L’attacco al Circolo e la verità che sta dietro
La notizia è nota perché, a differenza di altri casi analoghi ma meno gravi, è stata riportata su tutti i media italiani. Purtroppo, questa volta, ha visto protagonista il mio Circolo Pd: si tratta della vile aggressione di un gruppo di giovani, impegnati a far occupare case Aler, ai partecipanti al consueto incontro con il Sunia nella nostra sede di piazzale Corvetto. Sapete come è andata: uffici devastati, le persone, molte delle quali anziane, costrette a scappare dalla finestra, fumogeni e tanta paura e rabbia. Ho condannato pubblicamente l’attacco ad un circolo che ha sempre prestato attenzione alle persone che vivono nel territorio in situazioni disagiate e di difficoltà. E ricordare che in questi anni siamo stati costantemente a fianco degli inquilini delle case popolari, affinché le condizioni abitative potessero migliorare e la situazione di degrado venisse superata. L’obiettivo è quello di favorire la possibilità di avere una casa per tutti, ma la nostra posizione è ovviamente contraria alle occupazioni abusive e alle forme di illegalità. A differenza di chi ci ha colpiti così pesantemente, il cui scopo è quello di creare tensione nel quartiere e non consentire la legalità.
Ma devo dire dell’altro. Questo evento arriva dopo settimane in cui da parte di esponenti nazionali di partiti che hanno la responsabilità diretta sulle case popolari, si è acceso un faro sulle occupazioni abusive. Mi sembra opportuno precisare che la proprietaria delle case Aler è la stessa Aler, la quale è un ente gestito da Regione Lombardia, in mano, negli ultimi 20 anni, a centrodestra e Lega. È singolare che chi chiede di combattere le occupazioni abusive sia il partito che gestisce direttamente Aler. Voglio proprio dire che coloro che protestano sono i diretti responsabili dei mancati lavori e del degrado degli alloggi, ma nonostante ciò fomentano la rabbia contro chi non ha responsabilità.
E per essere chiari, vi informo anche che la sistemazione delle case del quartiere Mazzini è ferma perché Aler, cioè Regione Lombardia, non procede con i lavori e il presidente Maroni non interviene a risolvere questa grave crisi. Il rischio maggiore è che i fondi nazionali, fermi da 10 anni perché non vengono spesi, siano destinati ad altre priorità. Ma dalle parti di Palazzo Lombardia si continua a far finta di niente. Qui il mio intervento in Aula sulla vicenda
https://www.youtube.com/watch?
Via libera all’ambiente
Con 295 sì, 47 contrari e 89 astenuti, alla Camera abbiamo approvato il disegno di legge sull’ambiente collegato alla legge di stabilità. Il testo, che ora passa all’esame del Senato, contiene misure in materia di valutazioni ambientali, energia, acquisti “verdi”, gestione dei rifiuti, difesa del suolo, risorse idriche. Sono molti i punti che entrano nel dettaglio, ma cercherò di essere sintetico. E parto dalle nuove, più stringenti procedure per le autorizzazioni ambientali riguardanti lo scarico in mare di acque derivanti da attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi o gassosi, l’immersione in mare di materiali di scavo di fondali marini, la movimentazione degli stessi fondali per la posa di cavi e condotte. Un’importante novità è la predisposizione della valutazione di impatto sanitario (Vis), da svolgere nell’ambito del procedimento di Via, per alcuni progetti, tra cui le raffinerie di petrolio greggio, gli impianti di gassificazione e liquefazione, i terminali di rigassificazione. Sul fronte dell’energia, da un lato vengono inseriti nuovi sottoprodotti da utilizzare negli impianti a biomasse, dall’altro viene modifica la disciplina degli incentivi. Ma soprattutto viene promossa l’istituzione delle “oil free zone”, quelle aree territoriali nelle quali si prevede la progressiva sostituzione del petrolio con energie da fonti rinnovabili.
Sul fronte degli acquisti verdi, vengono introdotte una serie di misure che facilitano gli operatori con determinate certificazioni ambientali e marchi di qualità ecologica, e sono finalizzate a incentivare l’acquisto di prodotti derivanti da materiali “post consumo” riciclati. Il disegno di legge contiene numerose misure in materia di gestione dei rifiuti: dalla plastica compostabile inclusa tra i materiali per compostato misto, ai porti marittimi dotati di siti idonei per il raggruppamento e la gestione dei rifiuti raccolti durante le attività di pesca o turismo subacqueo; dagli obblighi dei produttori e degli utilizzatori a una nuova disciplina per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata; dall’autorizzazione al compostaggio aerobico domestico individuale alla applicazione, anche se in via sperimentale, del sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi di birra e acqua minerale da parte dei locali pubblici. Viene addirittura introdotta una disciplina sui rifiuti di prodotti da fumo e gomme da masticare. Molti e articolati gli interventi in difesa del suolo, volti soprattutto alla riorganizzazione dei distretti idrografici. Il collegato istituisce, infine, un Fondo di garanzia per gli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche in tutto il territorio nazionale.
Ebola, questa sconosciuta
In settimana il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha illustrato in Aula un’informativa urgente che intendeva fare chiarezza sull’andamento dell’epidemia di Ebola. La responsabile del dicastero ha ricordato come in Italia vi siano state numerose segnalazioni, ma tutte si sono rivelate negative, e ha esortato a intervenire perché le conseguenze di un mancato intervento, anche a livello geopolitico, sarebbero incalcolabili. Lorenzin ha quindi avvertito che la dotazione medica degli Uffici di sanità marittima-aeroportuale (Usmaf), fondamentali per i primi controlli in relazione al virus Ebola, è inadeguata. E che quindi sta pensando a un’iniziativa normativa, come emendamento alla legge di stabilità, che garantisca un potenziamento degli stessi Usmaf.
Il Ministero, ha aggiunto, sta inoltre procedendo al riconoscimento dell’aeroporto di Pratica di Mare come aeroporto sanitario, al pari di Fiumicino e Malpensa, prevedendo la delega Usmaf ai medici militari. L’Italia resta comunque, dal punto di vista organizzativo, in prima linea in Unione europea, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità chiede di fare un accordo con il nostro Governo per il dislocamento all’Ospedale Spallanzani di Roma di eventuali casi di soggetti affetti da Ebola di rientro dai Paesi africani colpiti. Sono infatti pochi i Paesi in grado di effettuare evacuazioni mediche in sicurezza, disponendo di aerei e strutture di isolamento adeguati. Ma la Lorenzin ci ha anche rassicurato rispetto ai flussi migratori, spiegandoci che a oggi la possibilità che da questo canale arrivino soggetti affetti da Ebola è estremamente bassa. Ricordando, infine, il numero di pubblica utilità 1500 cui risponde personale appositamente formato per dare tutte le informazioni sul virus Ebola ai cittadini, Lorenzin ha assicurato il costante impegno a fornire elementi di informazione completa e comprensibile per tutti, per evitare che la paura di diffusione di malattie infettive costituisca il pretesto per comportamenti di vera e propria discriminazione anche razziale, come avvenuto in recenti casi di cronaca.
Paolo Cova