa farlo a tutti i livelli della filiera”.
Roma, 5 marzo 2015