La questione relativa alle iscrizioni
delle scuole materne del Comune
di Milano merita un chiarimento.
La questione si è aperta quando il
Comune ha emanato una circolare (n.
20 del 17/12/2007) che, trattando la
questione relativa alle iscrizioni dei
bambini stranieri, indicava: "Le famiglie
prive di regolare permesso di soggiorno
avranno la possibilità di iscriversi, purchè
ottengano il permesso di soggiorno
entro la data del 29 febbraio 2008. La
mancata presentazione del permesso di
soggiorno entro tale data non consentirà
la formalizzazione della domanda di
iscrizione" , quindi non solo l'iscrizione
ma anche la formalizzazione dell'iscrizione.
L’aspetto singolare è che proprio
l’Assessore Moioli, quando era Direttore
Generale del Ministero dell'Istruzione
dell'Università e della Ricerca, con
Ministro proprio il sindaco Moratti,
emanò una Circolare (n.24 del 1 marzo
2006) dove nell’allegato si diceva: “ In
mancanza dei documenti, la scuola
iscrive comunque il minore straniero,
poiché la posizione di irregolarità non
influisce sull’esercizio di un diritto dovere
riconosciuto. Il contenuto delle norme
citate nel precedente paragrafo esclude
che vi sia un obbligo da parte degli operatori
scolastici di denunciare la condizione
di soggiorno irregolare degli alunni
che stanno frequentando la scuola, e
quindi, esercitano un diritto riconosciuto
dalla legge”.
Ma come, quando era Direttore
Generale del Ministero, la Moioli indicava
agli enti locali una cosa di segno
opposto a quella che lei ha adottato?
In più, diceva anche all'attuale vicesindaco
De Corato, che ha minacciato
denuncie a chi si presentava nelle scuole
in condizioni di irregolarità, che gli
operatori scolastici non avevano l'obbligo
di denunciare le condizioni di soggiorno.
Inoltre all’obiezione di chi ci dice che la
scuola materna non può essere considerata
scuola dell’obbligo va segnalata
la Legge 53 del 28/3/2003 (detta
Riforma Moratti) per apprendere all'art.
2 (Sistema educativo di istruzione e di
formazione): “1. I decreti di cui all'articolo
1 definiscono il sistema educativo
di istruzione e di formazione, con l'osservanza
dei seguenti principi e criteri
direttivi:
a) è promosso l'apprendimento in tutto
l'arco della vita e sono assicurate a tutti
pari opportunità di raggiungere elevati
livelli culturali e di sviluppare le capacità
e le competenze (…).
d) il sistema educativo di istruzione e di
formazione si articola nella scuola dell'infanzia,
in un primo ciclo che comprende
la scuola primaria e la scuola
secondaria di primo grado, e in un
secondo ciclo che comprende il sistema
dei licei ed il sistema dell'istruzione e
della formazione professionale; (…)”.
Appare evidente che il Legislatore abbia
voluto inserire, nel Sistema educativo di
istruzione e di formazione, anche la
scuola dell'infanzia altrimenti non
sarebbe stata inserita all'inizio della carriera
scolastica.
Vi sono altre norme che regolano l’accesso
dei minori stranieri alla scuola:
come l'art.38 del DLGS 286/98 (detto
Testo unico delle disposizioni concernenti
la disciplina dell'immigrazione)
che al comma 1 dice: "i minori stranieri
presenti sul territorio sono soggetti
all'obbligo scolastico: ad essi si applicano
tutte le disposizioni vigenti in materia
di diritto allo studio: ad essi si applicano
tutte le disposizioni vigenti in
materia di diritto all'istruzione, di
accesso ai servizi educativi, di partecipazione
alla vita della comunità scolastica."
Questo articolo del Testo unico
non è stato modificato dalla Legge
Bossi/Fini e quindi è ancora in vigore e
si coordina con quelli sopra indicati.
Non solo leggi italiane ma anche altre
norme importanti regolano questo
diritto come la Dichiarazione Universaledei Diritti Umani (1948) che
all'art. 2 afferma: "Ad ogni individuo
spettano tutti i diritti e tutte le libertà
enunciate nella presente Dichiarazione,
senza distinzione alcuna per ragioni di
razza, di colore, di sesso, di lingua, di
opinione politica o di altro genere, di
origine nazionale o sociale, di ricchezza,
di nascita o di altra condizione" principi
confermati dalla Convenzione sui dirittidell'infanzia del 1989 (ratificata dall'Italia
nel 1991) la quale all'art.2 ribadisce:
“Gli Stati parte si impegnano a
rispettare i diritti enunciati nella presente
Convenzione ed a garantirli ad
ogni fanciullo che dipende dalla loro
giurisdizione, senza distinzione di
razza, di colore, di sesso, di lingua, di
religione, di opinione pubblica o altra
del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti
legali, dalla loro origine
nazionale, etnica o sociale, dalla loro
situazione finanziaria, dalla loro incapacità,
dalla loro nascita o da ogni altra
circostanza"
Le evidenti difficoltà che verranno
incontrate da chi straniero deve iscrivere
i propri bambini coinvolgeranno
anche i rinnovi, oltre che i nuovi richiedenti,
che sono la maggior parte, e
poche decine di irregolari su un totale di
circa 4737 stranieri. Oggi infatti a Milano
per rinnovare o chiedere un nuovo permesso
ci vogliono circa 6/8 mesi…
Perché addebitare alle persone questi
ritardi dovuti all'amministrazione dello
stato? Basti pensare alle persone straniere
che hanno fatto regolare richiesta
nel Decreto flussi del febbraio 2006: ad
oggi non sono ancora state chiamate
per il ritiro del regolare permesso di soggiorno.
Occorre poi respingere anche la strumentalizzazione
adottata come risposta
dall'assessore Moioli ("se accolgo gli
stranieri irregolari devo escludere gli italiani")
perchè stando ai dati forniti dal
suo Assessorato su 21.517 posti disponibili
gli iscritti sono 20.978 con un avanzo
di 539 posti nel 2007.
Quindi nessuno verrebbe escluso se il
Comune accogliesse anche per il 2008 i
bambini stranieri “irregolari”. Per questo
abbiamo chiesto di ripristinare,
come già faceva da anni il Comune di
Milano, la possibilità di iscrizione con
RISERVA, che permetterebbe di accogliere
tutti i richiedenti e di valutare
socialmente e singolarmente i 20-30
casi di irregolari.
Andrea Fanzago