La maggioranza vuole la pace
Prima di congedarmi per una breve pausa estiva e di raccontarvi l’ultima, intensa settimana romana, mi soffermo con alcune semplici riflessioni sul conflitto israelo-palestinese, rimandandovi infine al pensiero che il Cardinale Martini espresse in proposito nel 2003.
La mia riflessione è che dopo l’incontro in Vaticano dell’8 giugno 2014 tra Papa Francesco, il presidente israeliano e quello palestinese, gli estremisti dei due Paesi hanno pensato bene di dare fuoco alle polveri per non correre il rischio che si arrivasse alla pace. Come sempre, una minoranza che vive dell’odio e della violenza teme ogni operatore di pace perché ridurrebbe all’insignificanza la sua presenza. Per queste persone sono meglio il dolore e la guerra, piuttosto che perdere lo spazio che in questo terribile modo si sono guadagnate. Queste opposte fazione non hanno mai imparato a governare in contesti pacifici. Ma in mezzo c’è la maggior parte dei palestinesi e degli israeliani che vogliono la pace e la fine di questo conflitto.
E ora vi lascio alle parole del Cardinale Martini. Se le volete leggere cliccate qui.
Il Pil e la ricetta Padoan
Inutile nasconderlo: nessuno di noi si aspettava quel dato. Eravamo tutti più fiduciosi nella ripresa. Invece, il Pil, quell’importantissimo Prodotto interno lordo che dà la misura della salute di un Paese, è risultato ancora negativo, scendendo dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. E la diminuzione del valore aggiunto, ci ha detto l’Istat, è avvenuta in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Non è stata sufficiente nemmeno la produzione industriale di giugno, ripartita dopo due mesi di cali.
È toccato al presidente Matteo Renzi riportarci alla realtà, dopo un momento di sbigottimento: nel 2012, ci ha ricordato, abbiamo fatto meno 2,4%. Nel 2013 meno 1,6%. Nei primi sei mesi del 2014 siamo a meno 0,3%.
Secondo l’Europa è semplicemente una ripresa ritardata, seppure in linea con le previsioni di altre istituzioni, come Fmi, il Fondo monetario internazionale, e la Banca d’Italia.
Un dato negativo, ma con aspetti positivi – produzione industriale e consumi, appunto – anche secondo il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, venuto in Aula a riferire sugli interventi in materia di revisione della spesa pubblica alla luce degli attuali vincoli di bilancio.
Il titolare del Tesoro è stato chiaro: se ne esce solo continuando con la strategia del Governo, ovvero riforme strutturali, semplificazioni, aumento della competitività. E rendendo permanente, nella legge di Stabilità, il bonus di 80 euro, per il quale è prematuro abbandonarsi a valutazioni sul suo impatto a soli tre mesi dall’introduzione in busta paga, ha detto. Secondo Padoan, infatti, la revisione della spesa è e resta al centro della strategia del governo perché indispensabile per il raggiungimento della crescita.
Per questo, il Ministro vede, a partire dal 2015, una fase di ripresa più decisa e sostenuta, mentre considera “sbagliato e fuorviante prendere in considerazione un quadro macroeconomico di pochi trimestri per valutare l’efficacia e l’impatto delle azioni di governo”.
La prospettiva per Padoan è, dunque, quella di attuare una “revisione delle agevolazioni e delle detrazioni fiscali per garantire un miglioramento dei conti pubblici di 3 miliardi nel 2015, 7 nel 2016 e 10 nel 2017. Viceversa si deve procedere con la revisione della spesa”.
A tutta energia
A tarda sera, e dopo aver votato anche la questione di fiducia, con 299 voti favorevoli e 152 contrari, alla Camera abbiamo approvato il decreto competitività, che contiene misure per il settore agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, ma anche l’importante intervento per il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche.
Volevo soffermarmi su quest’ultimo punto, ovvero le misure per il settore energetico. Se gli interventi sono volti soprattutto a portare un risparmio sugli oneri generali di sistema delle tariffe elettriche a favore delle piccole e medie imprese, con una riduzione dei costi a carico, ad avvantaggiarsene possono anche essere cittadini e famiglie.
In generale, l’obiettivo del Governo è quello di pervenire a regime a un risparmio in bolletta pari a circa il 10 per cento del costo attuale per le Pmi. Inoltre, alcune forme di autoconsumo di energia, come le reti interne di utenza, che nella normativa vigente versavano i corrispettivi tariffari e gli oneri di sistema solo sull’energia prelevata dalla rete, con le nuove norme devono concorrere al pagamento di una quota di questi oneri in relazione all’energia consumata e non prelevata dalla rete, cioè su quella autoprodotta.E gli oneri per lo svolgimento dell’attività del Gestore dei servizi energetici relativi ai meccanismi di incentivazione e sostegno alle imprese in materia di fonti rinnovabili ed efficienza energetica, non ricadranno più su consumatori, imprese e famiglie, ma saranno posti a carico delle imprese elettriche.
Ulteriore, importante semplificazione, soprattutto per chi ha già o vorrebbe dotarsi di energia alternativa, il decreto stabilisce che l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici sui tetti di edifici non sottoposti a vincolo non è subordinata all’acquisizione di atti amministrativi di assenso.
Inoltre, per la produzione di biometano da impianti nuovi o riconvertiti si prevede l’autorizzazione unica e la procedura abilitativa semplificata, mentre viene prorogato dal 30 giugno al 31 dicembre il termine per la tassazione degli impianti cogenerativi, ovvero di produzione combinata di energia elettrica e calore.
Ok ai veterinari aziendali e al Modello 4
Tra i consulenti aziendali d’ora in poi saranno annoverati anche i veterinari, per quanto riguarda il comparto zootecnico. E per gli allevatori presto sarà più facile compilare il Modello 4, quello necessario per il trasporto degli animali. I miei due ordini del giorno sul tema sono stati approvati, in veste di raccomandazioni, nell’ambito della discussione sul decreto competitività.
Come avevo già spiegato nella scorsa news, il primo si occupa dell’aspetto della consulenza aziendale, per la quale ho chiesto di aggiungere quella zootecnica veterinaria e la figura del veterinario aziendale.
L’altro ordine del giorno riguarda la dematerializzazione del Modello 4, quello usato per il trasporto degli animali, noto per le complicazioni che comportava nella compilazione e per le multe che scaturivano dagli errori, che così potrà essere realizzato all’interno del sistema Banca dati nazionali dell’Anagrafe zootecnica sul sito del Sistema informativo veterinario, tranne un’eventuale copia cartacea al trasportatore.
Primo passo per la riforma
Anche del primo, atteso passo della riforma della pubblica amministrazione avevo già raccontato nel dettaglio la scorsa volta. Ora che il decreto legge è stato approvato definitivamente dalla Camera, vi ricordo brevemente cosa cambia e correggo il tiro su qualche aspetto modificato all’ultimo minuto dal Governo.
Ricorderete, in linea di massima, la maggiore flessibilità negli enti locali con le assunzioni a termine e l’anticipo di pensione per i manager pubblici, così come il taglio dei compensi dei membri dei consigli di amministrazione delle società partecipate e la mobilità obbligatoria fino a 50 chilometri per i dipendenti pubblici, tranne in alcuni, specifici casi di vincoli familiari. Tagli ai Tar e, progressivamente, alle Camere di commercio sono rimasti.
Purtroppo, però, per il momento, la mancanza di coperture ha fatto saltare la cosiddetta ‘Quota 96’, cioè il pensionamento a settembre di 4mila insegnanti, se avessero accettato di riscattare il trattamento di fine rapporto alla data prevista dalla riforma Fornero. Inoltre, non è stato possibile nemmeno abbassare l’età pensionabile per primari e docenti universitari.
Tuttavia, sul primo fronte, quello degli insegnanti penalizzati, il presidente Renzi ha assicurato che se ne rioccuperà entro fine agosto.