“Sulle aziende chiuse per colpa delle quote latte, l’assessore Fava rifletta. E pensi a quando presiedeva la commissione

 

 

On. Cova: “Sulle aziende chiuse per colpa delle quote latte, l’assessore Fava rifletta. E pensi a quando presiedeva la commissione d’inchiesta parlamentare”

 

Paolo Cova, parlamentare del Pd, componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, commenta le dichiarazioni dell’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Fava a proposito delle quote latte. In una nota l’assessore ha detto, tra l’altro, che “il Ministero delle Politiche agricole dovrà individuare un modo equo per tutelare chi negli anni ha investito in quote, ma anche quegli allevatori che sono stati vittime di un calcolo errato da parte di Agea. Non si possono chiudere le aziende per errori causati da calcoli sbagliati”.

 

“Quando l’assessore Fava afferma che non si possono chiudere le aziende per errori causati da calcoli sbagliati, deve anche spiegarci perché lui in qualità di presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della piraterie in campo commerciale non abbia dato corso a nessun intervento di fronte alle risposte ottenute dal tenente colonnello dei carabinieri Marco Paolo Mantile alle sue domande, consegnate al termine della seduta del 30 giugno 2011”, incalza Cova. In particolare, riporta pari pari Cova, Mantile affermava che ‘ sono emerse situazioni di anomalia ed incongruenza nei confronti realizzati tra le diverse banche dati, tali da suggerire adeguati approfondimenti;  pur con le difficoltà segnalate, ne discende un quadro di significativa incoerenza dei dati, in particolare con riferimento alla produzione nazionale, sia consegnata che rettificata (Tmgp); raffrontando il numero capi nelle diverse banche dati con la media produttiva provinciale Aia, pur aumentata del 10% in via prudenziale, risulta una differenza produttiva media, rispetto alla produzione totale italiana dichiarata nei modelli L I , talmente significativa da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello Stato italiano e quindi lo stesso prelievo supplementare imputato ai produttori a partire dal 1995/96 fino al 2008/2009 ’.

 

“Di fronte a queste affermazioni, in qualità di presidente, Fava non ha fatto niente. E quindi si assuma la responsabilità di quanto ha dichiarato oggi”, conclude il parlamentare Pd.

 

Roma, 19 dicembre 2013