Le molte misure della stabilità
Prima della pausa di Natale, alla Camera abbiamo approvato in via definitiva la legge di stabilità 2015, che il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha definito una manovra “a espansione qualificata”. Dunque, l’obiettivo è quello di rilanciare la crescita e di affrontare problemi cronici come quello del costo del lavoro, con risorse limitate ma con misure qualitativamente efficaci, e tenendo comunque in ordine i conti pubblici. Complessivamente, gli interventi previsti dalla manovra ammontano a circa 32,4 miliardi di euro per il primo anno, a 45,8 miliardi nel 2016 e a 46,3 miliardi nel 2017. Delle misure contenute nella legge di stabilità beneficeranno innanzitutto i cittadini e le famiglie italiane, così come le imprese e dunque tutta l’economia.
Ecco, allora, un elenco degli interventi e delle misure principali: prevista la completa deducibilità dall’Irap della componente lavoro a tempo indeterminato; zero contributi per i neo assunti nel primo triennio; sostegno ai nuovi ammortizzatori sociali; sgravi per chi assume lavoratori in mobilità; stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili; stanziati 800 milioni di euro per introdurre un regime fiscale forfettario per 900mila partite Iva a basso livello di reddito; promozione del Made in Italy; sostegno del settore latte ; proroga per ecobonus e ristrutturazioni; sostegno all’Expo; alleggerimento del Patto di stabilità interno per gli enti locali; stabilizzazione del bonus di 80 euro; Tfr in busta paga volontariamente e per i dipendenti privati, per un massimo di 3 anni; incremento per il Fondo per le non autosufficiente, compresi i malati di Sla; bloccato l’aumento di Tasi e Imu per il 2015; nes sun aumento del canone Rai; eliminate le penalizzazioni previste dalla riforma Fornero sui pensionamenti con meno di 62 anni; fissato un tetto alle pensioni d’oro; contrasto alla ludopatia con l’inserimento nei LEA; più risorse per le emergenze ambientali nazionali; bonifica dei siti contaminati dall’amianto; risparmi pubblici e spendine review; lotta all’evasione fiscale.
Suolo agricolo, no al consumo
Il Comitato ristretto delle Commissioni congiunte Ambiente e Agricoltura ha prodotto il nuovo testo base sul “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”, scaturito dal lavoro fatto fino ad ora, prendendo riferimento dai testi presentati da cui partire per la nuova fase emendativa. La nuova norma avrà il compito di dettare i “principi fondamentali per la valorizzazione e la tutela del suolo, con particolare riguardo alle superfici agricole e alle aree sottoposte a tutela paesaggistica, al fine di promuovere e tutelare l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente, nonché di contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile, anche in funzione della prevenzione e della mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici”. Vi invito a segnalarmi eventuali note o proposte di emendamenti per arrivare a una legge che preservi davvero il nostro prezioso suolo agricolo e finora libero da insediamenti di qualsiasi genere.
Se volete leggere il testo cliccate qui
Occhio alla rete ingannatrice
In questi giorni, sul web, sono girati pseudo articoli in cui si riportavano elenchi sterminati di reati che una non bene precisata legge depenalizzerebbe. Senza entrare troppo in dettagli tecnici, cerco di chiarire le idee ai tanti che rischiano di vedersele confondere da propaganda in cattiva fede. Intanto, capiamo da dove parte la vicenda: lo scorso aprile il Parlamento approva la legge 67, rubricata Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Questa norma prevede, all’articolo 1, di “escludere la punibilità di condotte sanzionate con la sola pena pecuniaria o con pene detentive non superiori nel massimo a 5 anni, quando risulti la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento senza pregiudizio per l’esercizio dell’azione civile per il risarcimento del danno e adeguando la relativa normativa processuale penale”.
Si parla quindi della punibilità: il fatto in sé non viene certo legalizzato, ma, in casi in cui quelle condotte vengano tenute in forma tenue da un soggetto non abitualmente dedito, si propone che l’ordinamento possa non sanzionare l’atto, fermo restando il diritto per la persona che ne ha patito le conseguenze di ottenere il risarcimento del danno. E sapete quali esempi portano gli esperti giuristi sui reati davvero depenalizzati? Alcuni ormai disapplicati come il turpiloquio o la rappresentazione teatrale abusiva o altri fuori dal tempo come l’abuso di credulità popolare. Spesso comportavano solo contravvenzioni e non più una sanzione detentiva reale, ma intasavano i Tribunali.
Mi pare chiaro, invece, che agendo su modifiche al regime di punibilità, nessuno dei fatti utilizzati in questi giorni demagogicamente può rientrare nel nuovo istituto, né essere considerato depenalizzato. Può forse essere considerato tenue lo stalking? O un giudice può considerare una banalità non abituale il maltrattamento di animali? Attenzione, dunque, alla rete. Bella, ma spesso ingannatrice.
Paolo Cova