On. Cova: “St Microelectronics: intervenga il Ministro. A rischio i posti di lavoro”
La situazione della St Microelectronics di Agrate e la sua storia recente, che sta portando a una riorganizzazione che investe direttamente il personale, approda a Roma grazie a un’interrogazione che l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, ha appena presentato al Ministro per lo Sviluppo economico.
Nell’interrogazione Cova ripercorre la vicenda della St Microelectronics, azienda multinazionale leader nello sviluppo e nella produzione di semiconduttori su scala mondiale, con 50.000 dipendenti nel mondo e 20.000 in Europa, di cui 8.000 in Italia, e un fatturato di circa 10 miliardi di dollari nel 2011. Ma varie vicissitudini e cessioni, hanno portato oggi il sito di Agrate – fa sapere Cova al Ministro – in un contesto di riorganizzazione tale che determina incertezza per i lavoratori e le lavoratrici coinvolti.
In questo momento ad Agrate lavorano 1.200 persone e la Micron, la multinazionale americana che gestisce l’azienda, ha dichiarato la volontà di trasferire circa 400 persone in altra sede. Una situazione di incertezza, dice il parlamentare Pd, a fronte di nessun progetto in grado di occupare nei prossimi anni il personale.
Al Ministro dello Sviluppo Economico, che era stato parte attiva nell’ambito degli accordi passati, Cova chiede “se non ritenga necessario confermare il carattere strategico che la St Microelectronics ha per il nostro Paese; quali urgenti e concrete iniziative intenda adottare per garantire la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali nel sito di Agrate; se non ritenga di doversi attivare nei confronti dell'azienda; se, in qualità di azionista pubblico, non ritenga opportuno intervenire presso la Micron affinché predisponga un piano di investimenti che dia una prospettiva certa al sito di Agrate; se non ravvisi la necessità di attivare urgentemente un tavolo istituzionale tra Governo, Regioni e soggetti interessati”.
Infine, Cova vuole sapere dal Ministro se non pensi di verificare la correttezza dei comportamenti messi in atto e che “si giocano, come sempre, sulla pelle dei lavoratori”.
Roma, 30 aprile 2013