On. Cova: “Prezzo del latte: il Ministero rimbalza la palla sui produttori. Costretti ad accettare le condizioni

On. Cova: “Prezzo del latte: il Ministero rimbalza la palla sui produttori. Costretti ad accettare le condizioni dell’industria per non buttare il prodotto”

“Il prezzo del latte è senza pace. E a pagarne le conseguenze sono gli allevatori, costretti spesso ad accettare condizioni non dignitose. Ma l’alternativa è peggiore: buttare letteralmente il prodotto. E il Ministero delle Politiche agricole rimbalza la palla proprio sui produttori, dicendo che spetta a loro decidere se sottoscrivere o meno gli accordi”. Riassume così la risposta alla sua interrogazione sul tema Paolo Cova, parlamentare lombardo del Pd, che l’ha ricevuta oggi, giovedì 14 novembre 2013, in XIII Commissione Agricoltura alla Camera.

“In molte regioni d’Italia non si è ancora giunti a un accordo per la sottoscrizione dei contratti per la cessione del latte crudo bovino  – dice Cova –. E risulta che il prezzo sia stabilito in modo unilaterale da parte degli acquirenti senza rispettare quanto disposto dal diritto nazionale e comunitario in materia”.

Nella sua interrogazione il parlamentare lombardo chiedeva “cosa intenda fare il Ministro per evitare che la mancata sottoscrizione del contratto di cessione del latte crudo penalizzi i produttori di latte, disattendendo quanto disposto dalla normativa nazionale, che dispone l’obbligo di contratti in forma scritta informati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni, con riferimento ai beni forniti”.

Il caso emblematico, portato da Cova a esempio, è quello della “società Italatte del gruppo Lactalis Italia, che si sta rivolgendo in maniera individuale ai produttori di latte della Lombardia, inviando una lettera in cui ricorda l’esistenza di un contratto di somministrazione latte, sottoscritto dalle aziende di produzione e in vigore fino al marzo 2014, e la mancanza di accordo sul prezzo del latte fornito, confermando il prezzo di 400 euro per 1000 litri di latte (0,40 euro per litro) e tutte le altre pattuizioni del contratto di somministrazione.   Nella lettera la società sembrerebbe chiudere ogni ipotesi di contrattazione tra le parti, fissando il prezzo per la cessione del latte crudo in maniera unilaterale appunto a 0,40 centesimo per litro a fronte di un costo medio finale al consumatore di circa 1,60 euro per litro”.

A fronte di tutto questo, fa sapere Cova, dopo la seduta di Commissione, “il Ministero risponde che la contrattazione viene fatta dai singoli allevatori, al più è regolata dalle loro organizzazioni di categoria e professionali, ma se alla fine il produttore sottoscrive l’accordo, vuol dire che lo accetta. Ho replicato che così si dà ragione alle industrie le quali, essendo in posizione di forza, decidono il prezzo. Invece andrebbe trattato. Ma i produttori sono costretti ad accettare, altrimenti sarebbero costretti a buttare il latte”.

Roma, 14 novembre 2013