Ricevo questa interessante sintesi da Anna Kemeny
SOS FAMIGLIE
Un’assemblea di grande interesse è stata organizzata dal Partito Democratico venerdì 19 dicembre 2008 presso il Consiglio di Zona in via Oglio. Il titolo, SOS FAMIGLIE, alludeva alle difficoltà in cui versa un numero crescente di persone comuni, a causa della crisi e della recessione economica. Nonostante lo spessore dell’argomento, gli intervenuti si sono espressi senza tecnicismi né enfasi retorica, ma anzi con grande efficacia e chiarezza.
Presiedeva SERGIO POGGIO, recentemente eletto coordinatore del PD per la zona 4. Egli ha accennato alle cause della crisi finanziaria e di conseguenza anche economica che si è abbattuta sugli Stati Uniti e sull’Europa; il Governo italiano cerca di tamponarla, ma con misure inadeguate, molto modeste rispetto a quelle prese dalla maggior parte dei paesi europei. Poggio ha presentato gli esperti intervenuti, chiedendo loro quali iniziative per fronteggiare la crisi vengano dalla associazioni, dalla cooperazione, dai produttori più avveduti e dalla Provincia di Milano.
Il primo relatore, ROBERTO TREFILETTI, presidente del consiglio direttivo della Federconsumatori, ha puntato il dito contro vicende finanziarie di sconsiderata e colpevole leggerezza, come quella della Parmalat, che hanno mandato in fumo i risparmi di 800.000 persone. La sua associazione ha deciso di sperimentare il sostegno al consumo partendo dal quartiere San Siro, dove c’è un’alta densità di persone anziane, ma pochi negozi di alimentari. Gli anziani hanno difficoltà a muoversi in cerca di mercati e supermercati perciò anche la carta “Over 65”, che consente sconti nei negozi della zona, rischiava di perdere parte della sua efficacia. La soluzione è stata la carta “Vale la spesa”, anche questa realizzata col sostegno della Provincia; essa consente si prenotare al martedì un “paniere” di generi alimentari e di prima necessità, che poi al venerdì può essere ritirato sotto casa. Le informazioni sui prezzi si possono ottenere anche con un Sms.
Trefiletti ha spiegato che i prezzi al dettaglio sono aumentati anche se quelli alla produzione sono diminuiti. Quando la gente compra di meno, calano i prezzi delle merci a cui si deve rinunciare, mentre si elevano i prezzi degli alimentari-base, pane pasta e latte, di cui non si può fare a meno.
La tanto sbandierata Social Card, già richiesta da 270.000 persone, ma necessaria a molte di più, comporta una complessa trafila burocratica che parte dalla verifica dell’ISE (Indicatore di situazione economica), per cui chi ha la casa in proprietà difficilmente può ottenerla. Molte famiglie, schiacciate dal mutuo da pagare, restano fuori da questo aiuto. La Federconsumatori si batte per aumentare il potere di acquisto delle famiglie, ma il governo è sordo a questa richiesta.
E’ toccato poi a RICCARDO GINI, responsabile di un Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) in zona Vittoria. L’idea è quella di comprare generi di consumo-base direttamente dal produttore, qualcuno con cui si stabiliscono relazioni stabili, il che è abbastanza facile, perché gli stessi produttori si fanno volentieri conoscere. Meno ovvia l’organizzazione dei compratori, che devono ritrovarsi almeno una sera al mese e formare un gruppo solidale di gente attiva, uscendo dall’isolamento tipico della città. Tra loro alcuni volontari si assumono l’impegno dell’acquisto e della distribuzione settimanale dei prodotti, un responsabile per ciascun prodotto; si tratta soprattutto di alimentari. C’è un po’ di lavoro da fare, non si può pretendere di fornire tutti i prodotti e i costi possono essere superiori a quelli di un discount, ma si realizza l’interazione tra chi produce e chi consuma. Come possibile ulteriore vantaggio ci può essere anche il sostegno a cooperative di produttori anti-ndrangheta.
Il gruppo funziona meglio se non è troppo grande: loro sono cinquanta famiglie, che pagano gli acquisti con bonifici via internet, cosa non alla portata di tutti. Il loro spirito è quello di rendere possibile una decrescita felice: “Meglio accendere un fiammifero che maledire l’oscurità”. La loro esperienza ha suscitato interesse anche molto lontano; due troupes tv sono venute a intervistarli addirittura da Mosca.
LINA SCARUFFI, presidente del comitato soci COOP P.zzale Lodi e Rogoredo, ilustra l’iniziativa “Due mani in più” che la Coop, in collaborazione con la CARITAS, ha attuato per venire incontro alle persone che non possono muoversi da casa. Un gruppo di volontari consegna a domicilio la spesa e si ferma a scambiare due parole con i destinatari, contribuendo a far uscire dall’isolamento chi per età o malattia si trova impossibilitato a muoversi. Da tempo inoltre la COOP con la Caritas ha istituito la CARTA EQUA, molto meno umiliante della Social Card. La Carta Equa è di aspetto identico, sia come carta di credito per gli acquisti dell’offerente, che come carta prepagata ad uso dei beneficiari, scelti dalla Caritas secondo criteri di urgenza e necessità. La carta si appoggia sulla Banca Etica e funziona così: l’offerente usando la sua carta destina ogni volta alla Caritas l’equivalente dell’uno percento della sua spesa, a cui la Coop aggiunge un altro uno percento; queste somme vanno a confluire in un fondo che finanzia la carta equa ricaricabile per il consumo del bisognoso. C’è anche l’iniziativa Coop “Il Buon Fine”, che distribuisce merci non più in vendita, ma buone, in collaborazione con parrocchie come la S.Pio V, Rogoredo, e l’accoglienza di don Colmegna. Vengono distribuiti ogni mese 280 pacchi viveri. Si sta cercando di allargare questa iniziativa ad altri quartieri; il primo obiettivo sarà il Molise-Calvairate.
Tocca poi a BRUNO CECCARELLI, consigliere provinciale eletto per il PD nel collegio della zona 4; il suo intervento affronta temi non facili della crisi economica con esemplare chiarezza, sostenuta da schemi proiettati sullo schermo. La crisi finanziaria ha fatto calare la produzione e scendere l’inflazione, due effetti che, se concomitanti, sono la spia di un malessere profondo. Per la carenza di liquidità e la crisi del credito, viene dilazionato il pagamento ai fornitori, innestando un circolo vizioso: le persone comprano di meno, non osando indebitarsi oltre, di conseguenza le aziende non vendono abbastanza e mettono in cassa integrazione i lavoratori, che a loro volta hanno un potere d’acquisto in drastico calo.
Come se ne esce? Per i monetaristi non occorre intervenire, perché il mercato si riequilibra da solo. Per i neo-keynesiani, invece, serve un forte intervento da parte delle pubbliche amministrazioni.
Il primo atteggiamento in nome della deregulation era in passato quello prevalente a destra. Ora quasi tutti si stanno orientando sulla necessità di intervenire, ma in Italia con ritardo e in forma minore. In contro tendenza, la PROVINCIA di Milano ha avviato il progetto “Alziamo La Testa”, per intervenire direttamente e con rapidità verso chi ne ha bisogno. Ceccarelli ha proiettato lo schema Maggiori spese, maggiori entrate, con il quale l’economista Tito Boeri ha dimostrato che il governo italiano, con lo sbandierato intento di intervenire a favore di famiglie, treni, mutui, occupazione e social card, ha controbilanciato tali spese con le maggiori entrate di nuove tasse, raggiungendo addirittura un saldo attivo di 390 milioni di euro. Non è vero, quindi, che lo Stato investe per superare la crisi.
Con questo andazzo, è molto difficile per la Provincia trovare risorse, ma ciò non ostante Penati si è fatto promotore di un intervento di 250 milioni di euro, come misura eccezionale. L’intervento si muove su tre assi:
- Aiuti alle famigli per contrastare le nuove povertà.
- Soccorso alle povertà estreme, in concomitanza con enti di solidarietà come la Caritas.
- Sostegno all’occupazione.
Ci sono molti 50enni espulsi dall’occupazione, perché costano troppo, che non riescono a ricollocarsi mentre hanno ancora i figli all’università. La Social Card del governo è ottenibile solo da nuclei famigliari che non superino i 6mila euro di indice ISE, cioè la somma di reddito più patrimonio. La Provincia invece ha tenuto una soglia molto più alta per valutare gli aventi diritto al sostegno, che potranno fare domanda dal 15 gennaio. Si procederà in modo semplice e veloce, con misure a sportello, scelta sofferta, ma non ce n’è per tutti, purtroppo.
Più del 70 per cento dell’intervento della Provincia è destinato alle piccole imprese che contano fino a 10 dipendenti, a condizione che stabilizzino il lavoro precario, assumano disoccupati e giovani al primo impiego, adulti che hanno perso il lavoro. L’aiuto medio è di 2.500 euro. Al numero verde 800 133 300 si possono avere informazioni da personale qualificato.
Mentre il Comune di Milano non sta facendo nulla, la Provincia sosterrà 25mila persone, contro qualche migliaio di aventi diritto alla Social Card, con un rapporto da 1 a 20. Naturalmente, chi otterrà un aiuto dal Fondo Affitti della Regione Lombardia non potrà chiedere anche l’aiuto della Provincia, ma il rischio di sovrapposizioni è comunque molto ridotto.
Oltre a quanto sopra, la Provincia ha istituito la Card over 65, che consente sconti nei negozi di una zona-pilota, e ha ottenuto la collaborazione di Coop e Conad, che già da ora mettono in vendita pane a 1 € al kg tutti i giorni.
New keynesiani: cerca John Maynard Keynes in http://www.wikipedia.it/Nello stesso sito c’è la spiegazione di deregulation (cerca deregolamentazione) e decrescita (cerca Movimento per la decrescita felice)
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VINCENZO VITA, responsabile del CAF (Centro di Assistenza Fiscale) del Patronato CISL, ha presentato il servizio, totalmente gratuito, del sindacato per aiutare chi chiede la Social Card e deve riempire una complicata modulistica. La Social Card è una carta precaricata che permette di spendere 40 € al mese in negozi convenzionati. Gli anziani e le famiglie con bambini piccoli possono andare nei loro uffici per ottenere con un unico passaggio la certificazione ISE e la presentazione della domanda, che va fatta entro fine dicembre. Per calcolare l’ISE/ISEE (Indicatore di situazione economica/equo) si considerano i redditi famigliari più il 20% del patrimonio immobiliare e mobiliare; il totale non deve superare i 6mila €, 8mila per chi ha più di 70 anni.
I CAF sono sommersi dalle richieste di assistenza e informazioni: in un terzo dei casi sono costretti a rimandare a casa il richiedente, dopo aver calcolato che il suo ISE sfora il limite dei 6mila €.
Altri aiuti sono lo sconto sulla bolletta elettrica, e il Bonus Famiglie, che può arrivare a mille/due mila euro in presenza di figli disabili. I parametri da considerare sono diversi e complessi e il lavoro burocratico troppo farraginoso rispetto all’urgenza dei problemi e delle scadenze.
La riunione si è conclusa con gli interventi e le domande dei presenti. In sintesi, si è notata la mastodontica macchina burocratica della Social Card, in sostanza ottenibile da poche persone in estrema difficoltà economica, e forse non attrezzate per capire a chi rivolgersi e quale aiuto chiedere, con il rischio da una parte di perdita di un diritto, e dall’altra di sovrapposizioni. Si è notata la carenza di informazione sia sugli aiuti sociali che sulla validità dei prodotti scontati e di sottomarca della grande distribuzione. Si è chiesto inoltre come procurarsi la Carta Equa e come mettersi in contatto con i Gruppi di Acquisto.
A tutti è stata data esauriente risposta.
Anna Kemeny, Circolo PD Corvetto